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29 Ottobre 2012 ,

S.M.S. DA QUI A DOMANI

2012 - Black Fading Records

da_qui_a_domani_smsSotto l’acronimo S.M.S. si nasconde il nuovo progetto di Miro Sassolini, indimenticato cantante dei primi Diaframma accompagnato dalla poetessa Monica Matticoli e dall’altrettanto indimenticato Cristiano Santini, ex voce dei bolognesi Disciplinatha, band tra le più ingiustamente sottovalutate degli anni ’90, ed ora produttore nonché fondatore della Black Fading Records per la quale, esce appunto “Da qui a domani”. Il lavoro, nasce dalla conoscenza tra Sassolini e la Matticoli nel 2009 e dall’idea di sviluppare la parte lirica del concetto canzone lasciando poi che la melodia e la musica siano più parti funzionali alle parole piuttosto che elementi centrali. Anche il modo di lavorare dei tre ha teso a questo obiettivo facendo prima comporre le liriche alla Matticoli per poi passarle a Sassolini  che ha provveduto a dare melodia alle stesse adattandone la metrica e la musicalità per terminare poi tra le mani di Santini, che con la collaborazione di Federico Bologna (già nei Technogood) ha provveduto a creare un tappeto sonoro minimale a cavallo tra sonorità new-wave anni ‘80, Ambient e Trip-Hop. “Da qui a Domani” si apre con Sul limite che accompagnata dalla voce narrante della Matticoli ci introduce alle storie di vita di Leonard, personaggio che ci viene presentato nella seconda traccia.

 

Le canzoni si dipanano all’insegna di un sottofondo minimale tranne in alcuni punti come in In quiete dove l’orchestrazione ed anche il cantato di Sassolini richiamano alla memoria anche troppo facilmente Battiato. Un disco che ha nelle liriche alcuni temi ricorrenti come lo scorrere del tempo, la notte, vista un po’ come elemento centrale delle storie raccontate in ambienti in cui tutto sembra confondersi proprio perché è nel buio e nei suoi contorni indefiniti che la nostra mente può lavorare più di immaginazione e di introspezione. Un’ opera che seppur uscita in primavera, appare ideale per il periodo autunnale, con la sua uggiosità dettata dalla voce di Sassolini, che spesso ci riporta alla mente il miglior De Andrè, e dal tappeto sonoro che solo in punti come Petite Mort, a dispetto del titolo, lasciano spazio ad una musicalità più “commerciale” che ritroviamo anche nella parte finale del disco in Mai troppo chiuso il tempo e Oltremodo.

 

miro sassoliniUn disco che definiremmo “difficile” semplicemente perché va ascoltato a fondo dedicandogli la giusta attenzione, e magari lasciando passare un po’ di tempo tra un ascolto e l’altro e non mentre fate altro perché il sottofondo sonoro rischierebbe di passare velocemente, gradevolmente inosservato. Detto questo però  l’impressione è di trovarsi di fronte ad un gran lavoro,  ricercato al punto giusto sia sotto il profilo musicale che anche dell’artwork curato da Angelo Gambetta e Francesco Oliviero, un’altra gemma del nuovo cantautorato italiano che tanto deve alle lezioni del duo Battisti-Panella (il cui modus operandi in un certo senso ricalca un po’ la modalità in cui è stato concepito questo disco) piuttosto che alle intensità emotive di gruppi come La Crus e Massimo Volume, o all’esperienza solista di Giovanni Ferretti. S.M.S. è un progetto che, proprio come nei messaggi, dà rilevanza al contenuto piuttosto che all’involucro, un po’ come accade nell’ultimo periodo del nuovo cantautorato indie nostrano, distaccandosene però nel suo essere trasversale nel suo concetto di tempo di sviluppo.

 

Da qui a domani” è infatti uno di quei dischi che potrebbe essere stato concepito negli ’80, anni d’oro della new-wave (la voce di Sassolini ci riporta spesso a quel periodo), come nei ’90 con le sonorità Trip-Hop di quegli anni, ma anche un disco assolutamente attuale nel descrivere sensazioni ed emozioni che sono di tutti noi. D’altronde non è questo uno dei segreti di un gran disco? La capacità di risultare attuale a prescindere dal momento del concepimento riuscendo ad entrarti lentamente per poi farsi riascoltare a distanza anche di molto tempo con ugual piacere ed emozione. Insomma, un gran ritorno per personaggi che per chi li ha osservati da lontano parevano scomparsi nell’oblio di un attimo di presunta gloria, ma che in realtà hanno continuato a lavorare con passione a ciò che probabilmente sanno fare meglio, raccontarci e darci emozioni: speriamo sia l’inizio di un progetto che potrebbe sicuramente regalarci altri gran lavori per il già fin troppo desertico panorama Italico.

 

 

Ubaldo Tarantino

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