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8 Febbraio 2015 ,

Leitmotiv I VAGABONDI

2015 - La Fabbrica-Pelagonia Dischi-Audioglobe

Leitmotiv I VAGABONDI

 

Vengono dalla Puglia i quattro musicisti della band Leitmotiv, ormai giunta al quarto disco e con alle spalle una lunga attività dal vivo. La musica che producono è sostanzialmente un folk rock con un’inclinazione sia verso il pop, in particolare nella ricerca di melodie e ritornelli accattivanti, sia verso virate dub, che ne dilatano il ritmo, l’indie, in particolare nella ricerca di groove energici e trascinanti, il punk per l’impatto diretto e immediato di molti brani. Ma anche il cantautorato per i testi che assumono un ruolo rilevante nell’economia delle dieci canzoni di cui si compone “I Vagabondi”, e oscillano fra la denuncia sociale e del malessere giovanile in particolare e una vena più intima e nostalgica che qua e là affiora.

 

Il disco ha le frecce migliori del suo arco proprio nelle canzoni che esplorano la vena cantautorale dalle buone melodie e cantate con un dolce distacco non privo di velata ironia e di evocativa nostalgia che possono ricordare i lavori di Gianfranco Manfredi, ci riferiamo a canzoni come Madama Milano o Marinai o Passi che intrigano per il loro andamento riflessivo e pacato e dove si valorizzano maggiormente, oltre alla voce di Giorgio Consoli anche il carattere non proprio immediato dei testi, ricchi di metafore e immagini suggestive e complesse. Purtroppo non funzionano altrettanto bene i brani più tirati e che magari sul palco avranno un impatto maggiore e più accattivante, raramente i ritornelli convincono in pieno, fin troppo urlati e ripetuti, per esempio nella ballata Testa di Paglia, ma anche nella non proprio originale Ad Occhi Chiusi che non viene salvata dal potente ed energico groove della sezione ritmica, più riuscito il rock’n’roll di Niente da Perdere, inno della gioventù disillusa del belpaese, che possiede una certa verve e freschezza. In conclusione il giudizio non può che essere interlocutorio, luci e ombre si compensano, ma non riescono a cacciare la sensazione di un album a cui manchi un vero punto di forza, due o tre canzoni che ti colpiscano e ti venga voglia di correre a riascoltarle, e nel gran circo delle uscite musicali questo rappresenta un ostacolo non indifferenti per farsi notare.

Ignazio Gulotta

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