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21 Novembre 2012 ,

King Howl Quartet KING HOWL QUARTET

2012 - Talk About Records

Quando ho inserito nel lettore il cd  dei King Howl Quartet, band originaria della Sardegna, con l’ampli regolato ad un buon volume, sono stato investito da un uragano di suoni rock blues duri e saturi di elettricità, francamente cosa rara per una band italica, quando dalle nostre parti è di gran moda il blues acustico e semi acustico nelle sue più svariate sfaccettature. La band, al primo album, è composta da quattro elementi: Marco Antagonista (guitars), Diego Pani (vocals, harp), Alessandro Cau (bass) e Dam-o Fanti (drums), propone un sound devoto al rock blues più acido e violento degli anni 70, quale quello dei californiani  Sliver o di band texane come i Josefus e i Mariani ed una forte tendenza stoner rock, genere figlio di quel suono antico ed esploso nei primi anni 90, con gruppi come i Fu Manchù, i Kyuss e gli Orange Goblin. 

 

Ma nel cd c’è anche una attitudine blues ben marcata, che i nostri evidenziano molto  bene con delle ottime, personalissime covers: il tradizionale John The Revelator, Trouble Soon Be Over, stravolta song di Blind Willie Johnson e Hard Time Killing Floor  brano di Skip James registrato con la collaborazione di Francesco Pìu, loro corregionale ed ormai consolidata presenza nel panorama blues nostrano. Quindi il trascinante rock blues  It’s Blues Baby di loro composizione e nella  finale Wolfman Calling, ossessivo boogie footstomper, un evidente omaggio al grande Howlin Wolf. Anche gli altri brani figurano bene, con una My Lord che forse sa un po’ troppo di Kyuss sound, ma è un peccato veniale. Il cd registrato allo studio Sonusville di Cagliari, prodotto da Talk About Records e Reeson Electric Division, con la parte tecnica curata da William Cuccu, definisce bene le notevoli capacità dei singoli solisti e la loro buona vena compositiva, senz’altro la dimensione live sarà a loro congeniale (se venite a suonare nella mia zona, Milano, fatemelo sapere). Un buon esordio, con  un genere, l’hard blues (adesso si dice stoner blues), storicamente molto poco suonato nella penisola italica.

 

Guido Sfondrini

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