fermoposta.it → inviati dalle band
Migliora leggibilitàStampa
23 Febbraio 2013

Quarzomadera L’IMPATTO

2012 - Videoradio

quarzomaderaI Quarzomadera sono un trio monzese formato da Davide Sar (voce/chitarra/programmazione),  Tony Centorrino (batteria) e Simona Pozzi (cori) arrivato dopo oltre dodici anni di vita al terzo album dopo “Cardio & Psiche”, “Orbite” e l’EP d’esordio “Lunica” in cui, da un’iniziale formazione a due si è poi arrivati alla stabilità della attuale formula a tre. Questo a testimonianza di una già rodata attività alle spalle che li ha portati a maturare un suono personale fatto di una elettronica che si fonde con un tessuto chitarristico di chiara matrice prog/psichedelica anni 70, anche se aggiornato e personalizzato, dando vita ad una miscela interessante. Il cantato è in italiano, con testi pungenti come Incanto e le introspezioni di Rimedi e speranze. Proprio in pieno stile prog/psichedelico c’è anche spazio per il breve ponte cinematico-strumentale di Piccoli scheletri nell’armadio e per l’incursione de L’asceta. Un disco diretto che non credo abbia la pretesa di proporre formule innovative o hypster quanto piuttosto di arrivare dritti ai padiglioni auricolari dell’ascoltatore per catturarne l’attenzione progressivamente ascolto dopo ascolto.

 

Sì perché, se a un primo ascolto il lavoro può rischiare di passare un po’ inosservato, le trame di canzoni come  la lunga suite finale La soluzione richiedono un ascolto multiplo per un disco che si snoda in dieci tracce fatte di ballate rock molto valide come Le Cose Che Non Trovi e tracce più soniche come in Nebula o a tinte anni 80 come in Spore anche se sempre con un occhio alla possibilità di un ascolto radiofonico. Un disco che sembra l’ideale punto di partenza per poter esplorare futuri percorsi sonori con una maggiore convinzione nei propri mezzi che porti ad approfondire maggiormente dei solchi appena accennati, e forse questo è l’unico limite se così possiamo dire, di questo lavoro:  un pizzico di coraggio in più nell’osare e approfondire certe strutture probabilmente avrebbe dato un’ulteriore connotazione ad un disco ed a brani  che se ascoltati singolarmente e magari senza la giusta attenzione, rischiano di passare ingiustamente inosservati , in bilico come il feto della bella copertina, tra il giorno e la notte, tra un ascoltatore attento e desideroso di essere conquistato lentamente ed uno più distratto da catturare al primo giro per poi irretirlo con il passare degli ascolti.

 

Ubaldo Tarantino

Video

Inizio pagina