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TempleZone NEOSPHERA

28 Aprile 2016 (digitale) - 3 Maggio 2016 (fisico) - FinalMuzik - CD/DD - 7 tracce - 38:41 minuti

Italia  #consigliatodadistorsioni     

 

a1861721646_16TempleZone è il moniker dietro cui si cela Giorgio Ricci, produttore elettronico di comprovata esperienza che ha legato il suo nome a progetti quali Scent Merci, Studien Über Hysterie, RAN (con Romina Salvadori, ex-Estasia), Monosonik (con Corrado Altieri/Uncodified), First Black Pope, Black Beat e soprattutto gli indimenticati Temple Beat, la band che lo ha reso noto a un pubblico underground internazionale. TempleZone riprende parte del nome dei Temple Beat, quasi a rimarcarne la paternità, anche se il sound del nuovo progetto solista di Ricci si muove oggi maggiormente in territori ambient-cinematici piuttosto che in percorsi ebm/electro-industrial. Per TempleZone Ricci predilige la breve durata - sempre tra i trenta e trentacinque minuti - e forse l’eccessiva brevità di questo terzo mini-album è l’unico difetto di un lavoro perfetto.  “Neosphera” esce a un anno e mezzo di distanza dai mini digitali “Slow Beats” (su Laverna) e “Vidia” (su Xonar) ed è il primo lavoro pubblicato sia in digitale che in CD, limitato a 300 copie. Il disco riprende le sonorità ambient-filmiche del mini d’esordio, tralasciando le asperità electro-industrial del secondo e spingendo in avanti non solo la ricerca sul suono ma anche compositiva: è sicuramente il lavoro più completo e complesso finora realizzato in tre anni di TempleZone. Neosphera possiede tutti gli elementi per poter essere la colonna sonora per un moderno Blade Runner: gelidi synth che suonano melodie a tratti malinconiche e a tratti apocalittiche, bassi e batterie artificiali (dal sound robotico), soundscape tecnologico-futuristi.

 

tzoneIl viaggio inizia con Eismeer, sinistra traccia dark ambient (di cui Ricci ha anche girato un bel video), per proseguire con On, traccia electro-industrial ricca di suoni pulsanti dal sapore fantascientifico. For è un lento crescendo di suoni elettronici hi-tech e atmosfere spaziali accompagnate da uno spoken word femminile campionato, Grindahvalur una notturna traccia cinematica in cui le delicate ritmiche mid-tempo - dai suoni elettronici ben trattati e mai invadenti - fanno da sottofondo agli accordi di pianoforte e ai pad sintetici, che tessono raggelanti melodie. Chiude Plastic Love, una delle tracce più belle, presente in due versioni: il fantasma dei RAN emerge nella parte iniziale, quando atmosfere cinematografiche dal mood malinconico si adagiano su campionamenti etnici che ci trasportano in terre lontane; il brano si evolve poi in una traccia electro-industrial slow tempo in stile ultimi Front Line Assembly, ricordando alcune b-side recenti del duo canadese per stile e suoni.

tzone1La seconda versione non presenta grandi novità rispetto all’originale (a parte l’inserimento di uno sporadico cantato al vocoder), ne sembra la prosecuzione: pur essendo realizzato da Scar dei First Black Pope, è stranamente morbido se confrontato con altri suoi remix e produzioni. Ricci è riuscito a superare se stesso, surclassando per qualità di songwriting e produzione i suoi lavori precedenti, mantenendo un suo stile riconoscibilissimo e tracciando una strada per il suo futuro artistico. Un disco da non lasciarsi sfuggire assolutamente se siete appassionati dell’electro-industrial meno efferata, di dark ambient e di colonne sonore elettroniche. 

 

Voto: 7.5/10
Diego Loporcaro

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