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29 Aprile 2012

Werner OIL TRIES TO BE WATER

2012 - White Birch Records

Werner  - OIL TRIES TO BE WATER  # Vivamente consigliato da DISTORSIONI

La giovane indie label White Birch Records  non contenta di averci donato lo splendido album dei Walking the Cow "Monsters are Easy to Draw” si ripresenta magicamente  a noi con il debutto di questo  terzetto pistoiese a nome Werner, "Oil tries to water". Stefano Venturini, voce e chitarra è il più noto, si fa per dire, del gruppo, avendo militato nei misconosciuti Ka mate ka ora, una slo-core/shoegaze band con due interessantissimi albums al suo attivo, "Thick as the summer stars" (2009) e "Entertainment in slow motion" (2010). Completano la formazione due brave strumentiste di formazione classica, almeno è quello che salta all'orecchio, Alessia Castellano al violoncello ed Elettra Capecchi al piano.

 

Il disco si presenta con un artwork tipicamente autunnale, opera di tal Cuore di Cane, è molto raffinato ed elegante, evocante certe belle covers del prog italico dei seventies ed in linea con i recenti eroi dell'indie folk, apocalittico o meno, Backworld per esempio. Il suono dei Werner, mai sopra le righe, è il perfetto specchio della bella immagine di copertina, un velo di tristezza ammanta le dieci suadenti composizioni, punteggiate dai morbidi e delicati inserti strumentali, tutti di pregevole fattura. Dall'iniziale Walzer for Annie alla conclusiva His beautiful rooster i Werner non accusano cedimenti di sorta; c'è più di un punto di contatto fra questo lavoro ed un altro superbo disco di cui vi ho parlato su Distorsioni, quel "Tutto è vanità" di Veive Cura, la stessa cura per gli arrangiamenti, la stessa poesia che vibra, una leggerezza che incanta ed ammalia al tempo stesso. Una menzione a parte  nell'intero lavoro va ad Erik, chiamiamola pure una cover di Erik Satie, che fa seguire all'intro sognante di voce piano e violoncello un finale da brivido con un break chitarristico bello quanto inatteso.  Il tocco pianistico di Elettra Capecchi ricorda a tratti il Michael Nyman  magico di  “Lezioni di Piano” (Jane Campion 1993): si ascolti al proposito la bella Blue sea of Runa, con cori di Proxy Mary,  e la già citata opener Walzer for Annie, qui splendido pure il violoncello di Alessia Castellano  che brilla anche nella brumosa The dawning. Resta da parlare di Stefano Venturini e della sua voce, si sa è sempre materia difficile il cantato in inglese per chi non la possiede come madrelingua, ma il nostro se la cava molto bene.

 

Molto forti le attinenze, sto parlando sempre di armonie vocali, oltre che con i vari indie folksters attuali, con i Pink Floyd leggendari di fine  anni sessanta inizio settanta, Cirrus Minor da “More” (1969), Grantchester Meadows da “Ummagumma” (1969)  ed If da “Atom Hearth Mother” (1970). Sentire nel caso Your essence, Homesleepin -  anche qui Proxy Mary aiuta alle backing vocals - e Brown eyes mentre   Why didin't you scomoda addirittura il fantasma del leggendario Syd Barrett (Golden hair). Il disco è stato registrato  da Step all'Homeless Cartoon Studio, ha un suono davvero unico e raro da trovare  nel panorama indie nostrano: all'ascolto risulta difficile catalogarlo come un prodotto recente, ricco com'è del fascino delle cose passate, il mio spassionato consiglio è di procurarvelo al più presto prima di confinarlo tra le perle dimenticate. Werner quindi, una stupenda realtà, un altro nome da scrivere in rosso tra le migliori scoperte di questo 2012 che, a mio modesto parere, ci ha già riservato delle gran belle sorprese e siamo appena ad un terzo del cammino.  I nostri piccoli talenti crescono in un paese dove avere il giusto  riconoscimento sembra sia diventato merce rara.

 

 

Ricardo Martillos

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