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22 Dicembre 2017 ,

AA.VV. HABIBI FUNK: AN ECLECTIC SELECTION OF MUSIC FROM THE ARAB WORLD

1 dicembre 2017 - Habibi Funk

Compilation curata dalla label tedesca Habibi Funk che non potrà che rendere felice chi ama andare a ricercare perle sepolte dal tempo e dalle distanze geografiche e culturali. Come denuncia il suo nome, la Habibi Funk ha indirizzato la sua ricerca e proposta verso quelle forme musicali provenienti dal mondo arabo che sono state influenzate dalla musica occidentale, e non solo, producendo forme musicali in qualche modo attinenti al funk. Come spiega il boss dell'etichetta DJ James Stürtze (Jannis Stürtz): «Spesso queste influenze possono essere ispirate dalla musica occidentale come il soul, il pop o il rock, ma non solo. Alcuni dei nostri dischi preferiti possono essere descritti come Arab zouk, genere originario dei Caraibi, o caladeira algerina, uno stile di Capo Verde, o bossa libanese, il che significa che le influenze musicali presenti in questa compilation sono molto più varie e non solo occidentali.»

 

Una raccolta suggestiva e sorprendente, realizzata senza alcun intento filologico o storico, ma che mette insieme stili e musicisti molto differenti, provenienti da aree geografiche diverse, ma anche da artisti in esilio, e in un arco di tempo che copre gli anni '70 e '80. Il filo comune che lega queste tracce è il saper far proprie e riadattare alla tradizione del proprio Paese, influenze occidentali o comunque provenienti da aree geograficamente lontane. Molte le perle contenute, noi ci limitiamo solamente ad alcune: il marocchino Fadoul (foto a destra), autentico epigono di James Brown del quale possiede il furore, la carica sensuale, il funk travolgente; le rarefatte atmosfere lounge dell'algerino Ahmed Malek; la disco in versione tunisina degli Al Massrieen; o la bizzarra biografia di Bob Destiny, americano, che però dal 1969 all'80 ha vissuto prima in Algeria e poi in Marocco contribuendo alla diffusione del rock'n'roll e del rithm'n'blues, la sua Wang Dangkamal-keila ne è l'esempio più tipico; c'è anche un magnifico Sharhabeel Ahmed eclettico musicista sudanese in un brano che mescola influenze rock e jazz in modo originale e travolgente; il funk e l'afrobeat trovano sintesi in un altro sudanese, Kamal Keila (foto a sinistra). Una compilation godibilissima che apre uno squarcio su aspetti poco conosciuti della ricchissima cultura musicale del mondo arabo: chi volesse poi approfondire la stessa Habibi Funk ha pubblicato o è in procinto di pubblicare dischi dedicati a molti degli artisti qui inseriti. 

 

Ignazio Gulotta

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