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6 Agosto 2013

Dangerlies ZITTO E URLA

2013 - Autoproduzione

dangerlies-musica-download-streaming-zitto-e-urlaI genovesi Dangerlies nascono come tribute band dei Guns ‘n’ Roses… ma attenzione: non certo da oggi, che i tributi sono all’ordine del giorno e si sono propagati e imposti talmente tanto da risultare inflazionati. Al contrario loro tributavano i Guns ben più di dieci anni fa, quando ancora questo concetto in Italia era ben lontano dal prendere piede. In tutti questi anni di affiatamento e maturazione collettiva, i Dangerlies, Francesco Mancuso (voce), Cloud (chitarre), Emiliano “Waster” Malaspina (chitarre), Stefano Russo (basso) e Filippo Iemma (batteria) hanno deciso di prendere un'altra strada e ci propongono questo “Zitto e urla, album che infatti misura enormi distanze rispetto al modello di riferimento originale. Otto tracce (sette reali, più un intro fatta di puri effetti sonori) e si parte subito con Black Mamba: l’attacco vocale, privo di ogni strumento, evoca persino il Demetrio Stratos degli Area di Luglio, agosto, settembre (nero), ma rapidamente il sound viene saturato da un muro di chitarre sul quale se ne snoda una, in particolare, che fa pensare a Thunderstruck degli AC/DC: già da questi elementi citati capiamo su quali parametri si snoda il sound dei Dangerlies, e cioè un perfetto connubio tra rock italiano con testi intelligenti e un cantato caldamente “mediterraneo” e un supporto tra glam e street-metal di respiro internazionale. Vertigini, tra Litfiba e Timoria, è uno dei pezzi forti più forti del CD e avrebbe tutte le potenzialità per imporsi radiofonicamente come singolo; Preda del buio (Orient Express) è forse l’episodio dell’intero album più debitore dei trascorsi metal della band, con un testo emotivamente toccante e reso molto bene dalla teatralità vocale di Mancuso; ha uno splendido ritornello di impatto che potrebbe essere una intelligente via italiana all’AOR americano. Persa nel blues (un passo), a dispetto del titolo non ha nulla di blues, ma è una struggente ballad dall’incedere quasi anni ’50. Chimay ha il testo più divertente - ma che allo stesso tempo invita a maturare molte riflessioni - di tutto il disco, supportato da una serie di riffs che rivelano le vere passioni della band: in esso si sentono echi di Aerosmith, Black Sabbath e, naturalmente, Guns’n’ Roses. Oltre il limite è una ritrascrizione e rivisitazione di Electric Chair degli Steelheart, che diventa una splendida ballad acustica in italiano. Concludiamo con Corri via, brano debitore verso l’hard rock più classico, un po’ seventies, un po’ southern, un po’ bluesy, un po’ Aerosmith. Una produzione eccellente che ci fa desiderare di ascoltare al più presto i Dangerlies con un secondo album. Un plauso anche alla bellissima copertina che riproduce un quadro di Rita Zappalà.

 

Alberto Sgarlato

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