Zero.55 L’Aria Che Tira

A volte verrebbe da chiedersi se il rock esista ancora, quello fatto da ritmiche serrate e chitarre elettriche in piena esplosione creativa, quella musica che ti fa dimenare e dimenticare per un po’ le ambasce della vita, quel rock che negli anni Sessanta svezzò un’intera generazione che poi magari si indirizzò verso altri generi, ma in cui fa sempre bene ritornare. A rammentarci che il rock è sempre qui e lotta ancora insieme a noi questa volta sono i toscani Zero.55, longevo gruppo, ormai da quarant’anni in pista, con l’Ep “L’Aria Che Tira”. Il lavoro esce dopo un periodo difficile e incerto dovuto alla scomparsa del bassista Marzio Bianchini, fondatore della band e a cui il disco è dedicato, ma poi la decisione è stata quella di continuare, e nel testo della bella ballata Flowers vi è un’eco delle riflessioni che l’evento tragico ha avuto sui musicisti («Il tempo fino adesso percorso/mi ha reso cosciente/che un giorno tutto finirà»). Del resto che il rock non sia solo spensieratezza lo si scopre man mano che si approfondisce l’ascolto e non è un caso che nella scaletta sia stata inserita la cover di un autore tutt’altro che allegro come Luigi Tenco, la cui Un Giorno Dopo Un Altro chiude brillantemente l’Ep con un’interpretazione che la rendono ipnotica e visionaria come forse l’avrebbero resa i Velvet Underground. Gli altri brani confermano la versatilità degli Zero.55 nel muoversi nei meandri del rock, Ci Sono Cose Che Non Ho Mai Detto è un bel brano garage, Chi Sono Io è uno spigliato indie rock, We Feel Live riscopre l’energia funk che aveva caratterizzato la prima parte della carriera della band.