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22 Marzo 2018 , , ,

Eloisa Atti EDGES

23 febbraio 2018 - Alman Music-Cose Sonore

Straordinario senza l’ombra di retorica l’ascolto di questo lavoro di Eloisa Atti che gioca con il tempo degli esseri umani sincronizzandolo con il tempo musicale. La cantautrice bolognese innesta nella sua personalissima scrittura varietà sonore provenienti da tradizioni diverse dando vita a nuove specie che forzano la forma canzone senza indulgere all’autoreferenzialità prolissa di tutto ciò che pretende di sperimentare. L’esito convincente di questa sperimentazione soffice è convincente dal punto di vista della composizione e appagante dal punto di vista dell’ascolto. Piuttosto evidente sul fondo appare il lavoro al mixer di Craig Schumacher, che ha già informato con la sua sensibilità i lavori di Calexico e Devotchka e che in questo caso esibisce qualità di catalizzatore della sostanza musicale contenuta in questo “Edges.

 

Da parte sua Eloisa Atti non lesina citazioni, tic compositivi e un amore per il blues (Billie Holiday in modo lapalissiano) che rappresenta il filo conduttore di un lavoro che naviga tra swing, rock e folk. Particolarmente efficace risulta l’intenzione di mescolare senza rimestare lasciando scorrere la linea compositiva secondo le naturali venature che ogni canzone sembra possedere indipendentemente dalla volontà dell’autore. Attitudine evidente almeno nella struggente trama della eponima Edges nella quale riecheggiano i unnamedDevics di “Ghost in the Girl” e un colore emotivo trasognato di difficile assimilazione che torna anche in The Careless Song. Sullo stesso crinale si colloca Whithout You che attinge a un romanticismo più diffuso richiamando alla mente le linee di Maia Vidal e alcuni francesismi non deteriori ben rilevati dall’opera di Paola Cassano che illustra la copertina di Edges e che a ogni rispetto ne è parte integrante come musica illustrata. Non mancano i momenti più lievi che si esprimono soprattutto nell’incremento dei bpm e nel recupero di alcuni stilemi hawaiani come in Blue Eyes Blue oppure nella cadenza jazz-swing ruffiana di The Rest of MeNon facciamola lunga: questo Edges di Eloisa Atti ci sembra un disco importante, di facile ascolto e in grado di diagnosticare una nuova potenzialità all’interno della scena italiana. 

 

Luca Gori

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