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16 Febbraio 2015 ,

Duo Bottasso CRESCENDO

2014 - Visage Music-Materiali Sonori

Duo Bottasso CRESCENDO Disco di debutto per il duo Bottasso, due fratelli poco più che ventenni provenienti dall’area occitana del cuneese, dove la tradizione musicale è viva e pulsante. Ma per Nicolò (violino, tromba) e Simone Bottasso (organetto, fiati), musicisti coltissimi, la tradizione è lo spunto da cui partire per una viaggio che può  toccare tutti i paesi e gli stili. Le composizioni sono in gran parte originali, tra le poche eccezioni il medley tra Receita de samba, scritta da Jaime do Bandolim, e Scottish sfasà, del grande maestro delle valli occitane Silvio Peron: i due brani, che ospitano il percussionista brasiliano ma ligure di adozione Gilson Silveira, omaggiano la fuga degli albigesi perseguitati in Brasile nel 1219, i cui discendenti festeggiano ancora il carnevale a Rio suonando bourrèe e curente, realtà o leggenda? come disse John Ford, tra realtà e leggenda si stampi la leggenda). Sarà che sono fratelli, ma l’interplay tra i due musicisti è perfetto. Chi scrive queste righe ha avuto la fortuna di ascoltarli anche dal vivo, e anche senza ospiti le composizioni hanno stregato il pubblico.

 

Gran parte del disco è strumentale, solo in Reina, cantata in sardo da Elena Ledda, abbiamo una parte vocale, ispirata alle canzoni dei troubadours, che tratta dell’abbandono della casa in cui si è nati. Molto suggestive alcune composizioni originali come Cosa faresti se non avessi paura?, la tradizione leggermente contaminata dall’elettronica; Diatofonia N°7, dove la cultura occitana accoglie echi di melodie scandinave, insinuante tema  che piacerebbe ai fans dei Tuxedomoon; Monkerrina, ovvero quello che accadde quando i suonatori delle quattro province (Genova, Alessandria, Pavia, Piacenza) scoprirono il jazz sui transatlantici che sbarcavano sotto la Lanterna. Molti brani sono in duo, e i due fratelli si scambiano il ruolo di solista e ritmica, spesso usando comeduo bottasso percussioni il violino o l’organetto picchiati sulla cassa armonica. Notevole anche Bourrèe, unico medley di composizioni tradizionali provenienti dalla Francia centrale, ma col violino che si elettrifica a omaggiare le esperienze del folk-rock, brano più malinconico degli altri. Atipica la title track, in cui ai due fratelli si affianca un ricco ensemble con archi, fiati e tastiere; qui siamo più vicini al jazz o alla world music contaminata di marca Crammed o ECM. Chiude perfettamente il disco un’altra favola, Magicicada, dedicata ad una specie di cicala nordamericana che vive diciassette anni sottoterra, per poi vivere una notte, in cui si riproduce a sua volta. Un disco davvero bello, che consigliamo a chi ama la musica a trecentosessanta gradi, e non ha una concezione rigida e stereotipata dei generi musicali. 

Alfredo Sgarlato

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