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12 Luglio 2016

Bebawinigi BEBAWINIGI

20 aprile 2016 - Strato Dischi Notlabel

Bebawinigi, (al secolo Virginia Quaranta) la si può collocare nella tradizione poco tradizionale della sperimentazione vocale. Musicalmente, l’album intitolato con il suo pseudonimo, è una prova di grande interesse dove accanto alla strumentazione classica del rock: chitarra, basso, batteria, synth, troviamo suoni meno consueti: violino, violoncello, basso tuba, kazoo, glockenspiel, banjo, e una buona dose di sound effects. Su tutto svetta la duttile voce che si fa recitativa nella rumorista Did You Get, come cantilenante e infantile nelle perturbanti filastrocche Telomelo (quasi un unplugged folk con sola chitarra e rumori sotterranei) e Cugino Itt, che tra belati e cadenze ritmiche deve qualcosa al Tom Waits più “experimental”.

 

bebawinigi-bebawinigi-2E se Maramori si sviluppa, invece, su una base rumorista e ossessiva sulla quale Bebawinigi interviene con l’enfasi recitativa di una Patti Smith in acido, Fabula si accosta agli sperimentalismi di Demetrio Stratos o John Di Leo, per poi fare raggiungere alla vocalist il vertice dell’album con il blues sgangherato e trasversale Dogs & Sharks, otto lunghi minuti di stravolgimento sonoro tra canzone, rumori e vocalizzi sorprendenti.

Nonostante la femminilità del personaggio la sperimentazione vocale non raggiunge le lacerazioni straripanti ed esagerate di una Diamanda Galas quanto quelle più contenute e più “studiate” dei nomi maschili già citati, in un album breve (mezz’ora) ma intenso, che lascia spazio a un’avanguardia ostica, per palati forti e che a suo modo ha un che di psichedelico.

 

Maurizio Pupi Bracali

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