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25 Giugno 2014 , , , ,

Midlake IL LAGO DEL COSTANTE CAMBIAMENTO

2014 - Bella Union-ATO

 midlake                                 INTRO

 

Nel mare magno di uscite discografiche che travolge quotidianamente l’appassionato di musica è facile che band valide raccolgano meno di quanto meritino. È il caso dei Midlake, band americana ma dal suono inglese che più inglese non si può, al punto di essere stata definita i “Radiohead americani”, definizione valida solo per le prime prove del gruppo. Come spesso accade il nucleo del gruppo è formato da compagni di scuola, precisamente la North Texas School of Music di Denton,  dove Tim Smith, Paul Alexander e McKenzie Smith formano la band nel 1999. Decisivo l’ingresso del chitarrista Eric Pulido, ma per gran parte della carriera sarà Tim Smith leader e autore totale di una band che sognava un futuro nel jazz ma ben presto vede Flaming Lips e Grandaddy come fari da seguire.

 

Gli inizi - Più britannici che stelle a strisce

 

midlake3 MidlakeMIlkmaid  Grand Army”, considerato un EP, ma contenente ben sette brani, esce solo a livello locale in un migliaio di copie. La voce è filtrata, le chitarre sporche,  le melodie sono influenzate molto dai Beatles, Paper gown o Excited but not enough potrebbero essere un outtake dall’ album bianco, ma anche da “Ok computer”: in effetti la somiglianza coi Radiohead è persino imbarazzante, sebbene la scrittura dei brani sia già di buon livello. Il disco seguente, “Bamnan and Slivercork”, il primo full lenght, nonché il primo prodotto per un’etichetta importante, la Bella Union degli ex midlake bambanCocteau Twins Raymonde e Guthrie, è stato masterizzato negli studi di Abbey Road. Può essere che l’atmosfera di quelle mura abbia influenzato il gruppo, che registra un disco molto melodico e molto british, la ricerca formale di alcune canzoni, come Kingfish pie, ricorda persino gli XTC. Stranamente le chitarre hanno poco spazio, il disco è molto basato sulle tastiere, spesso dai suoni vintage, vedi l’ottima The Jungler. Anche la batteria è moltomidlake milkmaid squadrata e ripetitiva.

 

C’è qualche momento un po’ stucchevole, come Some of them were superstitious, che pare il McCartney meno ispirato, ma nell’insieme è un bel disco, sebbene molto diverso da quelli che seguiranno. Il secondo disco, “The trial of Van Occupanther”, mostra una band che non rinnega le proprie influenze, cercando però di trovare un sound unitario e midlake cover trialspersonale. Difficile catalogarli (per fortuna): il romanticismo latente, l’uso delle tastiere e delle chitarre arpeggiate, fa molto progressive rock, così come la voce dai toni caldi, ma mancano assoloni, brani dilatati a suite o contaminazioni con jazz e classica tali da far ascrivere il gruppo in maniera decisa al prog (ma questo varrebbe per moltissimi gruppi che chissà perché nel prog sono catalogati). D’altra parte la malinconia soffusa, i tempi di batteria spesso sostenuti e piuttosto squadrati avvicinano alla new wave, di cui però mancano la componente sperimentale e quella robotico-nichilista. Una canzone però come Head home starebbe bene sia nel repertorio degli ultimi Caravan come dei primi Talk Talk. Van Occupanther invece seduce gli ascoltatori più romantici. Notevole Young bride, più rockeggiante sebbene la melodia sia delicata e folk.

 

Il coraggio di una band

 

midlake cover ancientCol terzo disco “The courage of the others”, pubblicato come i precedenti da Bella Union, la somiglianza coi Radiohead si fa sempre più lontana e appaiono sempre maggiori le influenze del rock inglese più fuori dagli schemi, sia degli anni ’70 che ’80. C’è una maggiore impronta folk, e la voce e lo stile canoro di Smithmidlake timsmith ricordano sempre più Richard Sinclair. Chitarre arpeggiate, flauto e tastiere ariose - mentre la batteria tiene ritmi più complessi - diventano marchio di fabbrica del gruppo. Winter dies o Small mountain potrebbero entusiasmare un fan dei King Crimson. Se nei decenni passati era normale, al giorno d’oggi è rarissimo trovare gruppi con così radicali cambi di stile. Però questo disco è quello che ci sembra meno convincente, i brani sono un po’ ripetitivi.  

 

Nel frattempo il gruppo inizia un rapporto di collaborazione e litigi con John Grant, ex Czar: Pulido e Alexander producono l’acclamato “Queen of Denmark” del cantante scozzese e la sezione ritmica del gruppo suona con lui nel seguente “Pale green shots”. Nel 2011 esce per la serie “Late Night Tales” ilmidlake tales volume dedicato ai Midlake: l’omonima label indipendente, dopo Belle and Sebastian, The Flaming Lips e Groove Armada, convince loro a “compilare un album con brani dei loro artisti preferiti, rei di averli convinti a fare della musica la loro professione”. Ed i Midlake ci mettono con grande sobrietà ed eclettismo perle originali di (tra gli altri) Steeleye Span, Fairport Convention, Lazarus, Scott Walker, Esper, The Flying Burrito Brothers, Nico, Twice As Much, Bjork, Sandy Denny/Harry Robinson.

 

Capire l’antifona

 

midlake antiphon"Antiphon” è quello che si dice il disco della maturità. Il gruppo continua sulla strada di un rock raffinato  e intelligente. Il suono è pieno, elettrico, ma anche romantico. L’abbandono del cantante Smith non è un problema, anzi: si perdono definitivamente i paragoni con Thom York, sebbene il timbro vocale di Pulido, che assume il ruolo di vocalist e ormai è dominus assoluto della band, non sia poi così diverso. Se Provider farebbe sobbalzare i fans dei Chameleon o altre oscure band della new wave minore, con le sue chitarre speziate dal flanger e le tastiere acide, The old and the young fa venire un tuffo al cuore a chi ha amato Alan Parson o certo tardo progressive, ritmo incalzante, basso ostinato, voce dolcemente malinconica, intermezzo strumentale di sinth.

 

Ma soprattutto, come sempre dovrebbe essere, l’asso nella manica sono le canzoni: questo è proprio un disco dalla scrittura impeccabile. Non che i precedenti fossero mediocri, tutt’altro; semplicemente i Midlake dovevano fare ancora gavetta prima di trovare il perfetto equilibrio. Sapore tra prog e west coast nei cori di It’s going down, i cui cambi di tempo e atmosfera sono funzionali alla costruzione del brano e non meri sfoggi di tecnica.Midlake Perform In London Con la strumentale Vale siamo nel prog più puro, passaggi sognanti e flautati si alternano con riff di chitarra schizoidi. L’ennesimo esempio di disco che quando esisteva un vero mercato musicale avrebbe venduto un milione di copie, oggi che domina la casualità dell’ascolto distratto in streaming arriva solo a pochi avveduti. Per fortuna però oggi non esistono più le guerre per bande che coinvolgevano critica e fans ai tempi della nostra gioventù, per cui ascoltare i Midlake può fare felici tutti, chi ama il prog come la new wave, il folk come il pop. 

Alfredo Sgarlato

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