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20 Aprile 2016 ,

Minnie’s LETTERE SCAMBIATE

29 gennaio 2016 - To Lose La Track/Ammonia Records

Premessa fondamentale: è sempre particolarmente doloroso recensire un EP, o un mini-album, che dir si voglia. Perché si ha la sensazione che quello che si sta ascoltando sia soltanto un “assaggio” di qualcuno o di qualcosa che si sarebbe potuto esprimere molto di più e meglio.

Qui, nella fattispecie, abbiamo a disposizione poco meno di mezz’oretta di musica, perché le quattro tracce in questione sono molto lunghe, mediamente dai 5 agli 8 minuti. I quattro titoli sembrano quasi collegati tra loro, sembrano formare un tema, una poesia, un filo logico: E ora? Voglio scordarmi di me, Per andare via, Lontano. Provate a leggerli tutti di fila, c’è una logica. E infatti il disco è, a tutti gli effetti, un concept-album o anzi, come preferiscono chiamarlo i Minnie’s, è un disco(rso). Il luogo che sembra fare paura, da cui scappare via, da dimenticare, in questo caso è Milano. Una Milano fatta di industria ma anche di arte, di oppressione metropolitana e di musica come via di fuga per evadere dai clichés e dalla routine, una Milano un po’ losca e criminale, a volte angosciante, a volte solo noiosa. 

 

Ma i nostri riusciranno realmente a fuggirne via? Probabilmente no, perché in realtà, in fondo al loro cuore, i quattro Luca, Yuri, Viole e Ale (rispettivamente voce/chitarra, chitarra, basso e batteria), in realtà questa Milano cupa e noiosa, ma anche imprevedibile, la amano con tutte le loro forze. Tanti contenuti, insomma, in “Lettere Scambiate”. Ok, ma la forma? Probabilmente la musica non è all’altezza dei bei testi; c’è sempre qualcosa che sa di già sentito. C’è il noise-pop dei Verdena che domina su tutto, qualche sfogo di rabbia che ricorda i Diaframma, qualche estemporanea schitarrata grunge, lo spettro dei Pavement che incombe per brevi tratti ma senza la loro eleganza. Intorno alla metà degli anni ’90, periodo nel quale si sono formati anche i Minnie’s, ne erano usciti fuori davvero tanti, di gruppi così, in Italia. Belle idee ma poco mordente e un po’ di ripetitività. Stiamo comunque parlando di una band che merita il massimo rispetto, perché in due decadi di attività ha sfornato una decina di titoli, tra LP ed EP. Ma è un sound ben preciso, figlio del proprio tempo, che piaccia o non piaccia.

Alberto Sgarlato

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