fermoposta.it → inviati dalle band
Migliora leggibilitàStampa
16 Dicembre 2012

The Charlestones OFF THE BEAT

2012 - Moscow

the charlestonesSento l’incontrollabile bisogno di iniziare questa recensione con uno sfogo personale: io odio i CD senza uno straccio di nota di copertina a parte i titoli. Oggi un’autoproduzione, grazie alle moderne tecnologie, costa enormemente meno rispetto a 20, 30 o 40 anni fa. Quindi dico: avete fatto questo investimento e vi siete auto-stampati un CD? A questo punto spendete anche quei 20 euro di cartuccia riciclata eco-compatibile della stampante e allegate un foglietto con due nomi e due credits, oltre ai soli titoli. Ok, mi rendo conto che questo è un problema mio, che sono un vecchiaccio feticista di quelli che ancora si eccitano a scartare un CD (o molto meglio ancora un vinile) e ne annusano il profumo di carta fresca di stampa. I giovani (o come dicevamo noi vecchietti, i giovini) di oggi sono diversi, giustamente: sono cresciuti in un’era in cui la musica è vissuta soprattutto on-line, vista su youtube, ascoltata e condivisa sui social network, e la cartaccia stampata è roba per dinosauri come me.

 

E infatti le poche note biografiche di The Charlestones le ho trovate sul sito di MTV-New Generation, una sezione del noto canale tv (sempre più interattivo) dedicata alle nuove tendenze e ai linguaggi “altri” rispetto al mainstream, in cui i Charlestones si trovano accanto a diversi nomi, tra cui i Foxhound, già recensiti sulle pagine web di Distorsioni (e decisamente meno interessanti!). Sul sito di MTV-New Generation scopriamo che prendono il nome da un negozio definito “di cianfrusaglie”, che si chiamano Mattia Bonanni, Gian Marco Crevatin, Matteo Peresson e Federico Pellizzari, rispettivamente voce, chitarra, basso e batteria, e che prima di questo “Off the Beat” hanno all’attivo un EP nel 2009 e un album di esordio l’anno successivo. Il resto lo lasciamo dire alla loro musica: nelle loro sonorità c’è tutta la storia del pop, dai Beatles ai Beach Boys, soprattutto quello british, dagli XTC agli Smiths, dai Charlatans agli Housemartins. La loro forza è nel buongusto di non scimmiottare e di non trascendere mai ma soprattutto nelle melodie, così deliziosamente sixties, che entrano dolcemente nel cuore, ascolto dopo ascolto. Canzoni che un tempo, tanti ma tanti anni fa, sarebbero state definite “easy listening” e che, invece, nel mondo nervoso, urlato e frettoloso di oggi, diventano persino un ascolto sofisticato e intelligente.

 

Alberto Sgarlato

Audio

Inizio pagina