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7 Agosto 2013 , ,

The Flying Madonnas Demo_ N. EP

Uscita: 26 Giugno 2012 - New Sonic Records

the flying madonnasIl quartetto romano dei Flying Madonnas, costituito da Niccolò Friz, Andrea Di Stefano, Jack Serri e Mattia Frattari, ci presenta questo interessante e affascinante mini-album (5 tracce per 20 minuti complessivi) di autentico post-rock, nel quale troviamo di tutto un po’: il minimalismo scarno di Sonic Boom, i groove ossessivi di bands come Forever Einstein o Doctor Nerve, certe geometrie spigolose dei King Crimson della triade “Beat”, “Discipline”, “Three of a Perfect Pair”, la pulizia formale dei June of 44 che si amalgama con esplosioni e intemperanze di rumorismo che ricordano certe cose di Marc Ribot o anche i Lounge Lizards. Sul piano tecnico e della produzione, il risultato è ineccepibile, però da un punto di vista compositivo va notato che i vari modelli di riferimento citati nelle loro composizioni, presentano sempre dei temi ben riconoscibili. Nel “Demo_N” dei nostri Flying Madonnas, invece, tutto il lavoro è permeato da una certa omogeneità strutturale: le cinque tracce sono interamente strumentali, ma all’interno di esse non si ravvisano costrutti melodici che si ergano con decisione sulla base ritmica, o grandi escursioni soliste, o prodromi o, al contrario, crescendo strumentali che portino al finale dei singoli brani. Il risultato risulta così in parte monocorde e meno incisivo di quello che ci si potrebbe aspettare da questo tipo di sound. Fare musica strumentale, senza essere legati alla parola cantata, consente di sbizzarrirsi nei titoli, e sembra quasi che The Flying Madonnas abbiano espresso proprio in essi il loro massimo impeto creativo, con risultati a tratti esilaranti: Nonna Alien, Cristo Rave, Diciannovenni nel ’90, Bruxismo, La chanson du petit clergé batard. Diciamo che, pur senza testi, in un titolo come Cristo Rave, così come del resto nelle immagini all’interno della copertina e nel nome stesso della band, si ravvisa una certa volontà di inoltrare un messaggio anticlericale, mentre il titolo Diciannovenni nel ’90, se è autobiografico, ci fa pensare di non essere di fronte a una band “di primo pelo”. Il voto finale è di certo ampiamente sufficiente, grazie soprattutto a una perizia sugli strumenti da 8 e a una evidente cultura musicale, alla quale potremmo dare anche 9. Bonariamente e amichevolmente “rimandati a settembre”, invece, in composizione. Aspettiamo un loro album full length nel quale raggiungano la piena maturità creativa, esprimendo appieno tutte quelle ottime potenzialità che già emergono in questo EP.

 

Alberto Sgarlato

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