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7 Maggio 2014 , ,

Stone The Crows La leggenda di Maggie Bell e Les Harvey

2014 - Polydor

stcmaggiebellStone The Crows, una delle più sottovalutate band del rock inglese anni 70: senz’altro non ebbero la fortuna che avrebbero meritato, soprattutto per quanto riguarda  il capitolo del business discografico; furono considerati soprattutto una live band, i loro concerti furono molto frequentati ed ebbero un notevole successo di pubblico e di critica. Meno i loro lavori discografici, pochi quantitativamente, ma - con uno sguardo retrospettivo - di altà qualità e decisamente originali, con un rock blues mai di maniera, caratterizzato dalla voce femminile (cosa rara a quei tempi) e dal complesso interplay tra la chitarra solista, le tastiere ed una potente e precisa sezione ritmica. Nacquero nel 1968 su iniziativa del manager Peter Grant,  della cantante scozzese Maggie Bell e del giovane chitarrista Les Harvey, fratello del più noto Alex, leader della Alex Harvey Band e protagonista del primo blues revival inglese con la sua Big Soul Band. Maggie,  giovanissima lasciò la scuola per fare l’operaia, si appassionò alla musica nera e dotata di una potente e abrasiva voce blues, di un notevole feeling e di grande senso della scena, si mise a cantare  nei pubs di Glasgow e dintorni, dove si fece conoscere dal pubblico locale e  costruì una notevole esperienza live. Formò in seguito una sua band, The Power, cui aderì il chitarrista Les Harvey, giovane ma già molto esperto, con esperienze rock professionali prima nei Kinning Park Ramblers e poi nei  Cartoone, opening  band  nell’USA tour dei Led Zeppelin nel 1969,  in numerose sessions e collaborazioni discografiche con il fratello Alex e nei tour con gli Spirit  e John Lee Hooker.

 

 

stcLa band ebbe un buon seguito e divenne l’attrazione principale della Esterhouse Project, locale rock di Glasgow. Qui furono notati da Peter Grant, allora manager degli Yardbirds (poi padre padrone dei Led Zeppelin e loro mentore, nel bene e nel male): Grant rimase impressionato dalla voce di Maggie e dall’abilità come chitarrista di Harvey, li mise sotto la sua ala protettrice e trasformò The Power in Stone The Crows (il nome derivava da una esclamazione slang anglo/australiana che significa “grande sorpresa” e incredulità). Ai due solisti si aggregarono il tastierista John McGinnis, il bassista Jim Dewar e l’esperto batterista Colin Allen, uno con alle spalle una lunga militanza nei Bluesbreakers di John Mayall e nella Big Roll Band di Zoot Money. Firmarono un contratto con la Polydor e diedero alle stampe il loro primo lp: “Stone The Crows”, notevole mix di rock blues e hard rock con una vena soul sempre presente. Raining On Your  Heart e The Touch Of Your Loving Hand composte stonethecrowsda Dewar e Harvey, Blind Man, blues di Josh White e la beatlesiana Fool On The Hill completarono la prima side del disco; poi  I Saw America lungo brano di oltre 17’, composto, tra gli altri, anche da David Allen (sì proprio lui, lo psichedelico alchimista di suoni inventore dei Soft Machine!). Il disco, molto interessante  fu prodotto da Grant e Mark London ed ebbe buone recensioni. La fama live degli STC divenne sempre più grande e diffusa, il loro live act incendiario fu tra i più ricercati nei numerosissimi festival rock inglesi ed europei, tipici di quei primi anni 70, di cui gli STC divennero degli immancabili protagonisti.

 

Nel 1970 il loro secondo lavoro: “Ode To John Law”,  con una serie di lunghi brani scritti dalla band, su misura per la voce di Maggie Bell e per l’originale solismo di Harvey, che cominciò ad avere la fama di essere uno dei migliori chitarristi rock inglesi emergenti. Ilstcode disco, composto da brani originali, si concludeva con la cover di Danger Zone di Percy Mayfield: un altro lavoro interessante, pregno di suoni blues e soul e di una certa tendenza prog rock. Il terzo disco fu registrato nel 1971 e si chiamò “Teenage Licks” sempre per la Polydor, un'altra registrazione sottovalutata che ebbe come apertura la dura Big Jim Salter, poi una serie di brani tra cui alcune notevoli soul ballads, la dylaniana Don’t  Think Twice e la breve Ailen Mochree, in gaelico, cantata a cappella da Maggie, omaggio al folk della natia Scozia; durante la registrazione del disco subentrò  al basso  Steve Thompson, anche lui ex Bluesbreakers ed alle tastiere Ronnie Lehay. Ma anche questa volta il disco non ebbe il riscontro di vendite e di critica sperato; STC continuarono ad essere noti per i loro concerti, forse erano veramente troppo trascinanti dal vivo e il pubblico rimaneva deluso dal loro studio sound più ricercato e complesso e dalla dimensione più classica della canzone, pur dilatata nei tempi, come era d’uso negli anni 70. Comunque, pur con qualche difficoltà, la band conquistò uno spazio nella scena rock inglese dell’epoca, dove certo non mancava la concorrenza e dove la guerra tra case discografiche per conquistare la vetta stc licksdelle charts era senza esclusione di colpi. Ma un cattivo destino era in agguato e nel maggio 1972, durante il soundcheck di un concerto alla Top Rank Ballroom di Swansea, Les Harvey rimase fulminato sul palco, causa il microfono per la voce malamente isolato: la morte fu immediata e il rock made in UK perse una delle sue migliori speranze chitarristiche. Il colpo fu durissimo ma la band andò ancora avanti per un breve periodo, Harvey fu sostituito dal chitarrista Jimmy Mc Culloch (ex Thunderclap Newman). In un primo momento il nuovo solista degli STC sembrò diventare Peter Green, ma le sue condizioni psicofisiche, critiche in quel periodo, furono un ostacolo insormontabile a questa evenienza.

 

Fecero ancora in tempo a pubblicare il loro quarto album per la Polydor: “Ontinuous Performance” del 1972; il disco vide anche la presenza di Harvey, alcuni brani erano  stati registrati prima della sua tragica scomparsa. Ancora un buon disco, con una Maggie Bell protagonista assoluta nell’acustico Pennicillin Blues di Brownie Mc Ghee e nella song One More Chance. Ironia della sorte, la canzone Good Time Girl arrivò al 12° posto della UKUnusual-Rockstar-Deaths_Leslie-Harvey single charts e fu il loro migliore risultato come vendite discografiche. La band era alla fine, la spinta della ricerca di più brillanti carriere soliste e la scarsità di risultati concreti, portò alla dissoluzione definitiva degli STC. Maggie Bell registrò altri due lp con il patrocino di Grant: “Suicide Sal” e “Queen Of The Night”, due buoni lavori soul oriented, poi collaborò con Rod Stewart nel million seller “Every Pictures Tells A Story” ed ancora oggi canta in giro per l’Europa in molti festival blues con Colin Allen, Chris Farlowe e altri vecchi protagonisti del British Blues. Allen militò in varie riedizioni dei stone the crowsBluesbreakers di John Mayall e negli anni 70 suonò con gli olandesi Focus, Jimmy McCulloch divenne il solista degli Wings di Paul Mc Cartney, morì nel 1979 per overdose di eroina. Postumi sono usciti i cd: “BBC Radio 1 Live Concert”, “BBC Sessions vol.2 1970-71”, “Live In Montreux 72”. Da riascoltare i loro quattro lp originali, più volte ristampati in digitale. Una band minore che ha comunque lasciato un segno nel firmamento rock inglese dei ruggenti anni 70.

Guido Sfondrini

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