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15 Agosto 2013 ,

Jangy Leeon LIONEL COLLECTION

2013 - 20100 Records

lionel-collectionIl disco d’esordio di Gianluca Magistrelli, in arte Jangy Leeon, apprezzato Mc (nel  gergo rap-hip hop: Master of Ceremonies, ovvero maestro di invenzione di rime estemporanee in freestyle) milanese, suona variegato e spalmato su una scala cromatico-musicale di notevole impatto. In “Lionel Collection”, partecipano, con pregnante apporto di fantasia, taluni tra i più noti esponenti della scena hip hop alternativa italiana, ruotanti attorno all’etichetta indipendente lombarda 20100 Records: da Jack The Smoker a ESA, da Musteeno a E-Green; e beatmakers come Res Nullius, Nero, DJ Low Kidd, Wego FTS, Espo, solo per citarne alcuni. Un disco di pirotecnica gamma espressiva su base hip-hop, con intarsi di matrice reggae, dub, funk, e martellanti campionamenti di taglio transoceanico, sul tappeto vocale di Jangy, e testi intrisi d’irresistibile humor ma anche di riferimenti sociali alquanto penetranti e incisivi. Brani come Stars, di ascendenza classicamente hip hop, o Money, affresco sonoro e vocale che suona come una spietata critica a una società vieppiù asservita a forme di capitalismo selvaggio, già rendono l’idea del tenore complessivo dell’album. Sul versante di un’intelligente prospettiva ironica, sia pure coi soliti e opportuni riferimenti sociali di critica al sistema di vita occidentale, Carmela. La voce declamante l’incipit della Commedia dantesca, in Highway, prelude a un’oscura discesa in musica nei meandri delle vicende dei personaggi disegnati dall’illustre Toscano, trasfigurate nella forma dei mali della civiltà contemporanea, una sorta di viaggio nel febbricoso inferno metropolitano, senza sperabile redenzione. Altre tracce notevoli del disco: Non Sono Stanco, testo calibrato ottimamente su una base di chitarra campionata; Gorilla Muzik, Lady Babylon, dal notevole refrain dub-step e dall’esilarante, ma corrosivamente ironico, testo, virato sulle costumanze sessuali odierne assunte come stereotipie. In ultima analisi, un buon disco, invero, riuscita sintesi tra feroce critica alla società contemporanea e intelligente ma corrosiva  ironia nell’approccio ad aspre tematiche socio-economiche, su un’intrigante base musicale.

                                                                                 

 


Rocco Sapuppo

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