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2 Dicembre 2016

Massimo Garritano PRESENT

7 maggio 2016 - Manitù Records

Massimo Garritano suona la chitarra acustica e in attesa di cimentarsi con questa opera prima tutta in solitaria ha prestato le sei corde ad almeno una ventina di collaborazioni discografiche, ha partecipato live a decine di festival, ha composto musica per il teatro e ha insegnato chitarra (anche elettrica pop/rock/jazz) in scuole e conservatori prestigiosi in varie città italiane. Ma oltre al curriculum (comunque riduttivo rispetto alla sua intensa attività) quello che ci interessa sono le dieci tracce che lo vedono protagonista nella quarantina scarsa di minuti di questo CD.

Il virtuoso chitarrista calabrese si muove nei territori ibridi di quel suono esclusivamente acustico e strumentale che, per capirci, si avvicina, almeno in parte, alla musica classica pur non essendola affatto. Questo avviene in brani quali Goodbye, Little Boys, la stessa Present che titola l’album e soprattutto nella suggestiva Adelaide dove i fan dello Steve Hackett meno rock e più acusticamente classicheggiante avranno certamente modo di gioire.

Ma non tutto è così: Dancing Mary che apre l’album e vede protagonista il bouzouki, profuma di spezie mediorientali salvo poi aprirsi inaspettatamente a sonorità celtico-scozzesi quasi danzerecce. Great Spirit ci porta invece negli spazi aperti dei deserti americani con le vibrazioni tremolanti di un dobro che farebbe l’invidia di Ry Cooder, mentre, continuando il gioco delle citazioni, Costellazione 5 si apre a rarefazioni acustiche supportate da minimali effetti elettronici che, senza scomodare i soundscapes del genio Robert Fripp, ricordano certe sperimentazioni chitarristiche anni ’70 del nostro Riccardo Zappa.

Un’altra manciata di ottimi brani, tra i quali uno (Nick Drake) dedicato allo sfortunato e romantico songwriter inglese autore del capolavoro “Pink Moon”, concludono degnamente un album morbido e delicato, che se a un ascolto distratto e sottofondista può apparire statico e monocorde, con la giusta attenzione che merita rivela tutta l’abilità tecnica e compositiva dell’autore svelando, inoltre, la ricchezza delle varie sfumature che lo sfaccettano come un lucido prisma iridescente.

 

Maurizio Pupi Bracali

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