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31 Gennaio 2018 , ,

Bluestones GROUPIE

30 dicembre 2017 - Autoproduzione

Dopo l’esordio di “Born in a Different Cloud”, “Groupie” rappresenta la seconda prova in studio per i Bluestones da Reggio Calabria, i quali dimostrano di aver bene appreso la lezione della post-modernità lavorando con i generi musicali in modo orizzontale, ma senza creare quell’alone pulp in grado di insudiciare ogni cosa tipico dell'esperienza ibridativa dei primi anni novanta. Anni novanta anche la durata del disco che si assesta intorno ai sessanta minuti, una vera rarità rispetto alle odierne scelte produttive tutte tese a rincorrere tempi e modalità omogenee con la spotify-fruizione. "Groupie" è una scommessa meticcia e caleidoscopica che pesca a piene mani nei tic più adusati del melomane rock, come l’incipit inconfondibilmente stoner dell’iniziale Worn-Out Organism è lì a testimoniare. La traccia ha il deciso sapore dei Kyuss e di questi ultimi assume la caratteristica cadenza umbratile tanto più percettibile man mano che si procede nell’ascolto del brano.

Ottimo il lavoro di ricamo proposto dalla sezione ritmica composta da Vincenzo Cuzzola alla batteria e Alessandro Romeo al basso. Il disco scivola quindi via piacevole e mutevole, incline tanto ad indugiare su note alt-metal vezzose come a imbarcarsi in scorribande punk invocate da Death By Fire sino ad arrivare allo swing attraente e ruffiano che serpeggia nel sottotesto della fresca Pin-up Groupies. Una menzione particolare per lo strumentale C. Mazzone, ottima prova di scrittura in bilico tra God Is an Astronaut e tentazioni psych. A noi comunque sarebbe bastato il titolo, per amarla.

Luca Gori

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