Johnny Winter Una grande icona del blues
1944 - 2014
di G.Sfondrini - Johnny Winter è morto a 70 anni a Zurigo, nella notte tra il 16 ed il 17 luglio 2014. Era nato nel 1944 a Beaumont, Texas. Nonostante i suoi notevoli disagi fisici negli ultimi anni, soprattutto nel deambulare (nei concerti doveva essere accompagnato a braccio sul palco e fatto sedere), non aveva mai smesso di suonare per il mondo - uno show pochi giorni fa in Italia, al Bloom di Mezzago - e di incidere, anche se a larghi intervalli. Il suo blues dall'impronta tipicamente texana, carico di feeling, la chitarra suonata con un inconfondibile stile selvaggio e trascinante, il fraseggio elettrico convulso e stordente, la voce sgraziata e vetrosa, ma capace di trasformare una song qualsiasi in una emozione unica, hanno regalato ad intere generazioni grandissime emozioni, e continueranno a farlo di certo.
Winter ha suonato con tutti i grandi del blues, e' stato il producer di Muddy Waters, ha suonato a Woodstock, ha lasciato una discografia di qualità' assoluta, dal vivo e' stato uno degli act più' entusiasmanti del rock blues made in USA: sino dai primi anni 60 in Texas, dove con il fratello Edgar mischiava psichedelia e musica soul. La sua versione di Jumpin Jack Flash entusiasmo' a tal punto gli Stones, che Jagger e Richard gli regalarono una canzone composta apposta per lui, Silver Train.
La discografia - di P.Boffoli
Tra i suoi album fondamentali per l'evoluzione del blues elettrico e del rock blues ricordiamo soprattutto alcuni degli anni '60 e '70, assolutamente imperdibili: "Second Winter" (doppio vinile che i lettori appassionati più 'anziani' certamente ricorderanno perchè recava in modo bizzarro una facciata completamente vuota), "The Progressive Blues Experiment", "Johnny Winter" - micidiale triade targata 1969 - "Johnny Winter and" (1970), "Live" (1971), "Still Alive and Well" (1973), "Saints & Sinners" (1974). Tutti dischi in cui a tenere banco è la sua albina rivisitazione febbricitante, elettricamente saturata, della tradizione dei grandi padri neri del blues, che fa di Johnny Winter già da quegli anni un grande 'maestro' di stile ed estetica blues rock della scena internazionale. Passando alla marea di compilation e raccolte, consigliamo a chi volesse recuperare il primissimo Winter, non ancora divenuto devastante solista, il doppio cd "Memories of Johnny Winter" (2000, Old'Or Collection),
28 brani tra country, suadenti ballate e cover di classici blues. Quindi "Early Times" (1971, Janus Records) ed "Early Winter" (1977, President) contenenti prezioso materiale del periodo 1960-1968.
Winter non toccherà più gli intensi vertici artistici dei suddetti lavori in studio del periodo 1969-1973, anche se bisogna riconoscere alla sua copiosa discografia dei decenni successivi una coerenza stilistica estrema. Alcune gemme blues da riscoprire: "Guitar Slinger" (1984), "Let Me In" (1991), "I'm a Bluesman" (2004), sino al valido "Roots" del 2011 che trovate recensito qui in calce in Distorsioni Blogspot. Il suo ultimo lavoro in studio "Step Back" (con grandi ospiti, Eric Clapton, Ben Harper, Billy Gibbons, Joe Perry, Dr. John, Leslie West, Brian Setzer e Joe Bonnamassa) uscirà postumo per Megaforce Records il 2 Settembre 2014, a tre anni dal precedente lavoro. Si tratterà dell'epitaffio definitivo, con tanto di omaggi di colleghi illustri, di un artista che ha dedicato l'intera sua esistenza alla causa del blues, calcando sino all'ultimo giorno i palcoscenici. Chapeau signori.
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