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1 Febbraio 2017 , ,

John Wetton Un gigante chiamato John

2017

wetton                                1949 - 2017

 

Family, King Crimson, Uriah Heep, Roxy Music, Wishbone Ash, Asia. Una lista interminabile di prestigiose band, mezzo secolo di prog, hard, glam e AOR, mezzo secolo di emozioni rock. John Wetton è stato bassista dalla timbrica inconfondibile prima di tutto, cantante, ricercato strumentista, talentuoso compositore ed abile session man. E' impresa ardua circoscrivere in poche righe la sua parabola musicale; elencandone la chilometrica produzione si corre il rischio di lasciar fuori qualcosa, un qualcosa raramente banale. Il musicista di Derby se ne è andato in silenzio il 31 gennaio 2017, annientato da un male incurabile. Ma quando uno come John lascia la vita terrena lo fa solo materialmente; la smisurata testimonianza discografica che ereditiamo alimenterà la sua anima artistica in eterno.

 

family-11aNato il 12 giugno 1949 nel Derbyshire, dopo l'esordio discografico nel 1971 con i Mogul Trash Wetton entra a far parte dei Family. “Fearless” e “Bandcamp” sono le opere che realizza con la band guidata dal grande Roger Chapman (insieme nella foto a destra) prima di essere richiamato nel 1973 dall'amico di infanzia Robert Fripp a rimpiazzare Boz Burrell nei King Crimson (prima foto sotto a sinistra). Alla corte crimea John staziona per circa un triennio partecipando al rilascio di tre pietre miliari del progressive come “Larks' tongues in aspic”, “Starless and Bible Black” e “Red” (quest'ultimo lavoro contenente la commovente Starless in cui il nostro canta).

 

King Crimson (1973)Tra il 1974 e il 1978 collabora alla realizzazione di quattro album solistici del carismatico Bryan Ferry; nello stesso periodo dopo aver preso parte al tour dei Roxy Music  (“Viva”, 1976)  appare come session man nei primi due album del chitarrista  Phil Manzanera e nella line-up Uriah Heep (in sostituzione di Gary Thain) in “Return to fantasy” e “High & Mighty”. L'incontro con l'amico crimsoniano Bill Bruford contribuisce alla formazione della band UK; due album di buona fattura (“U.K.” del 1978 e “Danger Money” del 1979) prima dell'apprezzato esordio da solista con “Caught in the Crossfire” ad inizio anni ottanta.

 

Roxy Music (1975)Dopo l'apparizione in “Number the brave” dei Wishbone Ash e la collaborazione con i transalpini Atoll (“Rock puzzle”) nel 1981 Wetton dà vita ad  uno dei suoi progetti di maggior successo commerciale: gli Asia. Carl Palmer degli E.L.P., Steve Howe degli Yes e Geoff Downes (The Buggles-Yes) si uniscono a John in una sorta di supergruppo che già a partire dal singolo apripista (il gettonatissimo Heat of the moment) riscuote un successo dalle dimensioni planetarie.

Asia (1982)L'album d'esordio omonimo “Asia” vende qualcosa come dieci milioni di copie, diventando ben presto manifesto della corrente AOR. Sebbene i successivi “Alpha” del 1983 e “Astra” del 1985 ottengono riscontri positivi, Wetton, in apparente contrasto con Howe, abbandona la band dedicandosi esclusivamente a lavori personali (alla fine gli album a firma Wetton saranno in totale sei) tra i quali spiccano “Arkangel” del 1997, “Rock of faith” del 2003 e “Wetton/Manzanera” composto nel 1987 con il talentuoso roxyano.

 

Caught in the Crossfire (1980)Soltanto negli anni duemila Wetton tornerà a collaborare dapprima con Downes nel progetto Icon (tre album omonimi tra il 2005 ed il 2009) ed in seguito con gli Asia. Nel 2007, a distanza di oltre un ventennio, il quartetto originario torna infatti a far capolino sui palchi di mezzo mondo. “Phoenix” (2008) è il risultato inedito dell'inaspettata reunion a cui seguono nell'ordine “Omega”“XXX” e “Gravitas” del 2014.

 

John WettonNel marzo 2015 viene distribuito New York Minute (Live at the Iridium, NY 2013)” a testimonianza di un tour effettuato negli States da John  nel quale viene supportato dalla formazione di estrazione jazzistica The Les Paul Trio. Purtroppo un documento destinato a restare l'ultimo di una fantastica carriera. Arrivederci John,  gigante buono del prog, ci mancherai.   

 

Alessandro Freschi

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