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22 Febbraio 2014 ,

Farglow METEORS REMOTES

2013 - diNotte Records

Farglow METEORS REMOTESSono all’esordio i veronesi Farglow (Giacomo Bressan, Michele Zamboni, Gianluca Bassano e Marco Fasoli) con questo “Meteors Remotes”, nove tracce per un viaggio strumentale di circa quarantacinque minuti che propone un genere a cavallo tra il post-rock, l’elettronica ambient e la psichedelia. Certo, realizzare un disco strumentale in un paese come il nostro, dove anche il reparto indie si dimostra incline al cantautorato a noi sempre caro, risulta scelta difficile quanto coraggiosa - anche se ultimamente comincia a sembrare inflazionata -  e in questo caso il lavoro presenta alcuni spunti interessanti come i continui stop and go e le ambientazioni trasognanti proprio come il titolo del disco sembra volerci suggerire. Tecnicamente ottimi, come suggeriscono le evoluzioni sonore di brani come Playground e Super Red Carpet dove la elaborata composizione è ben bilanciata dalla semplicità di un suono minimale o dove la potenza e la velocità si fondono, come in Death o quando i cori finali di Talking About Beatles vengono distorti e piegati alla funzione di strumento organico all’interno del brano.

 

Interessante la conclusiva Radio Ganymede in cui il gruppo si addentra in territori sonori meno scontati, fatti di un pop oscuro complice un piano davvero emozionante ed una batteria sincopata, per un effetto davvero cinematico anche senza mai abbandonare completamente il sentiero che si sta percorrendo. In definitiva, un disco piacevole con chitarre sognanti - ma non eccessivamente shoegaze - in primo piano e che ha dalla sua una fruibilità immediata a dispetto di quello che potrebbe essere il tipico ostacolo dei lavori strumentali. Pecca però, probabilmente a causa della giovane età del progetto, di una ripetitività che lungo il percorso stanca e fa perdere un po’ di vista il quadro generale. Un buon esordio in cui sicuramente c’è tempo per mettere a fuoco un progetto dai tratti interessanti che per adesso lascia qualche punto interrogativo giusto sulla sua policromia.

Ubaldo Tarantino

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