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25 Settembre 2012

Edoardo Borghini EDOARDO BORGHINI

2012 - Autoproduzione

Edoardo BorghiniCarino ma acerbo. Questo il giudizio che emerge spontaneo, di primo acchito, confrontandosi con il demo-CD autoprodotto di Edoardo Borghini. E anche dedicando al disco numerosi successivi e più approfonditi ascolti, il giudizio globale non cambia. Tuttavia è anche vero che forse, sole 5 tracce per complessivi 16 minuti e mezzo circa di musica sono un po' troppo pochi per cogliere in ogni sfumatura le potenzialità dell'artista. Potenzialità che beninteso ci sono eccome, ma hanno forse ancora bisogno di essere estrinsecate nella loro totalità. Le canzoni di Borghini sono come dei piccoli flash sul quotidiano: storie d'amore, talvolta problematiche (come in fondo un po' tutte le storie d'amore sono), emozioni, pensieri in libertà... Vicende ben raccontate, ma che pagano un po' la scelta di un arrangiamento eccessivamente scarno. La produzione del suono è ottima (anzi: introducendo il CD nel lettore per la prima volta si rimane immediatamente colpiti dalla corposità e dal volume generale), ma la scelta di cinque tracce tutte per sola voce e chitarra è a tratti limitante. Le prime tre canzoni, intitolate L'altra mia metà, Ricordi e Aurora Boreale, soffrono di una eccessiva uniformità stilistica che le rende molto assimilabili l'una all'altra.

 

Per brevi momenti nell'arco del CD Borghini ci delizia con delle aperture strumentali chitarristiche di pregevole fattura (o almeno, riteniamo che sia lui a ricoprire il duplice ruolo di chitarrista e cantante, visto che le inesistenti note di copertina della scarna confezione non ci aiutano), ma forse, pur senza voler sfociare a tutti i costi nella classica rock band, anche decidendo di privilegiare atmosfere acustiche, minimali e intimiste, qualche strumento in più, degli archi, dei fiati, un pianoforte, spesso avrebbero potuto rivelarsi vincenti. La traccia che stacca di parecchie lunghezze tutte le altre è With arms wide open, l'unica in inglese. Questa lingua si rivela più duttile nella metrica e più morbida dell'italiano, tanto che lo stesso Borghini, che la padroneggia in modo ragguardevole, sembra persino più a suo agio nell'interpretazione, e la stessa melodiosità della linea vocale pare valorizzare al meglio le doti interpretative dell'autore. Ovviamente un artista deve essere uno spirito libero e deve fare sempre e solo ciò che vuole e ciò che sente, senza curarsi affatto dell'opinione altrui. Ma pur senza mettere in discussione questo principio, se possiamo permetterci un consiglio, l'adozione definitiva della lingua inglese potrebbe rivelarsi quel qualcosa in più in grado di far fare a Edoardo Borghini il decisivo salto di qualità.

 

 

Alberto Sgarlato

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