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Clark-Hutchinson Furore Mistico

2016

115910203                         I N T R O

 

Oscuro duo underground inglese Clark-Hutchinsonprotagonista sia di un rock molto sperimentale, che di frementi  pagine blues e anche di momenti hard rock, con suoni durissimi e saturi di elettricità. Andy Clark e Mick Hutchinson, tastierista, cantante, sassofonista/flautista e batterista il primo, chitarrista, percussionista e bassista il secondo, furono tra gli esponenti della corrente underground più oltranzista e druggy freak del rock inglese 60/70, quella che ebbe come punto di riferimento la comune anarco-freak di Ladbroke Grove, band come (Social) Deviants, Sam Gopal’s Dream, Writing On The Wall, Third World War e fanzine rivoluzionarie come I.T. (International Times) e OZ.

 

BLUES E SOGNI IN TECHNICOLOUR

 

Dopo la loro prima esperienza rock con i Vamp, Andy Clark e Mick Hutchinson (nella foto sotto a destra) formarono un duo, sfruttando la loro caratteristica peculiare di essere degli eccellenti polistrumentisti. Non c’è un anedottica particolarmente ricca sui loro percorsi musicali, essendo stati marginali al business e poco inclini ai rapporti con i media clark bluese con il mondo glamour tipico degli anni 60, dove anche psichedelia e rock furono presto ridotti a prodotto consumistico rivolto ad un pubblico giovanile affamato di novità e di libertà. Come accadde a molti in quell’epoca in GB, partirono dal blues, registrando un album nel 1968 (foto a destra), fatto di blues elettrico, minimale e legato alla tradizione, ma anche di influenze R n’ B; otto brani di loro composizione, alcuni titoli: Bad Loser, Crow Jane, CH Boogie, The Summer Seems Longer. Fu inciso con la collaborazione di Walt Monahan e Franco Franco, rispettivamente al basso e alla  batteria: il disco non trovò nessuno disposto a pubblicarlo e sino alla metà degli anni 90 fu un classico lost album, poi nel '94 l’etichetta tedesca Little Wing Of Refugees, specializzata in ristampe a tiratura limitata di rarità anni 60/70, lo pubblicò con il titolo "Blues", dando agli appassionati la possibilità di ascoltare il loro grezzo blues permeato di elettricità. Nel 1967, Mick Hutchinson (a destra nella foto a fianco, insieme a Andy Clark), precedentemente anche membro dei Sons Of Fred, fu tra i protagonisti del leggendario 14 Hour Technicolour Dream at London’s Alexandra Palace, mitico raduno della prima psichedelia inglese,  suonando con i Sam Gopal’s Dream, che avevano come leader il percussionista indiano Sam Gopal (tablas) e dove in quella occasione, come secondo  chitarrista, suonava un giovane Lemmy Kilminster. Nel programma del concerto anche Pink Floyd, Tomorrow, Pretty Thing, Alexis Korner, The Move, Social Deviants  e molti altri interpreti di quella stagione estroversa e creativa definita anche “ Swinging London”.

 

IN STUDIO: SPERIMENTANDO NUOVE SONORITA’

 

clark A MH2cover_0491515102012_rNel 1969 la seconda esperienza in studio di Clark-Hutchinson, che fu quasi un esordio per i due, per la qualità professionale della produzione e della registrazione. Il loro sound fu connotato da un inedito afflato sperimentale e psichedelico veramente unico. Il disco intitolato "A=MH2" (Decca/Nova 1969) ebbe la produzione di Ian Sippen e Peter Shertser; fu una esplosione di creatività e fantasia, dove CH suonarono tutti gli strumenti e fu esclusivamente strumentale. Improvisation On A Modal Scale, brano di apertura, era pura psichedelia con le percussioni, la chitarra e il basso, impegnati in una giostra di suoni colorati e gioiosi, quasi circensi. Nel seguito del disco si sviluppò un clima più meditativo e mistico: Acapulco Gold, con Mick Hutchinson a tracciare voli clark 1709pindarici con la sua chitarra in una atmosfera misteriosa, Impromptu in E Minor, con il piano di Andy Clark protagonista, Textures In ¾, con il sax a dare l’incipit alla song e la solista a dare corpo al brano, con un brillante intermezzo flautistico di Clark. L’album terminava con Improvisation On A Indian Scale, lungo trip mistico indiano su scala diatonica, forse ispirato dalla mitica East/West di Paul Butterfield Blues Band, un tipico raga rock, un viaggio lisergico lungo le rive del Gange, con la chitarra di Hutchinson a tracciare arabeschi in technicolour, evidentemente la precedente collaborazione con l’indiano Sam Gopal fece scuola. Un disco bellissimo, che ovviamente non ebbe riscontri dalle classifiche, nonostante le note di copertina fossero state scritte da John Peel. In anni recenti A=MH2 ha avuto parziale giustizia tramite numerose reissue digitali e in vinile, anche con brani inediti, da parte di etichette come Walahlla, Angel Air, Akarma.

 

IN STUDIO: BLUES E FURORE ELETTRICO

 

Nel 1970 il secondo LP ufficiale, "Retribution" (Deram/Nova UK 1970), prodotto da loro stessi, fu caratterizzato da un totale cambiamento di linea musicale, qui i due furono coadiuvati da altri musicisti, il misterioso Amazing Stephen Amazing al basso e il batterista Del Coverley. Dalle sperimentazioni mistiche del primo lp si passò al blues e ad un violento hard rock drogato, soprattutto il brano iniziale Free To Be Stoned, che entra di clark retribution cover_4501515102012_rdiritto tra le più furibonde aperture di un disco dei '70, un inno alla libertà di sballarsi esplicito e senza inibizioni. La chitarra di MH ruggisce, la voce di AC è quasi punk e la sezione  ritmica pesta durissimo, stordimento. Poi After Hours, lungo e raffinato blues con il piano di Clark a condurre la danze e la Gibson SG di MH dai suoni quasi jazz, splendido brano; In Another Way, bellissima rock song con la voce di Clark protagonista e la chitarra acidissima, a seguire la lunga Best Suit, sorta di ballata elettrica con il solito MH impegnato in solismi raffinati ed esplosivi, certo non fu un chitarrista inferiore a nomi molto più blasonati del rock UK. Per finire un ritorno al rock più hard con Death The Lover, song durissima e deragliante, quasi proto punk: a nostro parere Retribution è un best dell’underground inglese. Anche questo lavoro rimase nell’anonimato e attirò solo un pubblico di nicchia. Anch’esso è stato ristampato come CD da Repertoire, Walhalla e come bootleg in Russia..

 

IN STUDIO: ULTIMA CHANCHE

 

Il terzo album "Gestalt" (Deram/Nova 1971) è ispirato dalla psicologia tedesca e suonato dai due con l’aiuto di Del Coverley alle percussioni in alcuni brani. In questo lavoro si creò un sound più riflessivo e complesso, con brani più brevi che in precedenza ed atmosfere più dolci e una certa disillusione di fondo; ebbe qualche attinenza con il sound di Peter Green di Man Of The World, che sfociò  poi dell’allucinato "The End Of The Game". Una sequela di brani originali e brillanti: Man Best Friend, con l’intro della chitarra flamenca di clark hutchinson gestaltMH e lo sviluppo in una dura ballad elettrica, Orientated, dove i fiati di Clark e la chitarra quasi sitar di MH riportarono il sound a quel trip indiano già sentito in A=MH2; poi Love Is The Light, ballad sospesa con la voce di Clark protagonista e la chitarra intenta a tessere trame sognanti, Boat In The Morning Mist, dove l’acustica di Mick Hutchinson diede la misura della formidabile tecnica e della bravura di questo poco conosciuto chitarrista inglese, First Reminder, ancora con splendide atmosfere balcaniche e medio orientali che rimandano al mood tipico degli East Of Eden. Tutto il disco si sviluppò così, con il suo sound malinconico sino alla finale Poison, un ritorno al rock duro e alla cattiveria di Retribution. Un altro lavoro riuscito, finito nel dimenticatoio: Gestalt fu il primo lp di Clark-Hutchinson ristampato come CD in Lussemburgo come bootleg nei primi anni '90 per una misteriosa label HF, poi nel 2005 ristampa ufficiale Repertoire.

 

DOPO…

 

Oscuri i percorsi post '70 dei due: Mick Hutchinson insegnò la chitarra e intraprese un vita dedicata al salutismo e vicina alle teorie new age, continuando a registrare la sua musica per piacere personale, orientandosi verso l’etnico e perfezionando i suoi suoni in una visione orientaleggiante. Andy Clark collaborò negli anni 90 ancora con Sam Gopal registrando un cd in Germania. Sono reperibili tutti e due sul social Facebook dove hanno clark stonedcover_11521515102012_rrecentemente aperto una pagina. Clark-Hutchinson, un altro mistero del mercato discografico, due fantastici musicisti, capaci di suonare tutto e di sperimentare suoni nuovi, non ebbero alcun riscontro allora e restarono nell’anonimato, forse perché il loro sound era troppo avanti per le charts, e forse anche per scelte personali rimasero fuori dal business rock dell’epoca. Rimane il valore dei loro lavori sempre originali e variegati, senz’altro delle pietre miliari del rock underground inglese anni 60/70. Potete ascoltarli tramite i vari cd-r pubblicati in anni recenti o cercando le copie originali dei loro vinili. Si consiglia una doppia antologia uscita su CD  nel 2010: "Free to Be Stoned: Complete Decca Recordings" (Esoteric Recordings) contenente praticamente quasi tutto il loro materiale in studio. Buona caccia

 

Guido Sfondrini

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