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21 Dicembre 2012

Diacca EMPATIA

2012 - Like Me Sudios

diaccaDiacca (all’anagrafe Francesco Pietro Ruvio, di Milano), si può tranquillamente definire “uno che ce l’ha fatta”: dopo circa dieci anni vissuti con tenacia e caparbietà, infatti, il ventisettenne lombardo è riuscito a imporre il proprio nome nel mondo dell’hip hop italiano. La nostra nazione, si sa, è sempre stata abbastanza avara nel concedere spazio a linguaggio diversi dalla tradizionale melodia sanremasca, per cui il rap tende sempre a ridursi a una ristretta cerchia con pochi nomi noti. Presto ci capiterà di sentire sempre più spesso in questo entourage anche il nome di Diacca e le collaborazioni con personaggi illustri del genere come Mondo Marcio o Tormento presenti in questo CD intitolato “Empatia” lo dimostrano.

 

Del resto lo stesso Diacca, nel suo ricco e ben curato sito internet, dichiara: "L'Hip Hop è il mio habitat naturale: il modo di pensare, la strada, il rispetto, la passione, le rime, le discipline, tutto questo mi fa star bene. E' tutto dentro di me. L'Hip Hop o ce l'hai, o non ce l'hai. Nasce con te e solo dopo emerge. La prima volta che senti una rima, uno scratch, un beat o vedi una tag senti qualcosa dentro, che ti devasta, ti spezza e capisci che quello è il tuo mondo". Una vera dichiarazione di intenti che attesta come lui abbia voglia di imporsi.  

 

Pregevole anche la confezione del CD accompagnata da un libretto di 20 pagine in cui troviamo tutti i testi delle 17 canzoni che fanno parte dell’album: una cosa importante in un genere come il rap, che fa proprio del messaggio il suo punto di forza, eppure, al tempo stesso, un dettaglio non di poco conto sempre più trascurato nelle produzioni musicali di oggi, soprattutto italiane. Rime in cui si parla di vivere al massimo, di non cedere alle lusinghe del consumismo, di lasciarsi andare a ogni brivido e ogni emozione, come in Non ho tempo, dalle sonorità che richiamano certo AOR (hard rock melodico) degli anni ’80, mentre Chiuso in camera evoca sonorità tra new-wave ed electro-pop; Vecchio istituto riscopre i suoni del metal e parla di “un paese stanco, verde rosso e bianco”, con una frecciatina velata al cantautore Tricarico; Il mare e l’orizzonte è forse l’episodio più toccante per atmosfere e ricercatezza stilistica.

 

Alberto Sgarlato

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