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7 Dicembre 2012

Gargamella TETA VELATA

2012 - Utu Conspiracy

GARGAMELLA Gargamella è universalmente conosciuto per essere il mago nemico dei Puffi, talmente cattivo che vorrebbe mangiarseli. Adesso però Gargamella è anche il nome scelto dall'originalissimo progetto del duo maremmano-fiorentino formato da Lapo Mariani e Nicola Savelli entrambi splendidi polistrumentisti. Il disco "Teta Velata"  ha visto la luce all'inizio dell'anno corrente per i tipi della Utu Conspiracy, etichetta fiorentina che ha prodotto altri due lavori del prolifico Savelli. I due progetti paralleli hanno nome Elettrocapra, altro nome bizzarro, col disco "L'Avvento Della Grande Bestia"(luglio 2012), qui siamo dalle parti di Primus e Butthole Surfers, disco di buon impatto sonoro, e gli sperimentali La Cuenta con "La Gentilezza Del Serpente: Prima Senti I Sonagli, Dopo Arriva Il Veleno" (2010), tre lunghissimi brani di difficile ascolto e per i soli amanti del genere doom-noise. I Gargamella sono a mio modesto parere la cosa più interessante partorita dalla mente di Nicola, siamo nei territori del folk, ma non di quello tradizionale-revivalistico bensì un’ evoluzione dello stesso, con un suono difficile da reperire ed ascoltare sulle sponde italiche.

 

Bellissimo l'intro strumentale di Pater, con un bel lavoro al piano di Lapo Mariani, a ruota viene la splendida Xacaras, il soffice flauto è di Alessandro Bosco e bello il gioco percussivo di Savelli, una gemma stile prog italico dei 70', versante Pepe Maina, Aktuala e simili. Francesca Messina presta la sua voce per Danza Rossa, sorta di variazione sul tema di un Carmina Burana del XII secolo. Echi di Carnascialia e Nuova Compagnia di Canto Popolare mi rimbalzano nelle orecchie, proprio un bell'esempio di traditional rivisto e arrangiato con classe. La title track Teta Velata è sorta di danza macabra, il piano di Lapo picchia forte, il brano pur prevalentemente strumentale presenta anche celestiali armonie vocali. La breve Mater introduce Leu Chansoneta, brano risalente al 1200 addirittura, impeccabile la prestazione vocale di Candida Nieri, e delizioso anche il glockenspiel che tratteggia Sybil.

 

La lunga The Remin Essence, bello il gioco di parole, presenta un largo uso del theremin  da parte di Nicola, ed è un brano inquietante e minaccioso, con un altro bell'inserto pianistico a chiudere i giochi. Whisky  vuole forse essere un omaggio proprio ai Whisky Trail, altro nome storico dell'area folk fiorentina, poi vengono Novum Gaudium,  se volete chiamatela pure musica etnica - già De Andrè con il capolavoro “Creuza de Mà” ci aveva spalancato le porte - e Tubalcain, altro saggio di bravura strumentale dei due. A concludere un disco dal fascino unico ci pensa King of nowhere, simil prog pure questo se non fosse per il solito duello pianoforte percussioni imbastito da Morliani  e Savelli . Un lunghissimo silenzio da far invidia a John Cage introduce l'immancabile ghost track, con canti e ritmiche tribalistiche che chiudono la partita. Un cenno finale per il titolo, variato e preso a prestito dal'immenso Pier Paolo Pasolini nella sua fase adolescenziale. Grazie a Niccolò Gallio, abile fonico e sound ingeneer ma soprattutto a Lapo e Nicola, gran disco il loro e mi ripeto volentieri.  

 

Ricardo Martillos
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