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31 Marzo 2016 ,

GattuZan DOLCE VITA!

9 gennaio 2015 - La Stalla Domestica/Astio Collettivo

Non si risparmiano gli umbri GattuZan pubblicando, al di là di ogni logica commerciale, un cd d’esordio addirittura doppio come molti anni fa osò fare anche un certo, e ancora sconosciuto, Frank Zappa. E Zappa non è citato a caso, perché anche se le soluzioni strettamente musicali sono piuttosto lontane da quelle del genio di Baltimora, l’attitudine e una certa freakerie pop combaciano alla perfezione con la folle mentalità Zappiana.

Ci troviamo infatti davanti a un calderone fumigante di melodie oblique, canzoni di pop trasversale e a una sorta di patchanka senza autentiche soluzioni etniche, ma ricca di spunti punk, psichedelici, e di alternative rock di propensione indie dove il divertissement e l’umorismo sono di casa e si sposano con chitarre taglienti e melodie accattivanti (Alain Delon) che si piantano in testa per non più andare via. A sottolineare la varietà della proposta, Gober ha un tiro da pub rock che deve qualcosa a Tom Robinson, viceversa Wannabe Down mette in scena i Clash più orecchiabili e meno incazzati. Car Of Sex è una deliziosa e allegra ballata pop come ancor di più The Milkchicken Of Samarcanda che simpatizza con gli XTC di qualche anno fa. The Concentration Camping Heart è fascinosamente psichedelica e Barrettiana al punto giusto, Gnaw, la più Zappiana della raccolta, è uno strepitoso collage di nonsense, mentre con Answers si ritorna a un punk leggero e disincantato.

 

E se Rain è un’altra brevissima e bellissima ballata acustica, la psichedelia più pura prende il sopravvento nella felicemente caotica Dancing With The Toeflen, mentre l’esotica Olengo conduce verso lidi sonori sudafricani e la sognante ballad Hanna K. salta all’indietro fino all’America degli anni ’50.

Non finisce qui ma non si può citare tutto lo scibile musicale che viene sciorinato in queste trentadue canzoni tutte degne di nota; diamo ancora spazio solo ai due unici brani cantati in italiano El Poderosso e Aborto che grazie all’uso della nostra lingua avvicinano con i loro nonsense alla demenzialità di Elio e le Storie Tese, anche se qui la proposta è gioiosamente più rock, più colta, e certamente preferibile. “Dolce Vita!” è un piccolo capolavoro dove il piccolo sta solo per l’ancora scarsa conoscenza di cui godono i GattuZan che in verità non hanno nulla da invidiare a tutti quei grandi gruppi internazionali che suonano pop- rock condito con un pizzico di follia.

 

Maurizio Pupi Bracali

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