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12 Ottobre 2013 ,

Anna Calvi Il fascino in musica

2013

Anna-Calvi Fascinazione, ecco quello che si prova ascoltando i dischi di Anna Calvi, cantante e chitarrista inglese (è nata a Twckenham il 24/9/1980) di chiare origini italiane, ma che non sa una parola di italiano, come dichiarava candidamente in una breve intervista a Rainews 24. Recentemente la proliferazione di cantanti donne è stata senza pari, specie di quelle che aspirano al trono di “regina della notte” che fu di Siouxsie, ma nessuna ci sembra candidata altrettanto credibile. L'influenza di Siouxsie certo è palese, sebbene la musicista fin da bambina abbia ascoltato e studiato musica di tutti i generi e ami su tutti Nina Simone e Scott Walker; il timbro vocale è molto simile, ma Anna lo inserisce in strutture compositive molto diverse, demodè, o vintage creando una fusione con lo spirito di un'altra grande dark lady del passato, Julie London. Come avviene in musica ormai da più di vent'anni: nulla di radicalmente nuovo, ma un incontro di attitudini opposte che crea una sintesi che la rende più personale della gran parte della produzione musicale attuale. Esempio palese dello stile di Anna Calvi è il primo singolo Jezebel, canzone portata al successo da Frankie Laine ma incisa anche dai Luxuria di Howard Devoto: una melodrammatica torch song strappalacrime innervata da chitarre e tamburi rock.

 

annaLe esibizioni dal vivo di Anna attirano l'interesse dei media, e fan entusiasta della ragazza è Brian Eno, scopritore di talenti se ce n'è uno, che parteciperà anche al primo disco omonimo della musicista, che affiderà però la produzione al sodale di PJ Harvey Rob Ellis. “Anna Calvi”, uscito nel gennaio 2011, è ben presto osannato dalla critica. La cantante si può dire che faccia tutto da sola: compone i brani e suona chitarra, basso, violino e tastiere col contributo di Mally Harpaz e Daniel Maiden-Wood a basso e batteria. Dicevamo della voce di Anna, ma il primo disco farebbe pensare ancora più al lavoro di una chitarrista che di una cantante, infatti Anna dichiara di aver avuto per anni un'autentica fobia per il cantare in pubblico. Il primo brano, Rider to the sea, è un desert rock totalmente strumentale, e spesso la Calvi si concede lunghi a solo, sebbene non sia in senso stretto una virtuosa dello strumento. Canzoni come No more words sono emblematiche dello stile della Calvi: un sinuoso swamp blues dagli arrangiamenti essenziali a cui la voce profonda e vagamente metallica dà un timbro gotico.

 

Le canzoni sono spesso piuttosto orecchiabili e ben scritte: First we kiss, vertice del disco, incalzante, misteriosa e sorretta da una insinuante partitura d'archi, entra in testa e difficilmente ne esce. A volte si fa però prendere dall'enfasi, in canzoni come il singoloanna calvi Desire, a tratti troppo roboante, specie nelle rullate della batteria, oppure in Suzanne and I, vicina a certo rock epico prodotto da Steve Lillywhite,  vedi certi dischi dei Simple Minds. La tendenza all'enfasi permea anche il secondo disco “One Breath”, fresco di pubblicazione, che però la conferma come autrice di canzoni valida e ispirata, capace di fondere le influenze in uno stile peculiare. Anche per questo disco fa gran parte del lavoro da sola: in un'intervista a L'espresso dichiara di isolarsi quando compone al punto di avere fatica a rientrare nella realtà.

 

Anche questo secondo disco ha molti picchi compositivi, come l'iniziale Suddenly, un boogie dall'incedere felino, o Sing to me, canzone dall'atmosfera incantatrice. In questo disco hanno più presenza le tastiere, che pure non sono mai in primo piano. Spesso gli-Anna-Calvi- arrangiamenti degli archi hanno sonorità cinematografiche, come in One breath, sospesa tra Hitchcok e Wong Kar Way. Anche da questo disco è tratto un singolo molto rockeggiante e ritmato, Eliza. Canzoni come Piece by piece mostrano invece un'attitudine più sperimentale. Tutti i video sono diretti da Emma Nathan. Rispetto ad altre cantanti pur osannate dai media come quelle dei Bat for lashes o My brightest diamond, Anna Calvi ci pare molto più dotata come personalità e talento. Il futuro potrà essere suo. 

Alfredo Sgarlato

Video

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