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29 Agosto 2012

Orlando Andreucci Inusitato

2012 - EGEA/interbeat

Orlando Andreucci Inusitato Esistono storie come quelle di Orlando Andreucci che non possono esulare da figure che sembrano di contorno, solo perché in una copertina compaiono in secondo piano. Simonetta Bumbi crea la copertina, scrive il testo di Cosa ne sarà, si prodiga in veste di manager.  È da più di vent’anni che il musicista romano è amato e ama i suoi ammiratori. Pezzi come Andrea ci dicono il perché, ma ci spingono anche a chiedere perché un musicista raffinato e possente e, lasciatemelo dire, Eroicamente Antico, come Orlando, è ancora materia oscura per i più. C’è ispirazione in un panorama musicale sterile e pregno di utenti di tasti (in loop) da piano-bar, bellezza in un tramonto che cola mascara, forza in un mondo che trasuda tracotanza. Senza Parole è magica. Voce, chitarra e piano sono flash da bourbon e lume di candela. Una voce strepitosa. Corrosa, lavica. Un volto epico, solcato da pentagrammi di rughe. È il quinto disco, ma lui è sempre più puro, vero, ammaliante. Nato nella musica fatta e prodotta. Casa ricordi è stata la sua casa. Lezioni di piano, ma lui andava a memoria (grande!). I suoi se ne accorsero perche non sfogliava mai le pagine. A 13 anni la prima chitarra. “Per le pischelle”.

 

Poi tastiere, sax, flauto. Alla fine, definitivamente, la chitarra… e la voce. Fra jazz e canzone d’autore, in fin dei conti un uomo che suona e canta raccontando in musica e parole le sue storie. Storie eterne, che rivestono il nostro presente di frammenti di un passato che ci accarezzerà per sempre e che da sempre ci accarezza. Voce chitarra e pianoforte. È arte. Ombre e luci. Vuoti e pieni. Il segreto della musica… della vita. La dinamica. Non credo sia un caso che questo disco esca per la EGEA, etichetta perugina da sempre attenta alla gran qualità del prodotto. Uno chansonnier? Forse, ma non solo. C’è jazz e blues e poesia e sincerità. Un disco essenziale. Considerando la bellezza della musica nella sua primigenia, magica essenza. E la chitarra e soprattutto la voce di Orlando, il pianoforte di Primiano di Biase ci accompagnano in questo viaggio fra sogno e realtà. C’è verità nella musica di Orlando. C’è vita. Una vita vissuta in prima persona. Una giovane anima in tumulto nel corpo maturo di un guerriero ramingo.

 

Maurizio Galasso

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