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20 Febbraio 2014 ,

Wonder Vincent THE AMAZING STORY OF ROLLER KOSTNER

2013 - Cura Domestica

Wonder Vincent THE AMAZING STORY OF ROLLER KOSTNERUna lunga statale che parte da Perugia e scorre sino al delta del Mississipi, è questa la strada che sembra esser stata battuta dagli Wonder Vincent per la realizzazione di “The Amazing Story of Roller Kostner”. Blues, country e sano rock and roll sono gli ingredienti  di un concept album che riflette la vita dell’eccentrico Roller Kostner, un personaggio improbabile ed immaginario, un reduce di una guerra interiore che convive perennemente con i propri demoni. Il disco inizia molto bene, Semen Waterfall ha un ritmo ed una melodia dannatamente incalzanti, il mood quasi grunge accompagnato dalla voce pungente fa subito pensare al sound di una band americana sapientemente ubriaca di tutta la storia del blues. Ed è con questo approccio che prosegue l’intero album. Con Funk o’Saur ci si teletrasporta in una di quelle catapecchie degli ex stati confederati in cui musicisti yankee suonano un rockabilly grezzo e semipsichedelico ingurgitando galloni di bourbon.

 

Scorrendo la tracklist si arriva a My Little Bunny, forse il brano meglio riuscito dell’intero LP, un country che trasuda rock and roll da tutti i pori, ma che, nel frattempo, deve fare i conti anche con il punk creando così un cocktail geniale. Un brano questo ricco di spiccata ironia, con un testo non politically correct e sessualmente esplicito da recitare in un verso “what gang do you wanna bang?”. Poi arrivano due pezzi con un tiro micidiale che sanno persino più dei precedenti di blues rock a stelle e strisce: Aamorymonky e l’irriverente Piss & Love sono energia allo stato puro, con un azzeccato intreccio tra la chitarra di Luca Luciani e la voce graffiante di Andrea Tocci raro da sentire nel bel paese. Chiude l’album Venus in Darfur, una dichiarazione d’amore dell’allucinato Rolling Kostner alla sua “piccola coniglietta”, una pseudo-serenata che alterna il folk con picchi imprevedibili di folle energia, specchio della pazzia del personaggio. Un difetto dell’album? La durata totale: solo mezz’oretta, per il resto gli Wonder Vincent sembrano essere proprio sulla giusta strada. 


Andrea Ghignone

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