Migliora leggibilitàStampa
6 Agosto 2013 , ,

Willy DeVille Le montagne di Manhattan

2013

willy_deville

1950, Stamford (Connecticut)  - 2009, New York

 

 

 

CANE RANDAGIO

 

Willy DeVille (compositore, cantante, frontman di valore assoluto e chitarrista) nasce nel 1950 a Stamford (Connecticut), sobborgo operaio dell’area metropolitana di New York. Il suo vero nome era William Paul Borsey Jr., era un cosiddetto “sangue misto”, nelle sue vene correva sangue Irochese (tribù Pequot) ma anche Irlandese e Basco. Si autodefinì un “cane randagio” (come lo “yellow dog” di Charlie Mingus, metà afroamericano e metà giapponese) per via di queste sue origini meticcie, che avranno una forte influenza sulle sue successive forme di espressione musicale. Giovanissimo scoprì la musica nera ascoltando i programmi radio, una delle sue prime passioni r n’ b furono i Drifters, gruppo vocale doo wop che ebbe grande successo nei primi anni 60; trasferitosi a New York, dopo avere lasciato (molto presto) la scuola, frequentò il Lower East Side e il West Village, dove cominciò ad ascoltare il blues, colto anche come alternativa alla cultura beat/psichedelica, imperante in quegli anni e a lui poco gradita, sia per la musica che esprimeva, sia per il tipo di situazione socioculturale giovanile che ne fu la tipica conseguenza. Presto Muddy Waters, John Lee Hooker e Howlin Wolf diventarono per lui modelli da imitare ed in particolare trovò l’ispirazione giusta quando ebbe modo di ascoltare un giovane bluesman bianco di NY, quel John Hammond di cui l’lp "So Many Roads", registrato nel 65 per la Vanguard, ebbe sul giovane Willy un'influenza notevole. 

 

Da qui la sua militanza in youth band di rock blues, Stones oriented, come i Billy The Kids e gli Immaculate Conception (veramente un nome terribile): Willy in questo periodo sfoggiava un incredibile capigliatura tipo “Madame Pompadour”, ispirata da rockers come Little Richard e Esquirita, un look lontanissimo da quello beat/hippy allora dominante. In seguito, dopo essersi sposato a soli 17 anni ed essere diventato un giovanissimo padre, nel 1971 venne in Europa, a Londra, dove si stabilì fino al 1973, alla ricerca didevillecbgb76 alternative musicali al rock made in USA dell’epoca e di fenomeni culturali nuovi, lontani da quel Flower Power da lui sempre mal digerito. Tornato a NY entrò in una band chiamata Royal Pythons, un melting pot di umanità a metà tra una rock band e una gang criminale, fu un nuovo flop e Willy, sempre alla ricerca del dare un senso alla sua vita attraverso la musica, partì per la California dove si stabilì a San Francisco, proprio la città culla del Flower Power, giunto ormai - si era nel 1974 -  alla fine e al totale esaurimento creativo. Nella città della baia, mise su una rock band, che battezzò “Billy The Sade and The Marquis”; lui in quel periodo si faceva chiamare Billy Borsay e sulla sua strada trovò altri giovani incazzati, con la voglia di spaccare il mondo e di suonare cattivo e senza curarsi dei virtuosismi musicali tipici del rock anni 70. Tra questi il chitarrista Robert McEnzie aka Fast Floyd e il bassista chicano Rubèn Siguenza; nel frattempo abbandonò il suo vero nome e fu per tutti Willy DeVille. Ritornò a New York e cooptato il chitarrista Louis X Erlanger, uno sensibile ai suoni del blues e che aveva già suonato con Jimmy Reed e con John Lee Hooker, formò la versione definitiva della sua band che chiamò Mink DeVille.

 

MINK DEVILLE

 

Correva la fine degli anni 70 e il punk rock era esploso in GB con i vari Sex Pistols, Clash, Vibrators, Buzzcocks, Stranglers e X Ray Spex, un vero e proprio tornado si era abbattuto sulla musica rock e sulle sue principali connotazioni espressive: aveva avuto come apripista in Inghilterra il pub rock di band come i Dr.Feelgood e i Count Bishops, protagonisti di un rock blues anfetaminico e grezzo, band che fornivano di se stesse un immagine sporca e teppistica e ad alta gradazione alcoolica. Tutto questo spazzò via le delicate e complesse sonorità del rock progressivo, dominatore della prima metà degli anni 70 e la sua iconografia raffinata e classicheggiante. New York negli USA fu il centro di quella nuova fenomenologia musicale chiamata new wave o nuovo rock americano (ma livecbgble definizioni lasciano il tempo che trovano). Venues come il  CBGB e il Max Kansas City diventarono le preferite per le esibizioni di nuove band e nuovi musicisti: Patty Smith Group, Ramones, Wayne County, Dead Boys, una nuova generazione di rockers si affacciò al mondo, nella scia del solco tracciato da Lou Reed, Velvet Underground, Stooges e MC5, malati esponenti del rock più estremo e alternativo suonato nell’America degli anni 60. Bene, i Mink DeVille furono tra i protagonisti di quella scena ricca di creatività, nel 1976 le loro prima apparizione su vinile nella compilation "Live At CBGB" (vero manifesto sonoro del rock newyorkese dell’epoca) con il loro mix di blues, rockabilly e soul, originale e saturo di black feeling. Le grandi capacità compositive di Willy esplosero con tutta la loro forza e originalità, songs come: Venus of Avenue D, Party Girl e Spanish Stroll (arrivata al n.° 20 della UK charts dell’epoca) rimangono nel tempo e le sue covers di Little Girl di Phil Spector e di Cadillac Walk di John “Moon” Martin (compositore e musicista americano, niente a che fare con l’omonimo songwriter inglese), sono diventate entrambe dei classici del rock n’ roll.

 

Sono tutte contenute nel 33 giri "Cabretta", eccellente opera prima registrata per la Capitol, con la produzione di Jack Nitzsche, producer con i Rolling Stones e con Neil Young e di molte rock star negli anni 70. Nella line up della band oltre a Erlanger, il bassista Rubèn Siguenza, il batterista Thomas Allen, il sassofonista Steve Douglas e il tastierista Bobby Leonard. A questo lavoro uscito nel 1977, che ebbe ottimi riscontri da pubblico e critica, seguì l’anno dopo "Return To Magenta", sempre per la Capitol ed ancora con la produzione di Nitzsche, disco nel solco del precedente, con il suo rock stradaiolo venato dimink DeVille - Cabretta-Return To Magenta front soul e con il sax di Steve Douglas e un ospite importante come Dr.John al piano a caratterizzarne il groove; il risultato, un po’ meno brillante di quello avuto con Cabretta, fu comunque buono. Inoltre l’lp conteneva le songs Soul Twist e Desperate Days che resteranno due brani indimenticabili. E’ in questo periodo che i Mink DeVille registrarono tre nuovi brani, memorabile il cattivissimo rock Pullin My String, che fecero parte della soundtrack del ruvido film "Cruising" che ebbe come protagonista Al Pacino e alla regia William Friedkin. Degli anni degli esordi è reperibile il dvd registrato il 16 giugno del 1978 al WDR Studio di Colonia per la serie Rockpalast Archive: guardandolo ci si può rendere conto della formidabile carica e del micidiale groove che i Mink DeVille sapevano esprimere dal vivo a quel tempo. Ma Return To Magenta non ebbe il successo commerciale sperato e i rapporti con la Capitol si fecero difficili. 

 

Nel giro rock della Big Apple di quegli anni ogni tipo di trasgressione era praticata e droghe pesanti e alcool giravano in grandi quantità, anche DeVille non fu immune al loro consumo e questo fatto influì pesantemente sulla sua vita personale e artistica negli anni a venire. Dopo un lungo tour americano insieme a Elvis Costello e a Nick Love, nel 79 DeVille si trasferì a Parigi, città che l’ha sempre amato, ricambiata, sino alla fine dei suoi giorni; qui con la produzione di Jean Claude Petit, registrò "Le Chat Bleu" per la Pathè Marconi, un Le_Chat_Bleudisco che propose un sound nuovo, più raffinato e con i primi richiami ai suoni latini e alla musica cajun; l’apertura del disco con This Must Be The Night e Savoir Faire è leggendaria, della partita nomi importanti come Jerry Scheff e Ron Tutt ex sezione ritmica di Elvis Presley, la presenza del songwriter Doc Pomus e il fisarmonicista Kenny Margolis, che con il suo accordion donò una particolare colorazione zydeco al sound di tutto l’lp e con la celebre copertina del disco, che immortalò il tatuaggio posizionato sulla spalla della prima moglie di Willy, Toot. Il passaggio alla Atlantic coupdegraceportò al quarto album, ancora come Mink De Ville, "Coup De Grace", che fu anche l’ultimo ad entrare nelle chart di Billboard, al 161° posto. Con il ritorno alla produzione di Nitzsche, ci fu anche un ritorno al r n’ r e al soul: la splendida You Better Move On di Arthur Alexander e Help Me Make It di Eddie Hinton ne sono un classico esempio. DeVille mette in ogni caso a segno delle grandi e romantiche ballads, Love & Emotion, Teardrops Must Fall, End of the Line. Tra rhythm & blues e rock invece scintillano Love Me Like You Did Before e Maybe Tomorrow. Seguirono gli lp "Where Angels Fear To Tread" del 1983, con l’hit Demasiado Corazon, una delle song più note di Willy, omaggio a quel latin sound da lui così amato e "Sportin Life" nel 1985, l’ultimo con il nome Mink DeVille, registrato per la Polydor, nel mitico Muscle Shoals Studios in Alabama, con Doc Pomus e la più celebre sezione ritmica della musica soul: David Hood e Roger Hawkins, con la song Italian Shoes che fu un hit in Europa, ma in America questi due ultimi lavori non ebbero molto seguito e furono quasi ignorati dalla stampa specializzata made in USA.

 

WILLY DEVILLE

 

La carriera dell'artista, a nome Willy DeVille continuò negli anni successivi, con molte altre incisioni, una attività live intensissima che lo portò molte volte in Europa, anche in Italia. Il suo sound si diresse sempre di più verso un rock profumato di sonorità latine e di r n’ b, sempre raffinato ma forse un po’ ripetitivo. Del 1987 è "Miracle", registrato a Londra con alla produzione e alla lead guitar Mark Knopfler e Guy Fletcher alle keyboards, allora entrambi nel pieno del successo con i Dire Straits. Un brano per tutti, indimenticabile, per cui vale la pena perlomeno ascoltare Miracle: Spanish Jack, voce narrante iper-carismatica, partite a poker pericolose, pistole, cadillac parcheggiata sul retro. Il tocco vellutato inconfondibile di Mark Knopfler si fa sentire ed impreziosisce il tutto. Willy inoltre omaggia Van Morrison coverizzando con grande classe la sua Could You Would You. Tre anni dopo è la volta di "Victory Mixture", covers album registrato a New Orleans con mostri sacri come Alain Toussaint, Eddie Bo, Dr.John e alcuni dei Neville Brothers, che ci riportò a sonorità roots e al blues.

 

MiracleWillyDeVilleAlbumNel 92 DeVille tornò in Europa per un lungo tour con Zachary Richard, esponente di punta del Cajun sound della Louisiana, il pianista blues Johnny Adams e l’onnipresente Dr.John; poi altri lavori come: "Backstreet Of Desire" con David Hidalgo dei Los Lobos e Freebo, bassista in passato compagno di vita e produttore di Bonnie Raitt, il disco contiene una cover celeberrima di Hey Joe, la song di Billy Roberts resa immortale da Jimi Hendrix, qui in una originale versione mariachi suonata con il conjunto Los Camperos De Nati Cano. In seguito l’album "Willy DeVille Live", tratto backstreetsda un concerto all’Olympia di Parigi del 1993, testimonianza di una esibizione travolgente con una sequenza di songs finale da brividi: Spanish Stroll/Stand By Me/Hey Joe. Poi "Loup Garou", registrato a Los Angeles nel 95, con il celebre duetto con Brenda Lee in You’ll Never Know; "Horse Of A Different Colors" del 1999, registrato presso gli Ardent Studios di Memphis, quelli dei Big Star e di Alex Chilton, con la produzione di Jim Dickinson e un deciso ritorno al blues, con Luther Dickinson, figlio di Jim e futuro leader dei North Mississipi All Stars, alla lead guitar e Spooner Oldham, compagno d’avventure soul di Aretha Franklin e Wilson Pickett, alle keyboards, il cd presenta splendide covers di brani a firma Fred McDowell, Ry Cooder e John Hiatt. 

 

Da segnalare che in Francia nel 1995 uscì per la New Rose l’album antologico "Big Easy Fantasy", una raccolta di inediti live e di studio con i Mink DeVille, riferita ai primi anni di attività. Nel 2002 "Acoustic Trio Live In Berlin", bellissimo doppio cd live dove si può ascoltare anche Willy DeVille nella veste di virtuoso dobroista slide e di armonicista, è un disco molto blues con, oltre alle composizioni di Willy, covers di brani di Robert Johnson, Fred McDowell, Big Joe Turner, Champion Jack Dupree, Little Richard e Bob Dylan, con crowjaneDe Ville, il pianista Seth Farber e il contrabassista David Keyes. Nel 2004 il cd "Crown Jane Alley", virato decisamente al latin rock con la band chicana The Quetzal, alcuni dei Los Lobos e il virtuoso percussionista peruviano Alex Acuna ad impreziosire la composizioni di DeVille. Nel 2008 "Pistola", l’ultimo lavoro di Willy, registrato nell’amata New Orleans, con elementi della band di Elvis Costello e suoni Tex Mex e R N’ R, prodotto da JP Shenale, il tecnico protagonista dei suoni di Willy De Ville negli ultimi 4 album della sua produzione. Nel XXI° secolo, la vita ha riservato a Willy prove molto dure, prima la disintossicazione da 20 anni di dipendenza dall’eroina, poi il breve momento sereno della produzione di un album per il vecchio amico Rick Nafey, ritrovato a Cerrito Hill nel New Mexico nel 2000 e con lui negli anni 60/70 nei Billy The Kids e nei Royal Phytons.

 

Nel 2004 la scomparsa della prima moglie Toot, poi la tragedia del suicidio della seconda moglie Lisa, dulcis in fundo un incidente automobilistico dove si fratturò gravemente una gamba, un terzo matrimonio e l’interessamento per la storia dei nativi d’America, quei pellerossa della cui cultura è stato un erede ed un interprete e di cui, nella parte finale della sua vita, assume sempre di più il look, con capelli lunghissimi, monili d’oro e d’argento e con l’espressione del volto vissuta e sofferta. Da ricordare sempre nel 2004 la collaborazione di Willy con Fabio Treves che portò alla registrazione del blues I'm In The Mood di John Lee Hooker, con Treves alla bluesharp e DeVille alla voce e chitarra slide: questo brano è contenuto nel cd della Treves Blues Band "Bluesfriends". Nel febbraio 2009 gli viene diagnosticata un'epatite c, da qui al cancro il passo è breve e Willy DeVille scompare nella sua New York il 6 agosto 2009, aveva 59 anni. E’ stato uno dei protagonisti assoluti del rock n’ roll dalla fine degli anni 70 ai 2000, ha goduto di una grande popolarità in Europa, negliWillydeVille Stati Uniti ha avuto un seguito minore, comunque ha fruito della libertà di suonare il suo blues; ha avuto la grande abilità di sapere miscelare il blues e la black music più in generale con molti altri generi musicali, dal Tex Mex alla musica latina al rock n’ roll, sino al cajun e allo zydeco e la capacità di dare a questi suoni una sua personale visione a livello compositivo e una sua impronta inconfondibile, passionale e romantica….Willy DeVille è stato un grandissimo della storia del rock e del blues.

 

 

Guido Sfondrini

Video

Inizio pagina