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29 Aprile 2015 ,

Kaveh Sarvarian SONIDO DEL ORIENTE. MUSICA PERSA EN UN VIAJE A

2015 - Autoproduzione

Kaveh Sarvarian SONIDO DEL ORIENTE. MUSICA PERSA EN UN VIAJE A ESPAÑA

Iran

 

Kaveh Sarvarian è un pluristrumentista iraniano dall’intensa e poliedrica attività musicale che lo ha portato a confrontarsi con generi musicali diversi, dalla musica classica persiana a quella occidentale, dalle tradizioni folk della sua regione al free jazz, appare quindi una naturale proiezione della sua curiosità e apertura mentale questo viaggio / incontro fra la musica persiana e quella spagnola che ci viene proposta nel suo ultimo lavoro “Sonido del Oriente”. E naturalmente ha chiamato accanto a sé diversi musicisti per accompagnarlo in questo variegato e avventuroso percorso fra tradizioni musicali differenti. Innanzitutto i multietnici Sinouj, eccellente band di etno jazz dal sapore fortemente mediterraneo di cui ci siamo occupati in occasione dell’uscita del loro “La Fiche”, poi il chitarrista di flamenco Paquete e il percussionista Bandolero, il gruppo persiano di jazz fusion Naima , il trio  Darawish del quale fa parte il sassofonista Pablo Hernandez Ramos  dei già citati Sinouj. 

 

"Sonido del Oriente" è il frutto di questo meticciato culturale, prima ancora che musicale, in cui la limpida classicità della musica  persiana, intrisa di profonda nostalgia, si incontra con il calore gitano del flamenco e delle tradizioni mediterranee e con lo spirito libero dell'improvvisazione jazz. Già la prima traccia Pire Farzaneh, brano tradizionale persiano, ci immerge in speziate e immaginifiche atmosfere orientali, fra cascate di percussioni e un suono avvolgente in cui emergono canto ipnotico, fiati, il ney e il sax, e tastiere vintage, prezioso incrocio fra la musica persiana e il jazz meticcio dei bravissimi Sinouij. Il prosieguo del disco esplora strade sempre diverse di contaminazione, così Persepolis privilegia la tradizione e offre a Sarvarian il modo migliore per fare apprezzare il suo straordinario talento nel suonare il persian ney, un flauto tipico dell'Iran, mentre in Isfahan y Granad, uno dei brani più suggestivi, sono la chitarra flamenca di Paquete e ancora  il flauto persiano a creare  una sorta di duello che culmina in un pirotecnico finale sintesi felice dell'estro  dei musicisti e del'anima nostalgica e fiabesca persiana e della sensualità andalusa.

 

Danse Arabe si invola verso melodie e armonie mediorientali sono l'oud, il ney e le percussioni a tenere banco insieme alle sinuosità del sax, in un viaggio fra casbah colorate, oasi desertiche, calore mediterraneo, il brano è strutturato come uno standard jazz con gli strumenti che di volta in volta si staccano per esibirsi in brevi improvvisazioni solistiche. Bistun è lirico e sentimentale con la voce calda di Kaveh Sarvarian e le percussioni di Pedram Khosrawi in evidenza, mentre Sol Del Sur ha ritmi sincopati e divertiti portati dal duo persiano Naima Band grazie alle evoluzioni del piano e della chitarra che si incrociano col ney. Concludono il disco la notevole Fiesta Persa, in cui ancora si incontra la fusion jazz dei Sinouj col flauto di Sarvarian in una progressione da sonorità rarefatte a più fisiche e vigorose, e infine a chiudree Dansa Folclorica in cui trovano sintesi influenze arabe, africane, jazz, mediterranee. Un disco che è la dimostrazione di quanto  l'incontro fra culture diverse sia in grado di partorire prodotti vivi e ricchi di fascino.

Ignazio Gulotta

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