Fermoposta → inviati dalle band
Migliora leggibilitàStampa
19 Luglio 2012

Bemuzic OUT FROM THE SHADOWS

2012 - Autoproduzione

Bemuzic OUT FROM THE SHADOWS# Consigliato da DISTORSIONI

 

La cigar box guitar è una strana chitarra costruita a mano, recuperando come cassa di risonanza le scatole dei sigari, da qui il suo bizzarro nome. Bemuzic, non è noto il suo vero  nome, nel novembre 2009 ne compra un paio in un noto sito di aste on line, dopo di che non contenta decide di fabbricarsele lei stessa. Armata delle suoi ferri del mestiere fatti in casa registra questo "Out from the shadows", terzo lavoro per lei dopo un mini d'esordio dal curioso titolo "If' you not listening that's ok" e il primo disco adulto "Playing(no rules)" entrambi dell'anno passato. Al contrario della bella copertina che sembra indicare la solita fanciulla protesa in spazi aperti alla ricerca del sogno americano, Bemuzic viene da Cambridge, UK, ed è dotata di un canto da usignolo che inevitabilmente la fa accostare a tante eroine dei gloriosi seventies britannici, le solite Karen Dalton, Vashti Bunyan e simili, pur essendo la sua una musica distante dai canoni tipici del folk inglese. 12 canzoni compongono questo riuscito album, nel quale Bemuzic oltre alle sue inseparabili cigar box guitars, si è avvalsa pure di altre diavolerie acustiche come altre 2 chitarre ricavate una da scatole di biscotti e l'altra, la Bedwarmer guitar, addirittura da uno strano scaldaletto di rame somigliante ad una padella per le caldarroste (!).

 

Il risultato  è davvero sorprendente in virtù del fatto che la nostra ragazza ha una tecnica davvero notevole, oltre a presumibili lunghi ascolti dei vecchi bluesmen neri e dei santoni dell'acustica John Fahey e seguaci vari. Shake it up, con 4 minuti intensi e un solo strepitoso: qui Bemuzic ha usato una One String resonator guitar Diddley Bow (Resbow) ovvero quelle chitarre quadrate che era solito usare il grande Ellis Mc Daniel, questa però ha appunto una corda sola (!)  Per il resto "Out from the shadows" si risolve in un gran bell'esercizio di ballate, non nel senso classico si intende, con un cantato a tratti stralunato, memore a volte del Jeffrey Lee Pierce armato di slide dei tempi d'oro, come ad esempio Trying to do the right thing e Field of Bones. I momenti più intimisti hanno invece nome Listen, Amy e Sad songs are the best, tre meravigliose songs che sembrano uscite da qualche oscuro capolavoro di 40 anni addietro.  Degni di nota anche l'esercizio finale di Happy ending ? e la bonus track Bourbon Blues, due strumentali che se ce ne fosse ancora bisogno ci dimostrano la grande perizia tecnica dell'inglesina. Resta poco da aggiungere se non ringraziare per la centesima volta il solito Bandcamp che dando spazio a migliaia di artisti ci permette molto spesso di scoprire dei talenti della bravura e verve creativa di Bezumic, un nome che spero in futuro possa uscire dal solito limbo dorato (?!) dell'underground.

 

Ricardo Martillos

Audio

Video

Inizio pagina