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15 Marzo 2023 ,

Quiet Quartet Quiet Quartet

2023 - AMP Music & Records

Firenze negli anni Ottanta era considerata la Capitale Rock Italiana, grazie soprattutto a Litfiba e Diaframma, ma c’erano pure a Neon e Pankow oltre a locali gloriosi come il Tenax, Il Manila, il Backdoors e lo storico Auditorium Flog, adesso tristemente chiuso ai concerti. Come dire un pezzo di Firenze che se ne va. Nel 2023, dopo molti anni in cui il capoluogo toscano ha vissuto come ibernato, con un perenne torpore creativo e pochissime band davvero valide e originali, arrivano questi Quiet Quartet, un'autentica boccata d’aria fresca in un universo musicale ormai stantio e privo d’attrattiva. Una scena, non solo toscana ma italiana, che vede protagonisti cantautori divisi fra quelli depressi e quelli anche troppo allegri, che con l’ironia pensano di scuotere l’attenzione di ascoltatori da anni distratti dall’enorme mole di proposte musicali provenienti dalle varie piattaforme digitali, giusto per accentuare ancora di più la crisi dell’industria discografica. C’è da dire che sul versante femminile abbiamo un livello piuttosto alto, però mancava una formazione come quella dei Quiet Quartet, con un suono in completo stridore con quello che si ascolta in questi giorni (musicalmente) tristi, dove autentici squallori chiamati Rap o Trap sono autentiche aberrazioni, e stiamo bassi con le critiche. La formazione fiorentina, nata nel 2019, pur partendo da una base solo apparentemente cantautoriale abbina a questa eleganti partiture pianistiche che sono il loro fiore all’occhiello e tratto distintivo. Tutta questa magia è frutto dell’incontro della bravissima cantante Giulia Bartolini, Alessio Falcone al piano, Luca Giachi al basso e Simone Brilli alla batteria. Tutti strumentisti d’alto livello a dispetto di un'età media non certamente elevata. Già il fatto di rinunciare alla chitarra elettrica fa capire i loro intenti. Lo stile della band infatti è tipicamente jazz, sia sul versante pianistico che sull’uso della sezione ritmica con il tocco finale delle versatili corde vocali di Giulia. Il loro primo album, “Quiet Quartet”, ha un minutaggio totale che supera di poco i 30 minuti, poco importa, in presenza di sette composizioni precise e raffinate, con perfetti arrangiamenti, frutto di un lavoro collettivo davvero superbo. L’album è stato registrato nello studio Larione 10 di Grassina (Firenze), che da quattro decenni è garanzia di produzioni impeccabili, come quella di Andrea Pellegrini, con l’aiuto di Jacopo Pesci. È stato registrato ad aprile dello scorso anno ma fortunatamente ha visto la luce, una sorta di parto discografico a lungo atteso. Fra le altre cose si presenta con uno splendido scatto di fronte copertina, perfettamente adeguato al contenuto musicale. Il gruppo ci racconta che “tutti i brani nascono dal tema della dualità e dell'incontro tra due opposti: due diverse anime appartenenti alla stessa persona che cercano in ogni modo di ricomporsi”. Verso Noi Due apre il disco, il piano di Alessio scivola via morbido, prima lentamente poi con fughe al limite del vecchio progressive inglese, Giulia invece si avvicina a nobili singers come Julie Driscoll e Linda Hoyle (Affinity), volando con la fantasia aggiungiamo pure la divina Laura Nyro, del resto la Bartolini ha studiato canto e se ne accorgerebbe anche un ascoltatore distratto. Con Nostalgia e Sogno Lucido presentano una pulsante sezione ritmica e Falcone di nuovo in evidenza, sulle tracce di Michael Nyman e Wim Mertens, oltre ad avvicinare la band alla forma canzone, ma non certo nella solita forma semplice e poco originale che scorre nei giorni nostri, piuttosto in una forma elegante e di gran classe. Ma attenzione ai tre pezzi che seguono. Se Verrà è una gemma purissima, se amate il jazz più elegante non potete lasciarvi ammaliare dalle elaborate tessiture musicali dei fiorentini, qui il gruppo è al suo massimo creativo, gira tutto alla perfezione. Ma non c’è tempo di riprendere fiato perché Aria Di Tempesta che segue è di nuovo una magia fatta musica “Qui dentro sta calando il vento, vorrei stare qui a cercare nuove melodie” canta come una fata ammaliatrice Giulia, il basso pulsante di Luca fa la sua parte in maniera egregia e il tutto si conclude con una voce che pare un soffio di vento. Se con grande sforzo dovessimo eleggere una canzone come migliore di questo bellissimo album la nostra scelta cadrebbe su Tempo di Partire. Si resta catturati, si rimane col fiato sospeso per i cinque minuti del brano, inizialmente lasciato per un minuto al basso in solitaria di Luca Giachi, per poi svilupparsi nel solito modo elegante e impeccabile di un gruppo che non sembra affatto essere alle prime armi. Ma qui ci sono anche le parole che sembrano appartenere a tempi perduti. In tempi come quelli d’oggi dove molti musicisti usano solo il linguaggio da strada per farsi capire, i Quiet Quartet ricorrono a qualcosa di più antico, sognante e poetico.  “Tempo di andare via da qui, tempo di non guardare indietro mai, verso quel giorno chiamato libertà”. Unione è la degna conclusione di un album che dobbiamo per forza considerare come uno dei lavori migliori usciti dal Pianeta Italia dall’inizio del nuovo millennio, creativo, perfettamente strutturato e decisamente originale. Con queste premesse e con un'opera prima di questo livello resta soltanto da chiedersi dove potranno arrivare i Quiet Quartet, hanno mezzi tecnici immensi, grande facilità di scrittura e con una nobile cantante come Giulia Bartolini sognare non è poi un'utopia. Tempo di partire ma anche di volare.

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Voto: 9/10
Ricardo Martillos

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