Migliora leggibilitàStampa
6 Aprile 2015 ,

John Campbell UN GRANDE SFORTUNATO BLUESMAN


JC-Frank-EsquireJohn Campbell nasce nel 1952 a Shreveport in Louisiana, giovanissimo diventò un pilota di dragster e nel 1968 venne coinvolto in un terribile incidente durante una gara riportando gravi ferite, tra cui danni permanenti ad un polmone e la perdita di un occhio, furono necessari oltre 5000 punti per ricostruire il suo viso devastato. Ripresosi dopo una lunga convalescenza si trasferì in Texas dove, scopertosi chitarrista e cantante, venne coinvolto nella movimentata scena rock blues texana di quei primi anni ‘70. Formò un classico power trio chiamato The  Junction, con il bassista Tim Delaney e il batterista John “Satch” Haupt; per alcuni anni girovagò con la band tra locali polverosi e drugstore malfamati frequentati da camionisti e bande di bikers, dove conquistò una buona fama live a livello locale, soprattutto nel sud del Texas, nella zona tra Corpus Christi e Rockport. I Junction non lasciarono alcuna traccia discografica e dopo il loro split, nel 1975 John Campbell registrò il suo primo disco, intitolato “Street Suite”, che non ebbe però alcun successo e rimase un esperienza isolata. 

 

JC-StreetSuiteSoloLa sua seconda esperienza in studio risale al 1979, al Robin Hood Studios di Tyler (Texas), Campbell registrò un demo acustico con 12 brani, sue reinterpretazioni di classici del blues come The Sky is Criyng e Walking Blues, dove già si intuisce tutta la sua classe e il profondo blues feeling che ne caratterizzerà in futuro la sua musica. Nel 2000 sarà pubblicato un cd con queste registrazioni, intitolato “Tyler, Texas Session”. Nei primi anni 80 si stabilì a Nacogdoches, sempre in Texas dove mise in piedi una nuova band elettrica, tipicamente Texas  Blues. Nel 1982, alla morte del celebre bluesman texano john-campbell-tyler-texas-sessions-2009Lightning Hopkins, ne acquistò la chitarra, una National Resophonic guitar del 1934, impregnata di storia e di passato: con quella chitarra dobro, ci regalerà alcuni momenti di blues e di rock particolarmente emozionanti, tra i più belli degli anni ‘90. Nel 1986, John lasciò il Texas, suonò per un periodo a New Orleans e poi si trasferì a New York dove conobbe Teo Lasmayer, pianista e booking agent dell’Abilene Cafè; questi colpito dalle capacità di John, lo introdusse nella scena blues newyorkese e Campbell cominciò a farsi conoscere aprendo i concerti di nomi importanti, come Hubert Sumlin, Hot Tuna etc…. Nello stesso anno suonò anche al Mississipi Delta Blues Festival.

 

Nel 1988 suonò stabilmente (2 serate a settimana) presso un ristorante vietnamita, chiamato Moonsoon, che dopo il passaggio di Campbell, venne rinominato Crossroad, in omaggio al blues feeling di cui John aveva riempito le sale, con le sue appassionate MI0000622722performance. Sempre più frequenti i suoi concerti in molti blues festival e nell’aprile 1988 la registrazione di “A Man and His Blues” (Crosscut), sua prima produzione discografica veramente professionale, registrata allo Splice of Life Studios di Brighton, Ma., pubblicato per l’etichetta tedesca Crosscut Records, prodotto dal chitarrista Ronnie Earl e suonato con la collaborazione di protagonisti del blues come gli armonicisti  Jerry Portnoy e Darrel Nulish. Il cd prevalentemente acustico vide alternarsi brani composti da Campbell e brillanti covers  blues di Furry Lewis, Snooky Prior e naturalmente Lightning Hopkins, fino a Sunnyland Train di Elmore James, suonata in duo con Ronnie Earl. Le chitarre sono protagoniste assolute insieme alla  fantastica profonda voce bluesy di Campbell, il cd ottenne la nomination al W.C.Handy Blues Award. Sono di questo periodo alcune apparizioni televisive (Guitar Show), dove incanta il pubblico con la sua versione di Crossroad e il primo tour europeo, con numerosi concerti in Germania, Francia, Olanda e Belgio. 

 

john_campbell_-_one_believer_-_frontNel 1990 anche la stampa comincia ad occuparsi di lui e la sua attività live si fa sempre più intensa, con la partecipazione al circuito del Benson & Hedges Blues Festival, carovana itinerante per gli USA, con concerti a New York, Atlanta, Philadelphia, Dallas e Chicago. Con lui alla chitarra ritmica Zonder Kennedy, che divenne la sua spalla fissa on stage, nella dimensione del duo blues, andò anche in tour come opener per Buddy Guy. Nel ‘91 registra “One Believer” per la John-Campbellmajor WEA, forse il suo disco più noto, un lavoro molto più complesso e prevalentemente elettrico, dalle atmosfere sulfuree e paludose, eredità della natia Louisiana, terra del cajun e dello zydeco, dei creoli e del voodoo, con la cui tipica espressione musicale si erano già cimentati gente come Dr.John & The Night Trippers, Johnny Jenkins e i Key Largo, atipici e originali esponenti del british blues anni ‘60. Il risultato è eccezionale, la produzione di Dennis Walker esalta la particolare atmosfera del disco, i suoni slide di Campbell fanno venire la “pelle d’oca”, tutti i brani sono composti da John e Walker, tranne Person to Person, tratta dal repertorio di Elmore James. Le songs Devil In My Closet e One Believer sono quelle che forse meglio rendono l’idea di quanto sia coinvolgente e carica di pathos la musica contenuta in questo dischetto. Uno dei migliori lavori rock blues degli anni ‘90.

 

john-campbell-howlin-mercy-frontNel 1992 fece da opener per la Johnny Winter Band, con un ritorno alle atmosfere tipiche del rock blues texano, è l’anno di un altro tour europeo, concerti in Francia, GB, Irlanda, ancora Germania e Olanda, una notorietà sempre più diffusa e nell’agosto ‘92, un nuovo cd, ”Howlin Mercy”, sempre per la WEA e registrato al Power Station Studio di New York. Ancora Dennis Walker alla consolle, la band è composta oltre che da Kennedy alla chitarra, da Jimmy Pettit al basso e dal batterista Davis McLarty. Rimangono certe atmosfere dal precedente lavoro, ma la componente rock è forse più marcata che in john-campbell-0003-smprecedenza, tra le songs una celebre cover di When The Levee Breaks di Memphis Minnie, resa celebre dai Led Zeppelin, a cui si rivolge la versione di Campbell, che risulta veramente travolgente, poi Down In The Hole, song di Tom Waits decisamente calibrata sui toni crepuscolari di Campbell, Saddle Up My Pony, Wiseblood e la lunga Wolf Among The Lambs a concludere brillantemente questo ottimo lavoro. Tutto sembrava andare per il meglio e Campbell si era ormai conquistato un ruolo da protagonista nella scena blues moderna. Improvvisamente nel 1993 muore per un infarto, a soli 41 anni, il suo fisico debilitato dalle conseguenze del gravissimo incidente automobilistico di molti anni prima, cedette di schianto, privandoci di una delle più belle realtà del blues americano degli anni ‘90.

 

 

Guido Sfondrini

Video

Inizio pagina