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25 Aprile 2017 , , ,

The Birthday Party Preghiere in fiamme e cimiteri di rottami

2017

party                       I N T R O  

 

Pochi esperimenti musicali hanno raggiunto l’intensità, la violenza sonora, la radicalità di un quintetto di australiani che sconvolse le platee europee nei primi anni ’80. Il loro primo nome era stato The Boys Next Door, ma non erano assolutamente ragazzi qualsiasi. Più calzante un nome preso da un dramma di Harold Pinter, The Birthday Party. Ma una festa di compleanno in cui davvero poteva succedere di tutto. Eppure la loro musica fondamentalmente era blues, ma il blues di chi era cresciuto in un mondo che ricordava ancora la seconda guerra mondiale e temeva seriamente la terza. Apocalisse sonora per esorcizzare quella incombente. E allora andiamo a raccontare quest’altra magnifica storia rock.

 

 

I ragazzi della porta accanto

 

Boys_next_door-door_doorNonostante tutto agli inizi erano veramente i ragazzi della porta accanto Nick Cave, Mick Harvey e Phil Calvert: studenti di scuola privata e membri del coro. Passarono al rock, insieme ad altri amici oggi dimenticati dalle cronache: John Cocivera, Brett Purcell, Chris Coyne. Fra il 1973 e il 1976 suonano alle feste scolastiche un repertorio rock decadente: Bowie, Lou Reed, Alice Cooper, Roxy Music, Alex Harvey. Prima svolta nel ’76: l’ingresso del bassista Tracy Pew (che morirà dieci anni dopo per gli strascichi di una crisi epilettica) e la conversione al punk, sotto l’influsso di Saints e Radio Birdman. Iniziano i tour e la composizione di materiale proprio. Seconda svolta nel 1978: entra in squadra il chitarrista Rowland S. Howard che inizia i ragazzi al Birthday_Party_album_coverblues, al rockabilly e al free jazz. The Boys Next Door incidono due album, “Door door” e “The birthday party(foto a fianco), oltre ad un EP, “Hee-haw”. Questi due dischi inizialmente escono solo in Australia, la ristampa europea del secondo sarà attribuita a The Birthday Party, poi la ristampa in CD vedrà LP ed EP insieme, col titolo Hee-haw. Door Door, è un disco piuttosto breve, Rowland Howard non suona ancora in tutti i brani, la voce di Nick Cave è più acuta e giovanile, lo stile è definibile punk-pop, ancora lontano dalla sconvolgente miscela dei dischi successivi. Chris Coyne è ospite al sax in tre brani. È un disco gradevole, ma ben lungi da quanto i folli australiani incideranno in seguito. Con Hee-haw abbiamo un disco di transizione, ma già molto più originale, sebbene a tratti troppo caotico, come in Faint hearth. Il successivo The birthday party vede Hee_Haw_LP_cover_by_The_Birthday_Partyil gruppo già maturo, e nel pieno delle proprie possibilità. Almeno due canzoni contenute, pubblicate anche come singoli, sono eccezionali: Mr Clarinet, una ballata ossessiva e sincopata, sfregiata da chitarre taglienti, e The friend catcher,  lenta e abrasiva, che lascia presagire le vette che saranno raggiunte in seguito. La voce di Nick Cave, profonda e giaculatoria, ora è immediatamente riconoscibile. Nell’insieme il disco è eccellente; lo stile può essere ancora assimilato al gothic/post punk, che all’epoca andava per la maggiore, con basso inciso più alto degli altri strumenti e chitarre suonate con fraseggi spezzati, mai riffs o sequenze di accordi pieni. A fare la differenza rispetto ai gruppi coevi è l’uso della batteria, non robotica e scarna, alla Cure per intenderci, ma suonata con tempi molto più complessi, spesso dispari o con accenti inusuali. È l’unico LP inciso dagli spiritati australiani a contenere una cover, Catman, di Gene Vincent e Tex Davis, talmente stravolta da poter essere facilmente scambiata per un originale del gruppo. Se questo disco non è entrato nella leggenda è solo perché in Europa è stato pubblicato in ritardo, e perché i ragazzi di Melbourne avrebbero fatto ancora meglio col disco successivo.

 

 

Preghiere in fiamme

 

BirthdayPartyPrayersOnFireIn fondo la musica degli ex ragazzi della porta accanto non è altro che blues. Ma che blues. La lezione di Captain Beefheart è stata ben appresa e un gruppo musicalmente totale e sconvolgente come il Pop Group non è passato invano. Simile è l’approccio urlato e incurante della distinzione tra generi, diversa è la concezione dei testi. Politici, marxisti, quelli del gruppo di Mark Stewart. Visionari, maledetti, intrisi di religiosità e blasfemia insieme quelli di Nick Cave, principale songwriter del gruppo. “Prayers on fire”, è un disco sensazionale, un capolavoro assoluto. Basterebbe l’iniziale Zoo-music girl a mettere ko l’ascoltatore: basso e batteria rotolanti, chitarre e organo sono lame taglienti, Nick salmodia come un selvaggio a un sabba, e arriva anche una tromba a agitare ulteriormente le acque. Cry è sincopata e funky, piena di pathos. Capers, delirante swamp blues da locale di quart’ordine, cantata da Cave versione vero orco, è uno dei due brani scritti dall’allora compagnia di Howard, hqdefault (1)Genevieve McGuckin, che oggi lavora per il cinema come graphic designer. Anche la bellissima Anita Lane, all’epoca compagnia di Nick, contribuisce con un testo, per a Dead song. Difficile scegliere il pezzo più bello del disco; potrebbe essere quello più blues, Nick the stripper, oscura, malata, con un grande arrangiamento di fiati. Oppure Figures of fun, musica da film noir, ma non ambientato nella Los Angeles degli anni ’40 bensì in una New York o Berlino del dopo-bomba. Anzi no, scegliamo King Ink, definitivo, animalesco, blues dell’apocalisse. Ma neppure per la drammatica Dull day si può evitare di trovare un angolino nel cuore. Rowland Howard canta Ho-ho, con voce altrettanto cavernosa, altra perfetta fusione tra blues e new wave. Per farla breve, uno di quei dischi in cui nessun brano è un riempitivo, anzi, nessuno è al di sotto dell’eccellenza. Non se ne trovano molti. La ristampa in CD presenta due brani in più, Blundertown e Kathy’s kisses, degnissime di stare nella scaletta originale. Nick Cave è già autore di levatura letteraria assoluta: riportiamo alcuni passi dai testi, nella traduzione di Alberto Campo, pubblicata per i tipi di Arcana nel 1989.

 

Zoo music girl

La nostra vita insieme è un dente cariato

Sputa i gusci, sputali

Sai perfettamente di cosa sto parlando

hqdefaultNon immischiare l’orchestra in cose del genere (…)

Il suono di giovani gambe inguainate

Il ritmo del suo passo, è splendido

Su fatelo contorcere, spezzare

Che si curvi si deformi  (…)

Il mio cuore è un mostro impazzito

Il mio cuore è un PESCE arrostito sulla brace

Bacio l’orlo della sua gonna

Le nostre vite una scatola piena di immondizia

Massacro il suo vestito finché fa male (…)

 

Nick the stripper

Nick lo spogliarellista

Ripugnante alla vista (2 volte)

È un piccolo insetto viscido (…)

Balla a quattro zampe

Nel suo vestito di compleanno (…)

 

King Ink

Re Inchiostro gironzola in città

caveFiutandosi intorno

Re Inchiostro scalcia via il fetido stivale

Sabbia e fuliggine e polvere e sporcizia ed

È molto più importante di quanto pensiate  (…)

Uno scarafaggio si arrampica su un muro

Re Inchiostro si sente uno scarafaggio

Ed odia il suo gusto di marcio  (…)

Oh si oh si che vita meravigliosa

FATS Domino alla radio

 

Maledettismo a buon mercato? Può darsi. Ma si tratta di un ragazzo poco più che ventenne, di buona famiglia e letture, che ha mollato tutto per il punk ed è anche diventato un tossico. Colpiscono i richiami continui alla sporcizia (fissazione alla fase anale, segno di un’educazione rigida, direbbe un freudiano), l’autoesaltazione e l’autoumiliazione continue, e tutto questo è molto punk, Kafka incontra Shakespeare, e l’amore è un misto di gioco e malattia.

 

 

Il cimitero dei rottami

 

BirthdayPartyJunkyardJunkyard, pubblicato nel 1982, presentava una buffa copertina che, a modesto parere di chi scrive, allontanava i possibili acquirenti. Il disco si apre con una plumbea ballata, She’s hit, che continua ottimamente la  linea del gruppo, tra post punk e blues, basandosi sugli intrecci di due chitarre, una non distorta e con molto riverbero e l’altra dal suono sporchissimo. L’incalzante Dead Joe vede Barry Adamson dei Magazine al basso. Se questo disco è leggermente inferiore a Prayers on fire è solo perché fare di meglio era impossibile. Canzoni come Big-Jesus-trash-can, The dim elevator, Hamlet (pow pow pow), coi loro ritmi variati, swing, swamp blues, valzer, e gli impasti furenti di chitarre, basso e batteria stanno di diritto sull’albo d’oro del gruppo. Sulla ristampa in CD tre brani in più: lo scatenato singolo Release the bats, uno psychobilly degno dei migliori Cramps, una versione alternativa di Dead Joe, e Blast off, curiosamente messa all’inizio della scaletta (in seguito i discografici sapranno fare ancora di peggio: le bonus track di “From her to eternity”, primo lavoro solista di Cave, saranno inserite a metà scaletta, come se fossero aggiunte a un ipotetico lato A).

 

In quell’anno The_Birthday_Party_and_Lydia_Lunch_-_1982_split_EPviene pubblicato anche un singolare split album dal vivo, condiviso con Lydia Lunch, all’epoca compagna di Howard e spesso collaboratrice di Nick in lavori letterari e teatrali, nonché fondatrice con lui degli Immaculate Consumptive, formazione completata da Marc Almond e Clint Ruin (alias Jim “Foetus” Thirlwell). Questo gruppo si esibì esclusivamente dal vivo, per tre serate a cavallo tra l’ottobre e il novembre del 1983, con la collaborazione di Blixa Bargeld, Barry Adamson, Mick Harvey e Annie Hogan (la pianista di Marc). A quanto si racconta le esibizioni furono disastrose, per lo stato alterato dei protagonisti, e mai incise ufficialmente (ma chi cerca trova…). Nel disco live ufficiale, intitolato “Drunk on the pope’s blood”, sono presenti sul lato A tre estratti dal primo LP e una cover di Loose degli Stooges, sul lato B un’unica composizione di Lydia Lunch, lunga oltre sedici minuti, intitolata The Agony is the ecstasy.

 

Big-Jesus-trash-can

GRAN GESÙ amici-del-cuore

BIDONE D’IMMONDIZIA

Un marcio affare merdoso questo

Ambedue i piedi nello Stivale Sbagliato

Rigido nella cripta, pupa, come una roccia

Roccia-roccia-roccia

GRAN GESÙ amici-del-cuore

BIDONE D’IMMONDIZIA

Mi ha riempito d’ IMMONDIZIA

Che perlomeno puzzava d’ IMMONDIZIA

Ha indosso un abito d’Oro (capelli impomatati)

Mio dio mi ha dato un fascino erotico (…)

 

 

Il seme cattivo

 

220px-The_bad_seed_epLa base del gruppo si sposta ancora, da Londra a Berlino. Le tensioni all’interno della band sono sempre più evidenti. L’abuso di droghe e alcool certamente non aiuta. Calvert, ormai incapace di tenere il ritmo, viene allontanato. Pew conosce il carcere. Cave e Howard non si sopportano più, Harvey entra ed esce. Tra i vari sostituti spicca Barry Adamson, ex Magazine, e durante le incisioni del terzo album Blixa Bargeld, chitarrista degli Einsturzende Neubauten, fa un’ospitata. Nasce così il nucleo dei Bad Seeds, il gruppo che accompagnerà la futura carriera solista di Cave. Già, “The bad seed” doveva essere il titolo del terzo disco. Non uscirà in quella forma se non postumo; nel CS1246520-02A-BIG1983 otto delle canzoni incise sono pubblicate equamente divise in due EP, "The bad seed" e “Mutiny”. Nel 1989 sono ristampate insieme con l’aggiunta di due inediti. Queste composizioni sono ancora di livello molto alto, non si penserebbe ascoltandole ad un gruppo in crisi, i cui membri vanno e vengono. La musica si è normalizzata rispetto allo straripante capolavoro Prayers on fire, siamo su coordinate un po’ più tipicamente rock e blues, ma personalità e qualità di scrittura non si sono appannate. La marziale Sonny’s burning è un inizio all’altezza delle aspettative; Deep in the woods un altro apocalittico blues di quelli di cui non ci stancheremo mai. Validi anche i brani destinati a finire su Mutiny, con preferenza personale per le catatoniche ballate Jennifer’s veil e Say a spell. Allo scioglimento seguirà la consueta pletora di ristampe, live postumi e antologie.

 

 

La festa appena cominciata è già finita

 

Quando il gruppo si scioglie definitivamente Nick Cave intraprenderà una magnifica carriera solista, diventando uno tra i musicisti simbolo del proprio tempo. MickHarvey si dividerà tra Bad Seeds e Crime and the City Solution, in cui ritrova Rowland Howard. Il R-960716-1182299550.jpegchitarrista rimane per poco col nuovo gruppo, lascia quasi subito per formare col fratello Harry e il batterista Epic Soundtracks (ex Swell Maps) un altro gruppo effimero, These Immortal Souls. Rowland Howard muore per un cancro al fegato il 30 dicembre 2009. Mick Harvey inizierà a fine anni ’90 a incidere dischi di tributo a Serge Gainsbourg, molto validi, e collabora con la sua omonima PJ, per gli amanti del gossip un’altra ex fiamma di Nick Cave. Ma molti pensano che i livelli raggiunti dai Birthday Party siano ineguagliati, persino dal Nick Cave solista. Vero o falso? Difficile dirlo, un musicista inevitabilmente cambia stile, la sua storia personale lo influenza, ha inevitabili alti e bassi. Certo è che i folli australiani sono stati tra i vertici creativi di un’epoca musicale che pure ha avuto picchi irraggiungibili.  

 

 

Ascolta  Zoo Music Girl 

              Big Jesus Trash Can

              The Birthday Party (Live at University Refectory, Sydney, Australia, Gennaio 1982) 

 

Alfredo Sgarlato

Video

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