Migliora leggibilitàStampa
20 Luglio 2012 ,

El Torpe MOVIN’ ON

2012 - NoMad Records

el torpe# Consigliato da DISTORSIONI

 

Il blues impregna la terra dei suoi umori, si riversa nell' acqua del fiume, diviene immortale per poi popolare i sogni in bianco e nero di chiunque ne sia venuto in contatto. Come nel libro di Ishmael Reed "Mumbo Jumbo", un voodoo è destinato ad infettare interi continenti mietendo 'vittime'. Una di loro è Marco Albert (programmazione, voce e piano), musicista attivo da alcuni anni nell'ambito dell'improvvisazione elettroacustica con il trio Newtone2060, che sotto lo pseudomino El Torpe dà alle stampe "Movin' On", intrigante ed ulteriore testimonianza di come linguaggi solitamente distanti tra loro, quali blues ed elettronica, possano essere sintetizzati in un concept che renda omaggio alla tradizione pur rimanendo fedele ad una personale idea di contaminazione. In questo senso, i riferimenti non si limitano agli autori dei brani che Albert ha scelto di rivisitare, tra cui Big Joe Williams, Muddy Waters e Big Bill Broonzy; personalmente mi vengono in mente anche nomi come Mark Lanegan, The Young Gods, Nick Cave e non ultimo Gianluca Petrella con il suo Tubolibre.

 

Non a caso, tra coloro che affiancano El Torpe ritroviamo proprio due componenti del quartetto Tubolibre, ovvero il chitarrista Gabrio Baldacci (Mr. Rencore) ed il  batterista Cristiano Calcagnile, quest'ultimo già compagno d'avventura di Albert nel progetto Newtone2060. E' un'atmosfera carica di tensione quella che pervade "Movin' On", un'intimità psichedelica errante tra bassifondi, paludi e grandi spazi desertici, tra contrasti cromatici schiacciati dal sole accecante e chiaroscuri definiti da neon intermittenti che agitano gli spiriti notturni. Chitarre slide, sintetizzatori dal retrogusto dubstep, leggere allucinazioni  'granulari' e l'incisività di un drumming di prim'ordine si condensano attorno alle parole cantate attraverso anche l'ausilio di una post- produzione mai troppo invadente. Alcune pecche vanno invece riscontrate nel carattere monotonale che a tratti penalizza la voce di Albert e nell'amalgama sonora che in alcuni momenti soffre forse di un missaggio troppo aggressivo. Detto questo, per il sottoscritto l'album entra di diritto nel novero dei dischi più interessanti di questi ultimi mesi.

 

Tra i brani, tutti di ottimo livello, si distingue sicuramente la rilettura di Rock Me Baby (Muddy Waters), che nella parte centrale raggiunge l'apice d'intensità grazie anche ad un'incalzante geometria ritmica accostabile alla drum & bass, sulla quale tanto le linee sintetiche quanto quelle chitarristiche intrecciano una trama sonora dalla spiccata urgenza espressiva. Altro brano davvero affascinante  In The Evening (Big Bill Broonzy) si presta ottimamente ad una minimale e quasi incorporea trasposizione psichedelica, che sembra evocare sommessamente un rito sciamanico nel mentre in cui il giorno inesorabilmente muore e gli ultimi istanti di luce rossastra appaiono dilatarsi, lasciandoci il tempo per un'ultima preghiera. Buon ascolto.

 

Aldo De Sanctis

Video

Inizio pagina