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24 Giugno 2012 ,

Uochi Toki IDIOTI

2012 - La Tempesta Dischi

uochi-toki-idioti-Questo è un disco di difficile collocazione. Già definirlo hip hop mi sembra fuorviante: sarebbe più adatto parlare di “spoken words”: racconto libero su basi musicali. Si potrebbe parlare di performance artistica tout court più che di esperienza musicale. Il duo, formato da Napo (Matteo Palma), voce, e Rico (Riccardo Gamondi), elettronica, propone un racconto, non in forma libera come avviene per esempio con gli Offlaga Disco Pax, su una serie di basi molto ossessive. La narrazione di Napo segue rime e allitterazioni interne alle strofe, ma non è cadenzata come avviene nell'hip hop più tradizionale. Il primo disco, “Vocapatch”, è del 2003, “Idioti” è il settimo, terzo per l'etichetta La Tempesta.  Quello che mi piace nel disco è un atteggiamento filoscientifico, in netto contrasto con l'oscurantismo cospirazionista così di moda al giorno d'oggi, vedi l'apertura Ecce robot, che invoca una via ingegneristica alla parola e cita Asimov come nume ispiratore (a proposito: RIP Ray Bradbury, mio maestro) .

 

Quello che non mi piace è un atteggiamento risentito, molto diffuso peraltro nel mondo dell'hip hop, vedi quel sentimento di esclusione, incomprensione, che però non porta all'ascoltatore un moto di solidarietà ma di distacco: probabilmente tutti scriviamo per lenire una ferita, ma non guariremo. Prendiamo il penultimo brano, La recensione di questo disco: prevede le possibili quattro recensioni che il disco riceverà (la mia quale sarà? Un misto delle prime tre, la quarta non è il mio stile), ovvero la recensione delle recensioni. Nessuna li fa felici, ma forse hanno ragione, nell'era del download selvaggio, dei blog basati sul ‘se vi è piaciuto cercate anche...’, del primato delle emozioni sul ragionamento, è lecito chiedersi se fare giornalismo musicale serva ancora, ciò non toglie che io mi diverta a farlo, accidenti ci sto cascando anch'io nel risentimento. Ma torniamo al disco. La formula su cui si basano i singoli brani è sempre la medesima, narrazione su basi elettroniche. Sono i testi il pezzo forte degli Uochi Toki. Le parole vengono distorte, ripetute, piegate al flusso di coscienza. Più che farne un'analisi dettagliata bisogna perdersi nel flusso. Come ad una performance di arte contemporanea, a cui la musica degli Uochi Toki si può avvicinare. Disco molto interessante ma non per tutti i gusti. 

Alfredo Sgarlato

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