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17 Dicembre 2016 , ,

Buzzy Lao HULA

21 ottobre 2016 - INRI

Torino si conferma una sorta di Mecca musicale italiana. A rappresentare degnamente il sound vivo ed eterogeneo del capoluogo piemontese, il giovane ed ispirato cantautore Buzzy Lao, autore di un disco d'esordio veramente molto interessante, dal titolo Hula, registrato quasi per intero a Palermo e prodotto da Fabio Rizzo

Un cantautore, dicevamo. Ma Buzzy Lao è qualcosa di più di un "semplice" menestrello cantastorie: nel mood dell'artista torinese si mescolano i tratti del cantautorato italiano di ultima generazione (da Fabi a Brunori, da Carnesi a Dimartino) con le chiarissime influenze blues dell'autore, che non disdegna nemmeno troppo sporadiche incursioni nel sound caraibico e afro (Hanno Ucciso l'Amore).

Caratteristica essenziale del suono che vien fuori da "Hula" è l'utilizzo della celeberrima Weissenborn, la chitarra blues per definizione. Il risultato? Un gustosissimo mix tra introspezione (pregevoli i testi in cui Buzzy Lao spazia tra intimismo, autobiografico e temi di attualità sociale quali le diseguaglianze e le discriminazioni etniche e culturali) mai esasperata e suoni potenti che vanno dal blues-rock al soul al gospel.

Un disco, insomma, vario ed avvolgente che, in ultima analisi, dà di Buzzy Lao l'idea di un cantautore più vicino alla tradizione anglo-americana che strettamente italiana. A costo di scomodare paragoni ingombranti, la sensazione che "Hula" lascia nelle orecchie è che potremmo davvero avere a che fare con un artista capace di imporsi tanto come un nuovo Nick Drake (per la profondità mai circonvoluta di alcuni testi, ad esempio la bellissima Le Luci Della Mia Ombra) quanto come un nuovo Paul Weller (per il costante bisogno di esplorare diversi terreni musicali senza mai venir meno alle sue radici, ben evidenti in Chiedi Chiedi). D'altronde, da chi ha molto talento è lecito aspettarsi grandi cose.

Riccardo Resta

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