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18 Giugno 2015 ,

Mike 3rd THE WAR IS NOT OVER

2015 - Prosdocimi Recording

Mike 3rd THE WAR IS NOT OVERIl 24 maggio del 1915 l’Italia entrava in quella che ancora oggi, ad un secolo di distanza, viene ricordata come “La Grande Guerra”. Esattamente il 24 maggio di 100 anni dopo il polistrumentista veneto Mike 3rd commemora l’evento con un grande concept-album, 21 tracce per complessive due ore di musica circa, nel quale quei sanguinosi episodi rivivono attraverso questi brani concatenati l’uno all’altro in un coinvolgente turbinio di eventi sonori. Del resto, come tutti noi ricordiamo per quello che abbiamo studiato a scuola, le regioni del Triveneto furono al centro di alcune tra le battaglie più sanguinose, per via della loro vicinanza con i territori dell’Impero Austro-Ungarico. Per questo motivo l’opera di Mike 3rd ha potuto usufruire del patrocinio della Regione Veneto e del Comune di Carmignano di Brenta, in provincia di Padova.

 

Se le atrocità della guerra immediatamente ispirano in tutti noi concetti come violenza, deflagrazione, distruzione, le sonorità che Mike 3rd sceglie per esprimere queste sensazioni sono l’esatto opposto: delicate, rarefatte e, soprattutto, estremamente raffinate. Innanzitutto ci troviamo di fronte a un album chitarristico: questo strumento è principe in tutti i costrutti armonici e melodici delle singole tracce e infonde in esse un'enorme gamma di colori. C’è un incedere quasi funky nella meravigliosa Night with a thousand furry animals, nella quale a un cantato intriso di blues fa da contraltare un arrangiamento per archi struggente e melanconico che ci porta sui territori del progressive rock. C’è invece davvero molto di pinkfloydiano nel cantato di In the twilight – Part I, che inevitabilmente spinge l’ascoltatore a un parallelismo: anche la band di Waters e Gilmour, infatti, aveva scritto un monumentale concept-album sugli orrori della guerra, anche se in quel caso la fonte di ispirazione non era la Prima ma la Seconda Guerra Mondiale (e in particolare la battaglia di Anzio, nella quale il bassista ancora bambino aveva perso il padre). 

 

341_crop_550x350_mike-3rd-2Semplicemente meravigliosa è Lost, a cavallo tra i languori dei francesi Air e le più recenti espressioni del neo-prog. A fare da trait-d’union tra i brani cantati, dieci intermezzi strumentali (intitolati March e numerati progressivamente), di lunghezza variabile ma mediamente brevi, affidati a intrecci di chitarre dal gusto molto post-rock (si potrebbe pensare a certi lavori di Jim O’ Rourke). Un’opera intensa, struggente, commovente, nella quale il polistrumentista veneto offre il meglio di sé, coadiuvato da un esercito di ospiti illustri: due nomi su tutti Tony Levin e Pat Mastellotto (e non hanno certo bisogno di ulteriori commenti!), ma anche Benny Greb, Iarin Munari, Alberto Stocco, Andrea Tombesi, Roberta Canzian, Filippo Galvanelli e Sofia Borgo. Straordinaria, infine, la limpidezza sonora offerta dalla produzione di Ronan Chris Murphy. Chi avrebbe mai immaginato che una tragedia come la 1a Guerra Mondiale potesse esse raccontata con tanta delicatezza? Un disco di gran classe e di inconsueta raffinatezza.

 

Alberto Sgarlato

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