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22 Aprile 2016

Out South DUSTVILLE

19 gennaio 2016 - 800A Records/Fitzcarraldo Records

«Dustville è sabbia e polvere, Scirocco e mare, silenzio e pazienza. Dustville è la città immaginaria dove abbiamo raccolto le nostre esperienze musicali e umane. Un angolo polveroso e aspro, popolato da tutte le persone che abbiamo incrociato sulla nostra strada. Non un paradiso ma un luogo dove raccogliere la vita vissuta, prima di partire per il prossimo viaggio.». Così dichiarano sulla loro pagina bandcamp i siciliani Out South nella presentazione di “Dustville” un album strumentale che parte dal blues per incamminarsi lungo sentieri sonori che percorrono dentro le radici della musica americana di frontiera. Country, desert rock, southern rock, blues, psichedelia ispirano le otto tracce imbastite dal chitarrista Lorenzo Colella, autore di tutte le tracce, dall'altro chitarrista Fabio Rizzo, qui alla slide, dal batterista Ferdinando Piccoli e dal bassista Luca Lo Bianco. Il disco è stato registrato dal vivo in studio per non perdere l'immediatezza e la naturale fluidità della musica.

 

Ma entriamo più nei dettagli: la prima traccia, Holcomb, è un piccolo capolavoro di perfezione, la musica scorre fluida sulle note di un blues desertico e dilatato, le due chitarre si intrecciano, si incontrano, dialogano con una naturalezza che desta meraviglia e la sezione ritmica dà corpo e sostanza alla musica, inevitabile la voglia di riascoltarla subito appena giunta alla conclusione. Mali sembra guardare, con qualche languore, al Sud America, mentre Balm rallenta il ritmo affidandosi al suono evocativo e sognante della slide. Anche Crossroads punta sulla fascinazione evocativa della musica e su un certo romanticismo nelle atmosfere, ma nel complesso il brano non risulta altrettanto convincente e coinvolgente come i precedenti, anche se il limpido assolo della chitarra è tecnicamente pregevole; in Ian, il brano più lungo, una cavalcata di oltre sette minuti, la musica scorre su un tambureggiare secco e preciso in un alternarsi di momenti placidi e onirici e di altri più acidi e psichedelici che esplodono nel finale. In Junk un basso molto funky ridà forza e groove alla musica e anche la creatività delle due chitarre ne trae giovamento e nella successiva Red Towers bagliori psichedelici vibrano nella cascata di note delle chitarre. Conclude degnamente il disco l'acido jazz-rock di Up.Dustville” è l'ennesima prova dell'eccellente stato di salute dell'eclettica e fervida scena palermitana ormai matura per un più ampio riconoscimento sul piano nazionale e non solo. 

Ignazio Gulotta

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