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23 Agosto 2013 , ,

Album Covers Stories: Rick Griffin Grateful Dead: Aoxomoxoa

1969 - Warner Bros Records

aoxomoxoa “Aoxomoxoa”  è il terzo album dei Grateful Dead, pubblicato nel 1969, e se tra quei solchi è possibile ascoltare la semplicità di un piacevole country rock spruzzato dei colori della psichedelia west coast del periodo aureo californiano, non lo stesso si può dire per la celebre e complicatissima copertina opera di Rick Griffin, artista visionario e di culto del giro psichedelico californiano. Rick Griffin nasce come Richard Alden Griffin nel 1944. Dopo aver frequentato le scuole superiori la sua predisposizione per il disegno e la grafica e la passione per il surf lo portano presto a collaborare con il Surfer Magazine dove crea una strip fumettistica ambientata nel mondo del surf. Il personaggio che inventa, Murphy, diventa ben presto il simbolo dei surfisti californiani diventando un logo riconoscibile su tavole da surf e magliette. Ma è l’aria del tempo che soffiava in California negli anni sessanta che lo coinvolge facendogli scoprire i posters e i manifesti psichedelici di grafici quali Stanley Mouse e Alton Kelly. Comincia a realizzare posters che espone in mostre e rassegne dove vengono apprezzati da pubblico e critica al punto che i proprietari del teatro Avalon Ballroom  di San Francisco, lo assumono perché pubblicizzi graficamente gli eventi che si susseguono in quel locale, tra questi il concerto dei Charlatans, band famosa in quel momento, di cui Griffin realizza il manifesto.

 

Anche l’incidente stradale in cui viene coinvolto in quei giorni avrà la sua importanza artistica: Griffin perde l’occhio sinistro che a volte coprirà con una benda nera piratesca, ma quell’occhio perduto si ritroverà nelle sue opere sotto forma di quel bulbo oculare psichedelico protagonista di centinaia di posters e dipinti. E, vista la fama sempre crescente, è la Berkeley Bonapart una delle più importanti agenzie di grafica californianeaoxomoxoa che lo assume in pianta stabile mettendolo a contatto con le menti migliori della generazione psichedelica sia in campo grafico che in quello musicale. In quel periodo nel backstage dopo un concerto dei Grateful Dead viene avvicinato da Jerry Garcia che gli propone di realizzare la copertina del loro prossimo disco dandogli la totale libertà artistica sul progetto che avrebbe inteso realizzare. Sta per nascere una delle copertine di disco più celebri al mondo:"Aoxomoxoa". E veniamo alle complicanze di cui si diceva. Prima di tutto in quel periodo, in quella musica, e in quella California di fine anni sessanta, era gioco comune inserire sia nella musica che nelle immagini di copertina degli album, più o meno velati riferimenti all’uso delle droghe psichedeliche che furoreggiavano nell’ambiente rock, e tali sono i funghetti che fanno capolino ai lati del disegno di Griffin così come le spire di fumo dei due pseudo-bracieri (Narghilè? Turiboli?) sulla parte scura della cover ai fianchi del disegno vero e proprio.

 

Rimanendo in tema lisergico c’è la più stupefacente (è il caso di dirlo) invenzione psichedelicamente grafica di tutti i tempi: il nome del gruppo, Grateful Dead, è scritto in alto un po’ curvato coprendo parzialmente un sole giallo e fiammeggiante. Ma non è questo il punto; il punto è che quel nome è scritto in modo praticamente incomprensibile; se lo si guarda non facendovi molto caso il nome del gruppo è abbastanza palese, ma se vi ci si “entra dentro” cercando di decifrarlo lettera per lettera non ci si raccapezza più tra quell’incastro di vocali e consonanti scritte da Griffin imitando i caratteri di un antichissimo rick griffinstile di miniature inglesi. Il risultato è un magico, lisergico e geniale ambigramma, cioè una parola che possiede due significati; infatti muovendo gli occhi velocemente o muovendo la copertina stessa si scopre che “Grateful Dead” diventa “We ate the acid”, abbiamo mangiato l’acido. Ma oltre ai riferimenti alla droga c’è di più: il titolo dell’album Aoxomoxoa  fu ideato da Robert Hunter, poeta e paroliere per i Grateful Dead conosciuto anche come uno tra i primi sperimentatori di droghe psichedeliche insieme a Ken Kesey e a Timothy Leary e la pronuncia dovrebbe essere: “OX-OH-MOX-OH-AH” ; oltre a questo, la parola, il cui vero significato è sconosciuto, è doppiamente palindroma, cioè si può leggere al contrario da destra a sinistra ma anche ogni lettera della parola è reversibile e se invertita in senso orizzontale si legge comunque allo stesso modo.

 

Sul significato del termine ci sono naturalmente speculazioni intellettuali non confermate. Le vocali iniziali AO sarebbero la sigla di quelle che aprono e chiudono l’alfabeto greco: Alfa e Omega, cioè simbolicamente il principio e la fine, la X sarebbe l’incognita, il mistero, lo sconosciuto dell’universo, e OM sarebbe la sacra sillaba tantrica degli Yogy orientali significante il seme della vita e l’infinito. La palindromia del termine, la ciclicità del mondo e delle cose. Ma oltre le scritte c’è il disegno, quel disegno che rappresenta la vita, la morte e la rinascita. Il sole splende e fiammeggia in quel cielo azzurro, irradia luce e calore e dona la vita; piccoli spermatozoi si muovono, salgono verso quel sole sovrastato da due serpenti e da due ali, che sotto di sé ha uno scheletro dal grosso teschio che regge due uova tra le mani; poi ci sono i feti e gli alberi a simboleggiare la vita che rinasce in un tribalismo psichedelico e visionario, dove il ventre oscuro della terra ambisce a quella luce per tornare a rivivere.

 

aoxomoxoaRick Griffin espresse il meglio di se stesso in quella copertina che possiede un’altra curiosità che l’ha resa famosa pur non avendo niente a che fare con il grafico californiano. Il retrocopertina è una foto, una semplice foto in bianco e nero a contrasto con l’orgia di colori Griffiniana. In quella foto di gruppo, dal contenuto bucolico e sereno e di autore sconosciuto, ci sono una ventina di persone sedute o distese su un prato sotto un albero, ci sono anche un cane ed un cavallo, ci sono alcuni membri dei Grateful Dead, si riconoscono: Jerry Garcia, Bob Weir, Phil Lesh, Bill Kreutzmann, Tom Constanten, e poi ci sono gli amici, i roadies, i membri della grande famiglia dei Dead. Tra questi c’è anche Hank Harrison uno dei roadie preferiti dalla band, e c’è anche sua figlia, è una bambina bionda, si chiama Michelle Harrison, ha solo cinque anni ed è lì, in prima fila, avvolta in uno scialle il cui colore possiamo solo immaginare, quello che al momento dello scatto di quella foto invece nessuno poteva immaginare è che quella bimba alcuni anni dopo avrebbe cambiato nome diventando Courtney Love.

 

Rick Griffin dopo Aoxomoxoa fece ancora cover per gruppi psichedelici dell’area West Coast (uno per tutti i Quicksilver Messenger Service) per gli inglesi Cult e disegnò il famoso logo con l’albero per la rivista Rolling Stone. Si convertì al cristianesimo osservante realizzando opere di argomento sacro e continuando a esporre in mostre e rassegne internazionali. E proprio mentre una sua mostra è in esposizione, Rick Griffin aoxomoxoasta percorrendo una strada in moto. E’ il 15 agosto 1991 e all’artista mentre guida viene in mente di telefonare al gallerista per sapere come stanno andando le cose. Si ferma per telefonare da un negozio di alimentari sulla strada, riceve la notizia che ha appena venduto un dipinto per 1800 dollari, è felice, risale sulla moto e riparte, ma percorsi pochi metri viene centrato da un furgone che gli taglia la strada. Morirà il 18 agosto per le ferite riportate, lo stesso giorno in cui, ventidue anni dopo, è stato scritto questo articolo.

 

Maurizio Pupi Bracali

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