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20 Marzo 2016 , ,

Tubax GOVERNO LASER

29 febbraio 2016 - Megasound

Tubax GOVERNO LASERSuoni da un desueto televisore a tubo catodico. Questo suggerisce lo stravagante cartonato tridimensionale che prende forma modellando il pop-up della cover ideato da Giovanni Iafrate per la nuova fatica musicale targata Tubax. Un vecchio ricevitore a fare da portale verso fantastiche dimensioni parallele attraverso le convulse sonorità partorite dal terzetto felsineo, giunto con “Governo laser” al secondo capitolo artistico. E' trascorso infatti un lustro da quando Giacomo Schirru Manca (basso), Davide Stampini (tastiere, chitarra e voce) e Alberto Fogli (batteria) terminavano di registrare in presa diretta l'interessante proposta d'esordio “Il mondo stava finendo”, sperimentale crossover di tecnica math rock, partiture funk e striature progressive, rivelatosi ideale biglietto da visita per i successivi tour in giro per il mondo che ne sono derivati.

 

Le sette tracce di“Governo laser” -mixate e masterizzate da Andrea Suriani e scrupolosamente confezionate in studio con il supporto del chitarrista Francesco Giovanetti- confermano la buona impressione destata dall'opera prima dell'ensemble emiliano, indiscutibilmente maturato nel frattempo dalle esperienze live internazionali. Una track-list caratterizzata da atmosfere incalzanti dove lo slapping serrato del basso e i pressanti colpi delle percussioni si miscelano ai tagli del synth evocando in parte scenari sonori che rimandano a certe pellicole action-thriller degli anni settanta (quelle dinamiche post-psichedeliche già care ai Calibro 35 di Enrico Gabrielli non a caso, a suo tempo, collaboratore dei Tubax per “Il mondo stava finendo”). In Zenigata, Mr Napster e nella conclusiva Chicagoan vengono sintetizzate tutte le buone intenzioni di questo album che dispensa emozioni sonore che galleggiano tra vintage ed avanguardia, funk ed elettronica, realtà ed immaginario, e dove raramente la sintetica timbrica della voce riesce ad infilarsi nei pertugi di una trama integralmente strumentale. Non resta quindi che accendere il bizzarro schermo virtuale di copertina e godersi l'inedito programma sonoro. Il divertimento è assicurato.

Alessandro Freschi

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