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29 Luglio 2014

Giorgio Gaslini Niente più musica «totale»?

2014

  giorgio_gaslini                        1929-2014

 

Giorgio Gaslini si è spento il 29 luglio 2014 all'ospedale di Borgo Val di Taro (Parma), a seguito delle conseguenze di una caduta patita un mese fa. In questa estate piovosa, per niente "distesa", non è solo il jazz a piangere una grande perdita: è la musica contemporanea tutta, intesa come lungo disvelarsi di linguaggi, stili, sguardi prospettici, che forse sarà meno "totale". Sì, perché Gaslini  ha incarnato appieno l'artista come pensatore sempre "dentro" la storia, rifuggendo cliché o tic à la page, lui, che nell'Italian Instabile Orchestra, accanto alla tastiera, aveva previsto il martelletto sull'incudine di acciaio, per una sola, decisiva nota.

 

Pianista, compositore d'orchestra, cresciuto nella natìa Milano (22 ottobre 1929), ha studiato al Conservatorio "Giuseppe Verdi", dove si diploma in ben sei discipline nel 1949 (piano, composizione, polifonia vocale, canto, direzione d’orchestra e orchestrazione).gaslini Amico di Luciano Berio e Claudio Abbado, scopre il jazz nell'ambiente familiare ricco di cimeli africani, ascoltando Earl Hines (il pianista di Louis Armstrong) o studiando le partiture di Stan Kenton, allievo di Edgar Varèse. Ben presto si mette in luce per una grande versatilità esecutiva, con una spiccata predilezione per la musica di Anton Webern, Stockhausen, Boulez,  Berio, Luigi Nono e Bruno Maderna, il meglio dell'avanguardia musicale dodecafonica europea (e non solo). 

 

E' all'interno di questi meandri che Gaslini, a partire dagli anni Cinquanta, privilegia il jazz, come l'unico linguaggio in grado di fondere la musica afroamericana con gli stilemi dodecafonici, attraverso l'improvvisazione. All'alba di una lunga stagione dell'impegno, nel 1957 scrive "Tempo e relazione", raccogliendo spunti dalle lezioni di Giorgio Gaslinifenomenologia (con Enzo Paci, all'Università di Milano). Il suo denso percorso artistico (oltre tremila concerti, unnew centinaio di dischi, composizioni e scritture, direzione di orchestre)  si arricchisce con la didattica, avviando i primi corsi di insegnamento in Italia, o affiancando il jazz alla danza. Ha incontrato anche il cinema, con le colonne sonore di "La Notte" (di Michelangelo Antonioni, 1961), "Le cinque giornate" e "Profondo rosso" (Dario Argento, 1973 e 1975), collaborando con Carlo Lizzani e Miklos Jancso. Tra i suoi dischi più significativi vogliamo citare "Oltre" (1962, in quartetto con Gianni Bedori ai fiati), o il frutto di collaborazioni che lo hanno visto accanto ad artisti quali Don Cherry, Steve Lacy, Gato Barbieri, Enrico Rava, Kent Carter, in "New Feelings", (1966), o con altri esponenti della musica di ricerca e dell'avanguardia europea e americana (Paul Rutherford, Roswell Rudd, Jean-Luc Ponty, Anthony Braxton, Eddie Gomez, Tony Oxley, tra gli altri). 

 

muralesArtista e intellettuale in grado di coniugare la scrittura, laindiansuite politica e la cultura, ha lasciato alcune testimonianze quali "Musica totale" (Feltrinelli, 1975) e "Tecnica e arte nel jazz" (Ricordi, 1982). Il suo rapporto con l'anima del jazz è svelata in "Africa" (quartetto, 1969), il riscatto della classe operaia in "Fabbrica occupata " (1973), la contemporaneità della rivolta nera nel "Colloquio con Malcolm X" (opera per coro, attori e big band, 1974), o quella latino-americana in "Murales" (quartetto, 1976); l'omaggio a Monk "Gaslini Plays Monk" (1981), o il reportage di viaggio con "Indian Suite" (ottetto, 1982), in Cina con "Skies of China" (quartetto, 1985), skiesofchinal'omaggio all'Europa di "Skies of Europe" (con l'Italian Instabile Orchestra, 1995), o a Sun Ra con "Gaslini Playssunra Sun Ra" (solo, 2005), sino all'ultimo lavoro in piano solo, "Incanti" (2011). Le storiche incisioni di Gaslini per i Dischi della Quercia (1976-1985) o per la Black Saint/Soul Note (1948-1974) testimoniano una grande forza creativa e una grande fiducia nel futuro della musica e della cultura, sempre alla ricerca di nuovi orizzonti.

 

Luciano Viotto

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