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7 Giugno 2014 , ,

A Modern Way To Die PULSE AND TREATMENT

2014 - Seahorse Recordings

A Modern Way To Die PULSE AND TREATMENT Un brusco tuffo negli anni ’80. Tanto violento da apparire quasi disorientante. Questa la prima sensazione che si ha scoprendo A Modern Way To Die, band catanese che approda a questo album di debutto, intitolato “Pulse and Treatment”, dopo aver già realizzato un EP, “Bad Medicine”, e un singolo di lancio, She Walks, che è anche traccia di apertura di questo nuovo full-length. I tre musicisti catanesi si firmano nel CD con gli pseudonimi di Cris “Batt’s”, Santo TT e Pat Guerrera (li abbiamo fedelmente trascritti) e tutti e tre suonano chitarra e tastiere, mentre Pat è anche cantante. Depeche Mode è il primo nome che viene in mente: un electro-pop mid-tempo dalle ritmiche elettroniche scandite in modo prepotente, evidenziate nel mixaggio così da risultare determinanti, mentre le chitarre, effettatissime, ricamano una sorta di “condimento”. In certe linee melodiche si pensa anche ai Magazine, ai Sound o persino ai Luxuria (progetto post-Magazine di Howard DeVoto). Ma nessuno dei tre paragoni è calzante appieno: troppo più complessi e sofisticati i primi, troppo più disperati i secondi, troppo più stilisticamente compositi i terzi. 

 

E non si può tacere il fatto che certi lunghi glissando chitarristici facciano venire in mente, più nell’atmosfera che nelle sonorità, i Visage. La ricerca sonora effettuata sui due strumenti che di fatto costituiscono l’ossatura dell’intero disco è notevole: si coglie una sincera volontà e una profonda cura nel renderli ostinatamente retrò. L’unica cosa che tradisce una certa italianità è la voce: volenti o nolenti, il fantasma del più famoso Piero del rock italiano a tratti fa capolino. A questi tre giovani catanesi auguriamo un futuro ben più dignitoso. A proposito della voce, non è ben chiaro se questa registrazione talmente riverberata e bassa nel mixaggio da sembrare lontana e ovattata sia un commosso e studiato omaggio a certi demo-tape lo-fi di trent’anni fa o soltanto un clamoroso errore di produzione. Comunque pur con un substrato ritmico un po’ troppo ripetitivo, le varie canzoni risultino azzeccate e personali, pur nella loro devota riproposizione di un’epoca ben precisa della musica italiana ed europea in generale.

Alberto Sgarlato

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