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28 Novembre 2013 ,

Bee Gees Gli anni del beat e del ‘baroque pop’ (1963-1969)

1963-1969 - Festival Records/Polydor/RSO

Bee-GeesGli album ed i singoli australiani 

Le compilation

 

L’occasione per questo excursus sugli albori più naif e sugli anni migliori dell’arte pop dei fratelli inglesi Robin, Maurice e Barry Gibb ci viene offerta su un piatto d’argento dalla recente uscita (12 Febbraio 2013) di un triplo CD “The Festival Album Collection: 1965-1967” (Festival Records/WEA Int'l), 38 brani tratti dai tre primissimi albums  dei Bee Gees, registrati ed usciti solo  in Australia per la Festival Records The Bee Gees Sing & Play 14 Barry Gibb Songs”(1965) “Spicks and Specks”  in origine intitolato “Monday’s Rain” (1966) e “Turn Around Look at Us”  (1967), una raccolta di singoli registrato e pubblicati tra il 1963 ed il 1966. Tre album che non superarono mai oltre le coste australiane. In realtà i contenuti di questi tre cd ricalcano pari pari quelli dei tre volumi usciti a fine anni ’60 “Rare, Precious & Beautiful” (1968), “Rare, Precious & Beautiful Vol. 2“ (1968) e “Rare, Precious & Beautiful Vol. 3” (1969) e di altre compilation uscite nel corso degli anni, “1963-1966: Birth of Brilliance” (1978, Import), “Early Years, Vol.1 e Vol.2” (1980, Excelsior Recordings) “Spicks & Specks: 26 Songs from the Early Days” (1998, Remember Records)

 

Bee+Gees+-+Rare+Precious+&+Beautiful+Volume+2+-+LP+RECORDIl sound iniziale dei Bee Gees era molto simile a quello di coeve band anglosassoni che basavano tutto il loro fascino su abili vocalità e cori carismatici, come Hollies, Beatles, Herman’s Hermits. Queste prime composizioni sono alquanto spartane, non vi è traccia delle orchestrazioni in pompa magna cui ci abitueranno più avanti nella loro carriera artistica. Un pop leggero, ingenuo ed orecchiabile con qualche leggera influenza psichedelica legata alla moda del periodo ed alle formazioni british beat. Si tratta di produzioni fuori catalogo che non hanno una buona reputazione, ma contengono brani gradevoli come Spicks & specks, Big chance, Second hand people e soprattutto la ballata Jingle jangle. Una strizzatina d’occhio anche ai pastiche vaudevilliani è presente in più di un brano (Three kisses of love). Su queste raccolte possiamo ascoltare l’evoluzione stilistica, vocale e compositiva dei fratelli Gibb negli anni, ben prima di arrivare allo stile che li contraddistinse fino alla svolta funky-disco! E’ un peccato comunque che brani originariamente usciti come B-Side, quali Barker of the UFO e Sir Geoffrey saved the world non vi siano stati inclusi.

 

 

Il ritorno in Inghilterra, i grandi singoli di successo, i primi tre album: Bee Gees' 1st, Horizontal, Idea.

 

beegeesfirstFamosi come gruppo australiano, i fratelli Gibb nascono in realtà in Inghilterra: Barry sull’Isola di Man, Maurice e Robin a Manchester. Iniziano la loro carriera musicale col nome di Blue Cats nel 1956, appena ragazzini, nei piccoli cinema agli spettacoli del sabato mattina, ma nel 1958 la famiglia Gibb si trasferisce in Australia. Nascono così i Bee Gees, nome proveniente dalla contrazione di Brothers Gibb. Dopo una manciata di singoli iniziali ancora privi di quello stile che sarà proprio il motivo del loro successo, i fratelli rientrano in UK alla vigilia del loro primo successo australiano del 1966, Spicks and specks. I 3 Bee Gees completano l’organico del gruppo con due loro amici australiani, Colin Peterson alla batteria e Vince Melouney alla chitarra, affiancati alla direzione artistica dal loro produttore Robert Stigwood. Il loro maggior successo in Inghilterra è New York mining disaster 1941. I seguenti To love somebody, Massachusetts e I’ve gotta get a message to you li impongono nelle classifiche di tutto il mondo. Il loro stile è caratterizzato soprattutto dalle armonie vocali, vero marchio di fabbrica targato Bee Gees, la tremula commovente voce nasale di Robin, le melodie, ne fanno uno dei maggiori gruppi vocali inglesi e non. Sulla scia del successo dei singoli, anche i loro album entrano in classifica. “Bee Gees' 1st” è il loro verobeegeeshorizontal debutto inglese su Polydor pubblicato nel 1967. Oltre alla nota New York mining disaster 1941, contenuta nell’album, spiccano canzoni come la liturgia pop Every Christian Lion Hearted Man will Show You e capolavori senza tempo come Holiday, I Can't See Nobody, Please Read Me.

 

In my own time è firmata da Maurice ed è un perfetto esempio di pop psych, molto vicino alla Taxman dei Beatles. Le voci vellutate dei Bee Gees sono una caratteristica notevole dei loro dischi, e l’album ottiene un buon successo commerciale. La copertina è realizzata da Klaus Voorman, l’amico tedesco dei Beatles che aveva disegnato per loro quella dell’album Revolver. “Horizontal” esce nel 1968 sempre per la RSO di Stigwood, e sebbene è un buon album non raggiunge quello standard compositivo. Ma World e Massachusetts, che arriva al primo posto nelle classifiche inglesi, sono due successi mondiali che consacrano il gruppo alle vette più alte delle classifiche (Massachusetts verrà ripresa in italiano dai Casuals e dai Bruzi). Harry Braff rappresenta una delle loro tipiche ballate pop. Magnifiche anche le ballate di pop barocco dense di archi, mellotron e tastiere The Change is Made, With the Sun in my Eyes, The Earnest of Being George, And The Sun Will Shine.  Da notare l’assenza di covers sia in questo che nel disco beegeesideaprecedente, al contrario dei debutti dell’epoca. Nel 1968 esce anche “Idea”, il terzo album. È una splendida raccolta di brani pop come i precedenti dischi, frutto ugualmente dello sforzo creativo collegiale di Robin, Barry e Maurice Gibb, che sembrano fare a gara per superarsi a vicenda in quanto a raffinatezza e classe compositiva. Armonie perfette ed anche virate pop psichedeliche come nella title track. When swallows fly, cantata da Barry, riconferma la grandezza dello stile dei Bee Gees. Kilbourne towers si affaccia a sonorità folk pop. Mentre Let there be love, che apre l’album, è spinta al massimo della loro sdolcinata tecnica vocale, ma si insinua nella testa dell'ascoltatore senza più uscirne. Molto interessanti le expanded edition di questi tre album, ricchissime di mono version, early version, alternate version ed unreleased tracks, uscite nel 2008 per la Reprise, mentre nel 2007 la Rhino li ristampa con addirittura un bonus disc ciascuno accluso. WEA Japan infine il 1 Ottobre 2013 ha varato una nuova edizione di questi tre album magnifici ed imperdibili di pop barocco.

 

Odessa

 

beegeesodessaE così arriviamo a “Odessa,” uscito nel 1969, il capolavoro del baroque pop dei fratelli Gibb, purtroppo penalizzato da fratture interne tra i fratelli e cause legali. Inizialmente concepito come concept album, uscì poi come doppio LP ma il concetto di base si perse a causa dei continui spostamenti tra USA e UK per le registrazioni. E per loro stessa ammissione l’album rimase incompleto. Afferma Barry Gibb: “Ci scappò tutto di mano, e noi stessi non sapevamo più in che direzione stavamo andando. Non abbiamo mai veramente completato l’album. Era una nostra produzione e ne eravamo molto orgogliosi, ma alla fine è risultato completamente diverso da come lo volevamo”). Ma nondimeno contiene musica pop di altissimo livello, e non di presa commerciale, se escludiamo una o due canzoni. Il tema centrale è quello della guerra, comunemente triste ed implacabile. Odessa è la destinazione dell’oblio. L’album è arrangiato magnificamente, con orchestra annessa, ed in modo davvero particolare. La canzone Odessa era principalmente opera di Robin, molto complessa con sofisticati arrangiamenti orchestrali. La bellissima Melody Fair  divenne parte della colonna sonora per il film Melody ed arrivò al numero 1 delle classifiche in Giappone. Di ottima presa anche Marley Purt Drive che beegeesodessaracconta di un orfanotrofio con 35 ragazzi (rifatta dall’Equipe 84  come Pomeriggio ore 6): è un brano che deve molto al country rock di The Weight di The Band. Barry e Vince alle chitarre vengono aiutati da Bill Keith al banjo. Lamplight ha una parte del testo cantata in francese. Sull’album sono presenti anche 3 brani strumentali e le melodie vocali a volte rievocano antichi canti medioevali. Da segnalare l’outtake Nobody’s someone non presente nell’album, ma inclusa nella ristampa triplo cd (57 brani, Rhino/Reprise, 2009) dell’album remixato sul dischetto bonus dal titolo “Sketches for Odessa”, dove sono presenti versioni stereo e mono del disco, più altre rarità del periodo.

 

Francesco Ficco - Pasquale Wally Boffoli

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