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26 Aprile 2013

Questi Sconosciuti QUESTI SCONOSCIUTI

2013 - Autoproduzione - La Fame Dischi press

questi sconosciutiAlessandro Palazzo, voce e chitarra; Giuseppe “Giubis” Bisignano, basso, chitarra e voce;  Francesco “Franz” Lenti, tastiere; Marcello Semeraro, batteria. Ovvero, autoironico il nome, invero: Questi Sconosciuti, band le cui coordinate geografiche ricadono tra Brindisi e Taranto. Le coordinate sonore di questi quattro volenterosi ragazzi pugliesi affondano invece le radici in un robusto rock’n’roll  Pixies oriented, su cui s’innestano storie di vita vissuta declinate da testi cantati in italiano, parte frutto di esperienze biografiche dei membri della band parte della voglia di raccontare in musica di una nazione i cui valori fondanti si dissolvono, sotto il peso della omologazione culturale e della corruzione morale imperanti. Alla sezione biografica, di gran lunga preponderante, afferisce l’iniziale Ciao, sorretta da robuste dosi di riffs chitarristici su cui s’innerva un testo talora pregno di ingenui riferimenti sentimentali, sostenuto tuttavia da un buon impianto vocale. Identico discorso pare valere per la successiva traccia, Due Di Due, con un’ottima chitarra che sovrasta la fragile linea testuale; Principianti, ribadisce il mood iniziale dell’album, con l’aggiunta di note di piano a far da contraltare al tono monolitico della chitarra.

 

Un deciso miglioramento s’avverte in Me Tapino, che seppur in nulla differendo generalmente dai brani precedenti, presenta un struttura più compatta, un più omogeneo amalgama tra testo e musica, con opportuni inserti di tastiere che ne impreziosiscono il livello. Brani di ulteriore rilievo: Perdonami Niente, dalla declinazione prevalentemente acustica; Tutto Il Giorno, forse l’episodio migliore del disco, con venature di valida psichedelica, il testo espressivo del forte disagio delle nuove generazioni, alla ricerca di un senso in una società priva di punti di riferimento a livello sociale; Balconing, riflessione sulla sciagurata pratica del balconing, deleteria costumanza in auge tra giovinastri privi di vera creatività; Prove Di Rivoluzione, brano finale dal ritmo incalzante, inneggiante alla ribellione a stili di vita troppo omologati e alle mediocrità del vivere quotidiano. Infine, l’album di un gruppo ancora in cerca di una definita identità: non male nelle parti strumentali robustamente rock, ancora pregno di troppi riferimenti testuali di un certo ingenuo autobiografismo di taglio sentimentalistico, che tolgono incisività all’omogeneità compositiva dell’insieme. Ci saranno, di certo, tempo e modo per migliorare.

 

Rocco Sapuppo

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