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12 Marzo 2016 ,

Keith Emerson Ebbro di tastiere

2016

keith                      1944 - 2016  

 

La notizia è di quelle che fanno balzare il cuore in gola a qualsiasi appassionato di musica, che sia o meno fan dell’artista in questione: l'11 marzo 2016, il corpo senza vita di Keith Emerson, suicidatosi con un colpo di arma da fuoco, è stato trovato nella villa di Santa Monica, vicino Los Angeles, in California, dove l’artista risiedeva.

 

Nato nel 1944, Emerson è stato spesso considerato il più grande tastierista rock vivente, per la sua capacità di miscelare, con uno stile del tutto personale e con una tecnica infallibile, musica classica, swing, jazz, avanguardia, ragtime e sperimentazioni elettroniche. Indimenticabile anche -negli anni ruggenti con i Nice e gli Emerson Lake & Palmer- il suo approccio 'fisico' con le tastiere (violentate, accoltellate), quasi un voler fondersi in un tutt'uno con esse. Approccio che si trasformava spesso nelle esibizioni live in veri e propri dissacranti ed epici show personali.

 

keith_emersonIl debutto all’inizio degli anni ’60, il vero e proprio boom con The Nice e le prime commistioni tra rock e classica, la consacrazione sull’Isola di Wight con  Emerson, Lake & Palmer (ELP), Greg Lake (basso e voce solista) e Carl Palmer (batteria) e, dalla fine degli anni ’70, una carriera fatta di luci e ombre: colonne sonore (anche per Dario Argento), un paio di reunion “monche” nella seconda metà degli anni ’80 (una con Cozy Powell al posto di Palmer e l’altra con Robert Berry al posto di Lake), una reunion vera e propria di tutti e tre negli anni ’90 e poi vari progetti, tra formazioni con più elementi e album di solo pianoforte.

 

keith-emersonCon l’arrivo del terzo millennio alcuni suoi tour erano stati cancellati a causa di gravi problemi di salute di vario tipo. Ora Emerson stava lavorando ad alcuni concerti in Giappone, ma pare che gli fosse stata diagnosticata una artrite deformante che gli avrebbe rapidamente impedito di suonare. Potrebbe essere questo il motivo alla base del gesto estremo? Uno strano commiato per uno che aveva intitolato la sua autobiografia “Lucky Man”, uomo fortunato, come il titolo della hit forse più famosa di Emerson Lake & Palmer.  [A.S.]  

 

 

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Keith Emerson graffiti

                                                      

Non saprei stabilire con assoluta certezza se, quando si sposa con una passionaccia forte e tenace, il lavoro di cronista e critico musicale può subire condizionamenti oppure può essere svolto con una maggiore consapevolezza. Personalmente ho sempre puntato Keith Emerson nellopapp 1alla separazione dei due momenti: se devo fornire informazioni o notazioni critiche su un determinato argomento, devo essere libero da ogni sovrastruttura ed essere fondamentalmente imparziale, e quindi corretto.

Il 16 luglio del 1997, a Catania, nel corso della manifestazione Estate Catanese, ho diviso la mia giornata in due parti: nella mattinata ho svolto il lavoro di cronista, per accogliere un gruppo, anzi un “supergruppo”, che rappresentava un pezzo importante della storia del Novecento, la sera ho vestito i panni del critico per analizzare, dal punto di vista musicale con gli opportuni risvolti spettacolari, il concerto che quel gruppo avrebbe tenuto davanti ad un pubblico foltissimo. Concerto a cui risalgono le tre foto originali molto approssimative, da me scattate  in quell'occasione con una misera macchinetta istantanea, che accompagnano questo articolo.

 

Con l’emozione che s’accompagna alla curiosità di conoscere personalmente artisti mitici -il che è naturale e inevitabile- ho incontrato Keith Emerson, per intervistarlo assieme ai suoi fidi Greg Lake e Carl Palmer, gregari (pur se di lusso) non solo sulla scena. Ne ho ELP a Catania nellopappsperimentato la disponibilità e la gentilezza, ho stretto a tutti le mani e scambiato qualche battuta. La sera, poi, con il necessario distacco, mi concentravo su un concerto, che invero deludeva le aspettative, risultando datato e un po’ polveroso, ma riuscendo in ogni caso a mettere in evidenza le qualità tecniche e virtuosistiche dei protagonisti.

Pensavo proprio a quei momenti, importantissimi per me, quando ho saputo della scomparsa del grande Keith. Del quale mi rimane l’immagine del musicista che ha saputo amalgamare sapientemente musica classica e rock, passando per i moduli del grande jazz e dando dignità al cosiddetto “progressive rock”.  

 

Keith Emerson nellopapp 2Non pensate che la rilettura dei “Quadri di un’esposizione” di Musorgskij che l’artista inglese ha fatto negli anni Settanta sia un gran capolavoro? E ancora, non vi pare che sia ancora una cosa trascinante la versione del jopliniano Maple Leaf Rag come Honky Tonky Train Blues, anche al di là del gradevole ricordo che può suscitarci della bella trasmissione televisiva Odeon, di cui era sigla? Il suo modo di cimentarsi con i complicati marchingegni delle sue tastiere elettroniche, del suo moog, con un carico di virtuosismo formidabile e una costruzione di suoni davvero irresistibile, resteranno tra i momenti più felici della Storia musicale del Novecento. Dentro la quale Keith Emerson si è conquistato con decisione un posto di assoluto rilievo.    [N.P.]  

 

Alberto Sgarlato - Nello Pappalardo

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