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27 Ottobre 2012 , ,

Suicide American Supreme

2002 - Blast First-Mute

New York 2002, dieci anni fa ...suicide-american-supreme

 

SUICIDE: una sigla mitica per chi segue da sempre le vicende musicali americane, che riporta ad anni newyorkesi splendidi ed indimenticabili per creatività, ad artisti punk carismatici e seminali, Patti Smith, Ramones, Television, Talking Heads. New York come centro del mondo con i palchi in fermento perenne del Max Kansas City e del CBGB's: in quel fatidico 1977 vide la luce anche un disco ancor oggi inquietante ad opera di due outsiders, Alan Vega (vocals) e Martin Rev (keyboards) la cui ragione sociale, Suicide, e la cui musica  s'identificavano con il lato oscuro e la cattiva coscienza dell'' american way of life, il vicolo cieco in cui essa si era cacciata.

 

Tastiere ed elettronica minimali, gemiti, sussurri ed urla ferine, questa la disturbante ricetta sonora, allora incredibilmente inusuale di “Suicide”, debutto omonimo di due grandi innovatori che avrebbe fatto nelle decadi  successive proseliti ad oltranza. Ma nessuno sarebbe stato in grado di rievocare una  tragedia estrema  come quel Frankie Teardrop che già venticinque anni prima sceneggiava con crudele iper-realismo l'orrore dell'isolamento definitivo, esistenziale ed economico, dell'individuo in seno alla società americana. La 'disperata' cronaca economica europea dei nostri giorni ci fa riflettere su quanto il folle gesto estremo di Frankie verso di sè e la sua famiglia ( "...Frankie is soSuicide 1977 desperate, he's gonna kill his wife and kids") trasportato nella Milano o nella Napoli, o nella Palermo del 2012 potrebbe sembrare non poi così inspiegabile ed assurdo, " ... we're all Frankieswe're all lying in hell".

 

"American Supreme", quinto lavoro in studio dei Suicide ma primo da "Why Be Blue" del '92, li riporta agli onori delle cronache nel 2002 dopo una lunga latitanza (vittime illustri dell’ oblio di una scena rock famelica di 'new sensations' a volte del tutto labili e spocchiose), grazie alla preziosa assistenza ed insistenza di Blast First/Mute label - per cui esce il disco - affinché tornassero ad esibirsi sui palchi americani ed europei, a cominciare dal londinese Garage nel '98. La stessa Blast First ha ristampato “Suicide” ed il secondo omonimo album (quello prodotto da Mr. Ric Ocasek dei Cars con Diamonds, Fur Coat, Champagne, 1980) nel 1998 con aggiunto un secondo cd contenente rispettivamente registrazioni live e primissime prove-esperimenti in studio. “American Supreme”, registrato a New York immediatamente dopo quel fatidico 11 Settembre 2001, fatalmente e con perfetto tempismo tasta il polso di un rinnovato malessere americano, aggravato da un’improvvisa cronica sensazione d’insicurezza totale, provocata  da un’aggressione ‘esterna’ sfuggita clamorosamente a tutti i controlli.

 

MARTIN REV

Il tutto sembra essere sviscerato da Vega-Rev con una consumata e straordinaria potenza espressiva  votata al nichilismo più estremo, a cominciare da quella bandiera a stelle e strisce sgualcita metaforicamente, decaduta nel significato ritratta in suicide martin revcopertina. La musica dei Suicide di “American Supreme”  fa male esattamente come venticinque anni prima ma con modalità diverse: le atmosfere oppressive e plumbee  dell'intero disco lasciano poco spazio a speranza ed ottimismo violentando stomaco e cervello; l'eclatante campionario techno-elettronico approntato da Martin Rev in brani come Televised Executions, Swearin' To The Flag, American Mean, Death Machine risultò e può risultare ancor oggi 'brillante' e danzereccio solo ai più superficiali: in realtà é un Suicide nightmare più nero che mai, che manipola e strumentalizza tecniche di studio  e ritmi sintetici affermatisi all’inizio del terzo millennio. Ma Martin Rev  é un artista visionario ed innovatore e fa molto, molto di più: ascoltate le minacciose nuvole  elettroniche che si addensano in Swearin' To The Flag, Power au Go-Go, le incredibili folate synth stratificate dell'enigmatica Dachau, Disney, Disco, e più in generale i geniali bricolages sintetici ritmico/armonici intrecciati  che affollano l'intero disco.

 

ALAN VEGA

Ma affermare che é Rev il protagonista assoluto di questo 'supremo americano'  sarebbe far torto al compagno di sempre Alan Vega, carismatico performer che mai come in questi solchi appare lucido e perfido stupratore di anima e sogni: i nuovi misfatti perpetrati si chiamano Televised Executions, Death Machine, American Mean, Beggin' For Miracles, nei quali Alan sfoggia alla grande tutto il suo crudo ed astratto campionario vocale, non lesinando in sovraincisioni  e riverberi, anzi serializzandone l'uso! Una volta Alan Vega disse che ciò che i Suicide facevano non aveva nulla a che fare con l'avanguardia, era solo il blues di  New York City. Ed allora, cosa sono le ipnotiche e dolorose Misery Train (giocata su un'insistente avvincente linea armonica di Martin), Power Au Go-Go, AmericanAlan Vega & Suicide American  Supreme Mean (una nuova Rocket Usa?), la torturata Beggin' For Miracles, la speranza commovente (!?)  di Child, It's A New World se non nuovi disperati blues suburbani sfregiati da rap funebri e decadente talkin’ poetry?  

 

Alan  Vega  assassina l’ascoltatore con rinnovato sadismo, aggiornando generosamente il diario delle miserie americane. I titoli parlano da sé, non danno adito ad equivoci, le parole più ricorrenti nei deliri vocali di Alan sono grave, death: siamo alla vigilia - con senno retrospettivo  - di nuove Wrong Decisions. Emblematico il  manifesto finale di confusione mentale ed esistenziale, I Don't Know . “American Supreme”  é angoscia perenne sul filo del rasoio, é panico, é vibrazione senza sosta. Un ritorno artistico controverso, che suscitò reazioni critiche contrastanti, più nel male che nel bene.  A dieci anni esatti dalla sua uscita, riascoltandolo, si può affermare tranquillamente che ancora una volta Alan Vega e Martin Rev, partendo dal 'supremo avamposto americano',  furono cassandre in negativo di un futuro planetario poco prodigo di speranza.

 

1. Televised Executions
2. Misery Train
3. Swearin' To The Flag
4. Beggin' For Miracles
5. American Mean
6. Wrong Decisions
7. Death Machine
8. Power Au Go-Go
9. Dachau, Disney, Disco
10. Child, It's A New World
11. I Don't Know

Suicide 

Pasquale Wally Boffoli

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